domenica 14 giugno 2009

GARAGE SALES

Dopo la prima grande dormita della notte, al risveglio ho pensato che fosse un po' presto per la colazione: 5,15 am. Infilati in bocca un paio di Oreo (gnam gnam!) sono andato a fare una passeggiata veloce nei dintorni. L'aria frizzante del mattino mi ha spinto a fare anche alcuni tratti di corsa per recuperare un po' di calore. Nelle strade dei dintorni il verde è predominante sugli altri colori: prati, alberi, giardini fioriti, boschetti che danno su torrenti. Il cielo è illuminato dalla luce limpidissima del nord che si sparge con generosità sulla pianura infinita dell'Ontario. Un paradiso terrestre in forma di sobborgo urbano, su cui affacciano casette singole, schiere e ville di una certa maestosità un po' ridicola, non costassero un mucchio di dollari canadesi. Un verde particolare, ricco, ricco come quello dei germogli di riso della Pianura Padana, ma diverso per intensità: un verde scuro e pieno dell' acqua depositata al suolo durante i lunghi inverni canadesi.
Un verde che conosco da anni che mi piace e che mi riempie il cuore di gratitudine.
Correndo e camminando ho visto il sobborgo risvegliarsi con lentezza al suono dei collari dei cani portati a passeggio, al cigolio delle scarpe degli anziani che procedevano a passo di marcia come me, a volte anche più veloci di me, al rumore delle poche auto che circolavano all'alba di un sabato per molti senza gli impegni del lavoro.
Una visita alla farmacia aperta 24h per procurarmi dentifricio e pane da tostare (non intendo fare a meno di pane-burro-marmellata neppure qui in vacanza) per la colazione. La cassiera ha rifiutato di controllare i miei documenti quando ha strisciato la carta di credito: ha detto che ho una faccia onesta e ciò le bastava. Necessitavo di un altro tipo di buongiorno? Direi di no. Quindi di volata verso casa, dove mi aspettava il tostapane.
Ma sulla porta non c'era il tostapane fumante, ma la mia amica Tina, con la quale avevo un appuntamento a me sconosciuto e che non si capacitava del perché non ero ancora pronto: oggi è sabato e il sabato primaverile o estivo è tempo di GARAGE SALES!!!!!!!
Una spiegazione pigmea per chi non conosce il modo nordamericano di sbarazzarsi degli oggetti in eccesso: tutto quello che non serve in casa, sia per eccesso di acquisti o per impossibilità di utilizzo, oppure per trasferimento, viene messo in vendita durante i fine settimana di bel tempo sull'asfalto che da sul garage a fianco alla porta di casa. Tutto può essere venduto: sci usati, vestiti di adulti e bambini fuori taglia, vasellame da tavola, lampade, bomboniere orrende, quadri raffiguranti la Regina in ogni sua età (questo è un paese che fa ancora parte del Commenwelth e che riconosce come Capo dello Stato la Regina Elisabetta II, che con il suo sorriso enigmatico fa capolino dai biglietti colorati dei dollari e delle monete), giochi da tavolo, attrezzi ginnici da casa, divani, lenzuola, televisori, videogiochi nuovi o da modernariato, soprammobili, sottobicchieri, memorabilia, occhiali da vista, orologi da tavolo o da polso, cd, dvd, video cassette, 33 giri, sveglie di Hallo Kitty, maniglie per mescere birra alla spina, libri e tutto quello che vi frulla per casa o per la testa. Nessun articolo coglie di sorpresa il visitatore di passaggio o il fanatico del rovistare nella spazzatura dei vicini. E a meno che non si tratti di articoli di un certo pregio, la maggior parte dei pezzi variano dai 50 centesimi di dollaro ai 2, massimo 3.
E se dalla mia descrizione vi venisse in mente che per la qualità degli oggetti in vendita, questi posti non siano frequentati, bene vi sbagliate.
Supportati da segnaletiche appropriate che vi guidano per le intricate stradine alberate o dalle mappe correlate alle inserzioni sui giornali, gruppi di clienti di ogni sesso, razza, condizione sociale, forniti di macchine o furgoncini, si precipitano sulle aiuole sei venditori al motto di prima arrivi, meglio compri. Oppure: quello che passa prima di te, può portare via quello che ti interessa.
I segreti dello shopping da garage sales non li conosco tutti, del resto si tratta di un'arte e l'arte si apprende anche con la pratica; ma alcuni la mia amica Tina me li ha rivelati, altri glieli ho rubati con l'osservazione.
Prima di tutto ci va un mezzo rifornito di carburante perché non si può perdere tempo a far benzina. Il bagagliaio va svuotato in precedenza per fare spazio ad articoli di una certa dimensione. La benzina deve esserci in abbondanza perché tra una visita e l'altra la macchina va lasciata accesa per consentire una partenza veloce verso il cortile vicino. A bordo è gradita una busta con la colazione che viene consumata tra uno stop e l'altro. Il caffè sarà preso solo alla fine del raid.
L'abbigliamento deve essere a strati per adattarsi alle temperature che si possono susseguire col passare delle ore. Obbligatorio un marsupio per tenere i soldi perché le mani devono essere libere di toccare e afferrare gli oggetti di interesse: abbandonarli sul tavolo in attesa di una decisione può portare fatalmente alla scomparsa dell'oggetto desiderato nelle mani di qualcun altro.
Il denaro deve essere in contanti di piccolo taglio: a volte attendere il resto comporta un ritardo che potrebbe rivelarsi fatale alla vista di altri cortili.
Se la vista fa difetto, è assolutamente obbligatorio indossare occhiali correttivi per essere in grado di leggere gli indirizzi sui cartelli rossi di segnalazione del mercatino che punteggiano le strade principale.
Non si parte con un'idea precisa di quello che si può trovare: la magia è lasciarsi trasportare dalla sorte, verso oggetti di cui non si sapeva di aver bisogno e che improvvisamente si scoprono indispensabili per la nostra vita.
E soprattutto, se la vendita parte alle 8 del mattino, vedi di essere lì alle 7 per prendere il meglio. Non bisogna sentirsi in difetto per l'anticipo: fanno tutti come te, e la caccia è una guerra.

