domenica 24 febbraio 2013

CASA DI BAMBOLA



subito.it



Lo "spazio vitale" è una necessità che si manifesta ogniqualvolta ti viene negata. Come la necessità di bere o di fumare si fa presente solo quando sei obbligato a proseguire nel deserto dell'autostrada, ospite nella macchina di un accanito non fumatore.
Per me una una sensazione nuova. Ma intensa. Un metro di paragone che fino a poco tempo fa non avevo. Che mischiato all'euforia che il trasferimento a Milano mi sta dando, riempie queste giornate che fondamentalmente non sarebbero pienissime.

Infatti ho passato la serata organizzando la notte. Spostando, brigando, preparandomi ad aprire il divano letto per mettermi a cuccia.

È cambiata la casa, sono cambiar gli spazi.
La sensazione di vivere in un monolocale è conturbante per chi arriva da 100 metri quadri navigati in solitaria. Come dormire assalsicciato in un sacco a pelo dopo una vita sul King size a quattro di bastoni!
Conturbante e con un vago sapore di sfida. Sfida che naturalmente ho accettato.

E quando mai?!

Non mi dispiace stare qui.
Perché per vivere in pochi metri quadrati ci va organizzazione ed io ne sono capace.

Non fosse altro che bisogna ricordi, ogni volta che ho cucinato, di spalancare le finestre per evitare che la notte gli odori di cibo si depositino sulla pelle della faccia e sulle lenzuola che invece insisto a volere profumate e linde... Entrambe: pelle e lenzuola.
Non fosse altro che bisogna gestire in maniera scientifica lo spostamento delle stendino con la biancheria da asciugare: non si può dormire con tutto quell'umido nella stanza e l'odore di ammorbidente che ammorba, e l'idea che se mi alzo la notte per fare pipì, mezzo addormentato, potrei inciamparci contro e stendermi un femore... Ma di notte non lo si può neppure lasciare fuori, in terrazza intendo: la mattina qui il paesaggio è bianco di gelate che ricorda Riga - Lettonia -  che non è proprio il posto più secco del mondo.
Non fosse neppure per la gestione delle varie tipologia di spazzature che separare e conferire ad arte sarebbe impossibile se non ci fosse uno spazioso terrazzino: vivrei come un essere eticamente superiore ma sommerso nella proprie immondizie.
Non mancasse poi la questione letto: da un comodo lettone in ferro intagliato sono passato ad un divano letto di qualità eccellente... Ci dormo come un papa senza accorgermi del cambiamento... Ops! Scusate il paragone dimissionario. Ci dormo da Re ma...

Ecco, questa del divano letto è la parte che mi piace di meno: fa un pochino troppo studente alla mia età.
Il coso è da aprire e chiudere tutte le sere che l'universo creato manda in terra, toglierne i cuscini, prelevare dalla cabina armadio il piumino e sistemarlo, rincalzare, spianare eccetera eccetera. E la mattina seguente operazione inversa dopo averlo arieggiato, naturalmente.
Oltre a ciò mi inquieta un po' perché mi fa venire in mente le scene da Stanlio e Olio quando i letti pieghevoli erano verticali e a parete, ed i protagonisti degli sketch ci rimanevano puntualmente chiusi dentro... E se una notte, non so per quale magia, mi ci chiudessi dentro e non fossi in grado di riuscire, chi si accorgerebbe della mia mancanza? Chi verrebbe a cercarmi? Forse solo i pompieri dopo che i vicini si fossero lamentati dei mefitici gas dell'avanzato stato di decomposizione. Che di per sé è già un bello sfondare di porta, ma da morto che me ne faccio dell'invasione dei firemen?
Terrore puro in salsa Hollywood trash. Psicopatologie da mettere a punto e reinserire nei cassetti della logica: il letto non si chiuderà su se stesso ed io potrò alzarmi ogni mattina con tranquillità. E farmi la doccia per non puzzare di piaga da decubito.

Al più mi romperò così tanto che alla fine sceglierò di cambiare casa. Mercoledì infatti ne vedo un'altra.
Per ora proverò a fare qualcosa per renderla più accogliente, che forse ne ho bisogno per avere meno scompensi quando ci torno. Un paio di mobiletti da Ikea e passa la paura.
Ma rimando a quando finirò dal corso di rientro in attività e rientrerò da una visita lampo alla città d'origine. Ora devo scappare.

PS: ma previsioni per la notte degli Oscar, no?!


lunedì 18 febbraio 2013

È FINITO IL FESTIVAL




uglypostcard.wordpress.com


Una considerazione veloce su Sanremo che è finito da poco. Tutti i quotidiani titolavano : boom d'ascolti. Per la serata finale si parla di punte di tredici milioni e mezzo di ascoltatori.
Complimenti. Battimani. Premi. Fiori. Ora tutti a casa, please.

