venerdì 21 maggio 2010

STESSO TITOLO


Ho deciso che il titolo non lo cambio: prima di tutto perché se una cosa è nata con un nome non vedo perché cambiarglielo in corso d'opera - le persone crescono, cambiano, invecchiano e mantengono sempre lo stesso nome, cambiano solo gli epiteti che gli vengono lanciati contro - ; poi perché alla fine di questo prossimo, futuro breve periodo in CIGS ci ritorno, quindi dovrei fare un casino solo per pochi mesi di rientro al lavoro.
Facciamo che resta tutto così, che voi siete stati avvertiti e da ora in poi vi racconto quello che accade nel mondo del lavoro: nel mio. E spero che possa avere materiale per divertire, perché le tragedie sono ben altre nella vita.

Il fatto è che mi hanno richiamato a lavorare come stagionale, stessa azienda di prima, ma invece di riprendere seriamente, mi hanno detto che hanno bisogno di me solo per cinque mesi. Ho accettato, anche se una lieve punta di vaffan.... aleggiava in cima alla mia lingua. Ma son troppo signore - sì, signore, da oggi si scrive anche al maschile! - per certe cose, soprattutto per prendermela con chi fa solo da tramite telefonico tra
IL POTERE
e
la plebe.
E poi ho anche voglia di riprendere il teatro del trasporto aereo che è più palcoscenico che realtà.
Quindi le prossime parole saranno da dove mi troverò. Chissà dove? A presto comunque.

domenica 16 maggio 2010

BARBARICI


Dal primo maggio
alcuni esempi di sana dieta mediterranea:

lasagne;

caponatina;

patate ripiene;

per chiudere con la parmigiana di melanzane.



venerdì 14 maggio 2010

CASALINGA DISPERATA 1


Pensavo di aver pulito i vetri della veranda.
Invece ho fatto la danza della pioggia.
Appena finito.... SPLASH!!!
FU..!!!!!!!!!


mercoledì 12 maggio 2010

CRICETI & COCORITE


A chi si aspetta tuoni, fulmini e saette dico... SLOW DOWN! Il matrimonio tra eterosessuali è stato bello ed elegante, quindi ci sono ben poche cose da segnalare. Anche io mi aspettavo il peggio: non ci volevo andare, invece me la sono passata con la pancia non strapiena ed una giornata che trascorsa in modo gradevole.
Ma del resto che mi dovevo aspettare dopo i racconti di ricevimenti barbarici fatti da chi è passato per un matrimonio siciliano prima di me?
Solo un'altra volta in tutta la mia carriera d'invitato ero stato così bene, ma lì mi trovavo all'estremo opposto della Penisola e forse me lo aspettavo. Qui no. da questo la piacevolissima sorpresa.

Non ci volevo andare anche per dimostrare che mi sono rotto le scatole di reggere il moccolo a chi si può sposare mentre io, anche se lo volessi, non potrei. Mica perché pretendo che se non lo faccio io non lo debbano fare neppure gli altri! E' solo che ogni volta finisco per leggere nei matrimoni di quel tipo il baratro sempre maggiore tra i LORO diritti ed i MIEI. E alla lunga rompe parecchio. Non si tratta neppure di non voler condividere la felicità degli altri: è solo che alla fine si crea sempre una situazione, la più disparata, che mi fa dire: "Visto? Era MOLTO meglio se te ne stavi a casa!".
Insomma non mi va di far la bella statuina. Chiamatemi dopo la cerimonia a congratularmi con voi ed io verrò con lo stesso regalo che avrei portato se fossi venuta in chiesa. Contare i dollari davanti ai poveri non l'ho mai trovato elegante.

Comunque.
Il ricevimento si è svolto in un salone elegantemente arredato e un giardino fiorito e profumato, con ospiti eleganti - tutti se si esclude la SOLITA matta Cinguelli abbigliata in maniera improponibile, inevitabilmente presente in tutti i matrimoni, della quale non ho prove fotografiche -, cibo di ottima qualità e senza la reiterazione delle portate che alla fine ti uccide, assenza di coretti insopportabili degli amici spiritosi, assenza di bimbi allo stato brado perché seguiti dall'animatrice chiamata apposta per loro, assenza di pacchianate e messe in scena che qui da noi vanno tanto di moda.
A pensarci bene l'ottimo e l'elegante sono stati contrassegnati dalle assenze...