Bene, Tina è una professionista di questo tipo di acquisti e lei stessa organizza delle vendite degli articoli comperati in eccesso per sé. Quando vengo in visita, mi preleva e mi porta con se, perché è inutile negarlo, la cosa mi diverte come un matto.
Non sapendo dell'appuntamento fissato per me mi sono tolto la tuta da corsa e senza neppure una doccia, mi sono rivestito alla meglio e mi sono precipitato fuori: forse è per questo che Tina non ha mai chiuso completamente i finestrini della macchina, pur essendo un discreto freddo. Ma "l'omo è omo, e ha da puzzà".
Siamo partiti e tra accelerazioni repentini, semafori che "non potevano" essere rispettati per non perdere tempo, ci siamo lanciati nella ricerca del pezzo unico, del capolavoro incompreso, del cristallo marcato, del piatto venduto ad un centesimo del suo valore al negozio, che solo lì si può rintracciare. Zompettando da un asfalto all'altro, tra casalinghe che trascinavano fuori casa scatoloni debordanti, signore indiane in sahri e cardigan, bambini che vendevano caffè e ciambelle al bordi del mercato, padroni di casa che assistevano all'assalto delle cavallette con occhio incredulo ("che cazzo se ne faranno di quelle porcherie") o in evidente tensione perché stavano rischiando di perdere l'orrendo tavolino da caffè fatto con una ruota di carro, memoria di un antico passato da scapolo, vicini che aspettavano con pazienza che venissero spostate le auto che gli impedivano di andare a fare compere in negozi veri, abbiamo passato un paio d'ore di vera, frenetica passione.
Bottino magro: un tavolino per sorreggere piante, una bottiglietta di vetro (probabilmente una vecchia bomboniera), due creme da corpo Victoria Secret acquistate in uno driveway votato alla beneficenza. Il tutto comprato da Tina.
Ne valeva la pena non avendo trovato niente per me? Certo che ne valeva la pena: non è forse lì che ho acquistato il mio primo ritratto della Regina che la raffigurava appena incoronata e una lanterna in ghisa orientaleggiate che ho prontamente regalato a mia sorella?
Stavolta è andata così, il prossimo sabato... Chi lo sa? Potrei sempre trovare qualcosa valevole del trasporto in Italia, no?
Alla fine delle due ore ci siamo consolati con un muffin ed un cappuccino, nel tepore di un piccolo caffè d'angolo.

1 commento:

ignominia ha detto...

leggo e faccio commenti ce ne sono troppi da fare:
1) Non ci credo: gli Oreo a colazione! vergogna!Sono zuccheri poveri!
2) I tuoi commenti al risveglio il primo giorno mi hanno fatto rivivere la mia prima passeggiata fatta a Gennaio in CA- c'è un qualcosa di magico al primo risveglio in un ambiente familìare ma nuovo, amato e ma da un pò non frequentato.
3)Ci vogliono i documenti in Canada per usare la Carta di credito? Ma vah?

4) Un'altro motto del garage sale potrebbe essere: your refuse is another person's treasure....