Ora: se è vero com'è vero che Silvietto lo definì già prima del suo inizio "Festival dell'Unità"; come, se è vero com'è vero che dopo aver detto una delle sue monumentali cazzate lui non torna mai sul luogo del delitto per confrontarsi tra dichiarazioni rese e risultati dell'evento criticato; ma se lo facesse un paio di domande non gli potrebbero venire in mente?
Anche tre...
Per esempio una potrebbe essere...

-Mi sono sbagliato? Non è che per caso non si trattava di un Festival dell'Unità ma di un buon prodotto televisivo?

 Un'altra...

-Ma se insisto a percepirlo come un "Festival dell'Unità", non è che magari gli italiani che guardano la TV sono un po' tutti comunisti? Allora le perdo le prossime elezioni...!!!

Infine:

-E visto che quei due "comunisti" che presentavano il festival - gli stessi che ho fatto attaccare a sangue dal giornale di famiglia con la scusa dei compensi richiesti ed ottenuti - se questi, con cachet inferiore a quello che ho fatto dare a Giuliano Ferrara per l'indigesta Radio Londra dopo il TG1 delle 20:00, fanno più ascolti e successo di lui, con una valanga di soldi di sponsors che piovono nelle casse della RAI, non è che il paese mi si sta rivoltando contro?

Basta.

Son considerazioni vane, al vento. Inutili come un'autocritica del PD, che se ne è fatto così tante da non riuscire neppure a ritrovare l'orgoglio di essere quello che è. Del resto se i PD si fanno tante autocritiche, lui mai che se ne sia fatta una. E certo non inizierà adesso.
Quindi discorsi al vento.

Però mi andava di farli, visto che tanti, anche nella rete, su Facebook specialmente, avevano abboccato alla solita storia montata ad arte dai giornali di "famiglia" per attaccare chi il proprio lavoro lo sa far bene e acchiappa la simpatia e gli ascolti popolari, leggi Fazio e Littizzetto, mentre tendono a scordare, ad arte dico io, la merdaccia nascosta di chi soldi ne prende ancora di più ma è protetto dall'omertosa informazione di parte.

Buon prossimo Festival di Sanremo.



sabato 16 febbraio 2013

MILANO



rizegallery.com


È inutile. Milano è diversa.
Diversa non solo nell'aria, nella luce, nell'affollamento.
È diversa nel ritmo: non frenetico, no, ma costante, inarrestabile. Come se la macchina del vapore dovesse rimanere accesa costantemente. Come se la soluzione di continuità non facesse parte di questi territori del nord. L'andare e il fare rientrano nella tradizione che non si discute: la si partecipa.

Al fine di non rallentare il ritmo condiviso anche l'azienda per i trasporti cittadini, l'ATM, s'impegna ad informare gli utenti bigliettati, spedendo almeno un paio di avvisi al giorno negli smart phones abilitati, per segnalare spostamenti di fermate, variazione di linee, corse speciali per eventi speciali.

Ma che sia tutto diverso lo noti soprattutto se arrivi da un piccolo, meraviglioso centro della Toscana dove i ritmi, per assurdo, sono più forsennati che qui. Perché se è vero che per correre bisogna essere allenati, qui lo fanno da sempre e quando li guardi, sembra che vadano solo un po' più veloci della media.
Siccome da noi ci siamo un po' meno abituati, quando ci proviamo arranchiamo, sudiamo, facciamo un casino tale che sembra che lo zoo del circo di Moira Orfei si sia messo a ballare il twist. Facciamo più fatica di loro, dei lombardi intendo: non fa parte del nostro DNA, noi dobbiamo pensarlo, studiarlo e quindi programmarlo come un elemento estraneo.


Passeggiare per le strade di questa città, soprattutto in quelle del centro, congestionate più di pedoni che di macchine, significa percepire con precisione quello che i milanesi vivono, cioè la certezza di vivere al centro del mondo. Una certezza che ti prende anche se come me, ci arrivi da parvenu, da ultima ruota del carro.

Ho il mondo del teatro ai miei piedi, le mostre, le possibilità a portata di mano. Un piccolo regalo dell'universo che ti sposta dalla quiete al mondo delle possibilità.

E allora me lo godo. Mascherando la mia estraneità al posto aprendo e chiudendo a cavolo tutte le vocali, trasformando il bus da genere maschile al femminile, chiedendo alla cassiera il sacchètto invece che la busta... Ed appoggiandomi, piccola zecca, a chi qui vive già a sa come muoversi, sa come si fa, cosa c'è da vedere o ascoltare o assaporare.
Godendo di questo privilegio da turista improvvisato e destinato, col tempo, a trasformarsi in uno dei tanti che qui vivono. E godono di tutto questo con la parsimonia di coloro che lo hanno come realtà quotidiana.