Infatti solo le presenze sono state le uniche cose negative. E per la precisione sono state due.
In cima alla lista il duo di quegli antipatici del fotografo e del cineoperatore che hanno letteralmente fagocitato e schiavizzato gli sposi, arrivando perfino ad interrompere la marcia d'ingrasso della sposa in chiesa. Ne avevano per tutti: sui movimenti da compiere, sulle giacche da abbottonare, sulla luce solare che cambiava e imponeva scalette intense e serrate. Mi dovessi sposare io metterei ben in chiaro che la protagonista della giornata sono io e lì non si sta girando nessun film; loro sono solo dei testimoni per immagini di quello che accade. E chiederei ad Igno di fare le foto per me.
E poi c'è lui: Don Wanda, così soprannominato da me e il mio compagno dopo averlo visto smanettare come una soubrette all'altare da cui celebrava.
Don Wanda è andato bello fluido fino all'omelia, poi lì ha fatto un inciampo che gli è valso il nomignolo: esaltando il matrimonio religioso sopra ogni altra forma di unione tra persone - normale che lo dica, in fondo ci si immagina che quello corrisponda al suo sentire più profondo, alla sua fede -, si è impelagato su una distinzione tra Vero Matrimonio e quello che i politici vogliono farci passare per tale. Non ricordo le parole esatte ma il concetto è questo: se lui pensa alle varie sigle usate fin ora dalla politica per definire le unioni civili - che ricordo, se ce ne fosse di bisogno, qui in Italia non sono riconosciute -, PACS, DICO, DICO-RE e chi più ne ha più ne metta, gli viene in mente un negozio di animali dove si vanno a comperare due cocorite, oppure due criceti, e così si ha un'unione. Ergo: unione non benedetta dal matrimonio religioso = accoppiamento tra animali.
C'è bisogno di dire quanto la cosa mi abbia fatta incazzare? No, vero? Essere paragonata ad una bestiola - di tutto rispetto però!- solo perché non mi posso sposare, vi pare possibile? E da chi poi? Da un associato al C.M.P.? Ma mi faccia il piacere Don Wanda! Chiami i Boys e si dia una calmata! Inutile dire che nella celebrazione non c'è stato alcun accenno al fiume di vergogna che sta ricoprendo la chiesa proprio in quest'istante. Nessuna scusa, nessuna richiesta di partecipazione. La cosa non era mai avvenuta, stop.
Altrettanto inutile dire che appena finita la cerimonia per il mio compagno sono diventato la Cocorita e lui per me il Criceto.
Se non ci ridi un po' su gonfi la gente di botte.

Quindi sia ben chiaro, da ora in poi se vi volete sposare, fatelo senza di me, a meno che non siate una coppia di cocorite o criceti. Io vengo con le gabbie matrimoniali.

PS: C.M.P. = Club Mondiale Pedofili

WE MADE TOO MANY WRONG MISTAKES.




"We made too many wrong mistakes."
Lo dice Yogi Berra. Ha ragione.
Se ripenso alle scelte fatte e che hanno portato a questo stadio della mia vita qualche dubbio sull'utilità, meglio sulla giustezza - si dice? - di tante scelte mi è ben venuto.
Si fanno gli errori convinti di far bene, ecco che gli errori diventano sbagli enormi. Quante volte abbiamo detto o abbiamo sentito dire: "Ah, se avessi detto.... Se avessi fatto così invece di cosà"...
Vale solo se si vuole fare un paragone, o accertarsi del percorso giusto o sbagliato che ha preso al nostra vita. Indietro non si torna.
Ma quando il BIG BANG si va espandendo alla velocità del suono, della luce, dell'universo in espansione, e tutto sembra che barcolli, è abbastanza normale cercare di tirare le somme e dire che certe scelte non si sono rivelate troppo azzeccate. Normale. E pure puerile.
Ma umano.
Allora bisogna stringere i denti e capire che recriminare non ha molto senso. Alcuno nella maggior parte dei casi.
E trovare il coraggio di augurare buona fortuna a chi sta vivendo la bellezza di quello che piace anche a me e mi è negato.
Magari ci riesco domani.
Magari.
O dopo domani.
Intanto stringo i denti.

lunedì 10 maggio 2010

TIM


Mi chiamano al telefono e mi dicono: "Ciao, ti telefono dalla sala d'attesa del chirurgo! C'è un po' di coda e devo aspettare per la visita. Son qui a fare quello che anche tu dovresti fare ma ti rifiuti di fare. Mi spiano le tette".
Risposta: "...".
Dove ... sta per: "Di nuovo?".
"Sì, di nuovo, ma stavolta mi tolgono via tutto, quindi più nessuna traccia di quest'odiosa ginecomastia!".
Risposta: "...".
" Sai, pensavo che mentre io mi opero tu ti potresti far togliere quelle orrende rughe dal collo ".

Poi riattacco. L'altro telefono squilla, è la scusa per non farsi insultare oltre, anche se non faccio in tempo a prendere la telefonata.

domenica 2 maggio 2010

CENTESIMA BARBARIE




Innanzi tutto buongiorno e benvenuti al post numero cento. Per i festeggiamenti vedremo... Magari basta che m'infilo un abito lungo per sentire la festa... O forse che mi tolgo il pigiama e mi vesto.

Sono seduta davanti alla finestra, con 'sto coso sulle zampe, per cercare di riordinare le idee. Fuori c'è il sole e il caldo. Urge caffè, ma dopo il caffè si richiederebbe la sigaretta e invece mi sento un po' provato dal fumo... Magari salto. Ma non son qui per parlare delle mie ansie bronchiali. Dovrei quindi capire perché sono qui. Se mi concentro ce la faccio... Forse.

Mi stiracchio un po' le braccia, prendo confidenza con il mondo e vediamo quello che esce fuori.


Comunicazione di servizio: gli studenti non hanno rotto perché sono andati a letto presto. Non sono stati colpiti dalla mia maledizione, ma probabilmente più decisamente offesi dalle dure nottate in discoteca affrontate durante la gita scolastica. Come si dice: basta raggiungere all'obiettivo. Il Titanic non è affondato e siamo tutto più felici. Alla luce del mattino la nave appare molto più squallida di come mi era apparsa la sera prima, e soprattutto sporca. Niente glamour da "Love Boat", il cappello a tesa larga non è più richiesto. Sbarco volentieri e mi immetto senza navigatore satellitare nel traffico di una città che conosco, ma solo a piedi, per dirigermi al centro dell'Isola. Panico, ma se metto le spalle al mare ogni strada mi porterà allautostrada. Spero. Evito le code previste perché non ci sono, guido peggio di loro per divincolarmi dal traffico intenso in uscita che se lo facessi in Toscana mi prenderebbero a ceffoni il trucco gli altri utenti della strada.


Arrivo giusto in tempo per avere mia bella scampagnata del primo di maggio. Meno male che a colazione sono stata leggera. Sul cucuzzolo della collina, circondata da montagne verdi e persone simpatiche, ho mangiato mangiato mangiato mangiato mangiato mangiato mangiato mangiato mangiato e ancora mangiato. Ho le prove di tutto questo, ma non potendo scaricare le foto nel computer vi dovete fidare della mia parola. Ma so che mi credete, perché la scampagnata del primo maggio, come quella di Pasquetta, e qui pure quella del 25 aprile, non può essere che BARBARICA. A partire dalle cose che si mangiano: per lo più alla griglia, con uomini costretti a creare, curare, ravvivare ed infine estinguere fuochi, che pare di essere tornati al tempo delle caverne. Il fumo ed i grassi che sfrigolano fanno sì che alla fine della giornata puzzino anche un po' da uomini delle caverne. Teglie di pasta al forno di dimensioni ciclopiche: ad un certo punto viene dichiarato che per poter utilizzare una teglia così grande, hanno dovuto sostituire il forno, che quello normale non era abbastanza grande...

Poi i luoghi: la casa ed il fondo in campagna-collina-mantagna-meglio mare, di qualche parente/amico serve all'uopo. Se si è tanto fortunati da essere defilati, si può addirittura godere dell'isolamento, e di pochi eco di Karaoke che arrivano dalle vicinanze. Spesso non c'è elettricità e le case stesse a volte sono solo baracche in lamiera. I tavoli sono arrangiati, le sedie raffazzonate e tutte le stoviglie sono rigorosamente di plastica: non si lava e non si ricicla. Di grazia che i sacchetti si depositano poi nel bidone e non lungo la strada. Menù tipico? Pasta al forno e grigliate di tutto quello che è possibile grigliare.


Si va avanti per ore con le dovute pause tra una pietanza e l'altra.

Poi, prima di rimettersi a tavola per la cena, presto perché in casa non c'è la luce elettrica e bisogna approfittare fin che dura quella solare, abbiamo fatto una bellissima passeggiata nel verde, tra il profumo di fiori selvatici. Una meraviglia e una faticaccia che ha... stimolato nuovamente l'appetito. Abbiamo salutato un gregge di pecore sopravvissute alla Pasqua, raccolto fiori e fatto foto.

E se prima di partire giuravamo di non voler mai più aprire le ganasce per inserirvi altro cibo, durante quell'oretta solo ci cibo abbiamo parlato. Così che tornati indietro si era giusto giusto fatta l'ora di cena. E noi abbiamo obbedito all'istinto primario.


Ho avuto anche io il mio primo maggio barbarico. Ora a dieta che entro sabato devo entrare dentro l'abito da cerimonia.