Penso tutto questo in una sera in cui guardo San Remo... Un po' per rinverdire i fasti dei Festival dell'Unità come dice il Silvio nazionale. Un po' per la Littizzetto che mi prende per le gonadi e mi strapazza ben bene ogni volta, facendomi ridere come un pupo. Un po' perché sto cedendo alle insistenze altrui sulla bontà della trasmissione, ed io sono in tipo che si lascia convincere con buone argomentazioni.
In fondo un po' di sano nazionale-popolarismo in attesa della meritata dormita non può far male.
Per di più che quest'anno, a concorso, anche se poi sapremo che non vincerà, è stata ammessa una canzone che rimarca la possibilità di essere amati da un uomo, pur essendo uomini noi stessi. Perché non tifare la consorellità?

Ma non è questo che volevo dire.
Sto guardando San Remo e ad un certo punto... Appare la vedova di Mike Bongiorno, Daniela Zuccoli che deve inaugurare la statua dedicata al marito e basisco... Ma che faccia si è fatta?!


domenica 3 febbraio 2013

METEO NEURO



fotomiafattadame

Mentre dalla Protezione Civile mi invitavano a stare calmo, parecchio calmo, allertato dalle allerte meteo TV, mi sono immediatamente procurato anche un set di catene adatto alle gomme della macchina. 
Io le ho prese: non si sa mai che oltre a beccarmi la multa per non averle a bordo, mi becco anche la nevicata che m'inchioda in autostrada per ore, quella che costringe a fare la pipì nelle bottiglie per non scendere dalla macchina... Becco e maziato, così. 
Perché di solito, in auto, di bottiglie non ne ho... Non so voi...

Invece l'allerta annunciata si risolve con qualche spruzzo di neve nelle montagne intorno alle città e niente di più. La mia "fonte" alla Protezione Civile ha detto il giusto, i Meteo televisivi no.

In verità in questa notte di prevista e mai avverata tregenda, forse sul parabrezza uno o due fiocchi sciolti - il termometro segnava +3,5 gradi centigradi - si sono depositati. Ma nulla di più.

E stamani se aprendo gli occhi mi fossi aspettavo di trovare la stanza invasa dal chiarore che solo la neve sotto i raggi del sole può dare, avrei avuto le aspettative prontamente deluse: niente. Qualche nuvola in cielo a promettere pioggia. Ma nulla di più.

Due settimane fa alla prima vera allerta invernale, con gli addetti del Comune che distribuivano in piazza sacchi di sale mista a ghiaia sottile, i notiziari che poco ci mancava invitassero a fare scorte alimentari, a tenere i nonni sotto chiave, mi son così tanto spaventato che per evitate l'arrivo del disastro bianco e non rimanere bloccato in Toscana, son partito di notte per raggiungere la Lombardia. Quando hai un impegno irrinunciabile, di quelli che senti in qualche modo ti cambieranno la vita, non vuoi permettere ad una bastarda precipitazione proveniente dalla Francia di contrastare questa tua intenzione. Allora, con la bufera prevista in arrivo alle 6 del mattino, ho evacuato la Regione natia partendo da casa alle 2:30.

Certo lassù son arrivato presto, prima dell'apertura delle scuole, ma l'unica neve incontrata l'ho vista a Genova. Basta. A casa non è successo nulla, le strade sono state praticabili sempre, potevo partire alle 8 come previsto.

Oggi ho fatto due passi in centro. Doveva essere invaso da bancarelle e turisti: come ogni prima domenica del mese c'è la Fiera dell'Antiquariato in corso.
Invece pochi stands, pochi turisti a passeggiare, ma un pomeriggio di una bellezza strabiliante sovrastava e incoraggiava a star fuori. Che chi mancava si fosse spaventato per le previsioni di ieri? Arezzo, secondo i meteorologi nazionali, avrebbe dovuto essere sommersa da una coltre bianca.
Non so. Certo che chi voleva mettersi in viaggio per arrivare fino qui si sarà domandato se ne valesse la pena o no. E la risposta temo di averla in tasca. Era un no.

Quindi, siccome che come dice il proverbio "a pensar male ci si azzecca sempre", è pensabile che la troppa cautela abbia giocato un ruolo non marginale in questo strafalcione? Che la ricerca della notizia bomba da sparare in diretta, abbia spinto a considerazioni non così approfondite? O ancora: che la meteorologia si stia dimostrando una scienza ASSOLUTAMENTE non esatta?


Tutto è possibile. Però devo dire che c'è una feroce, pacchiana discordanza tra quanto riferitoni dalla mia personale "gola profonda" della Protezione Civile, e quanto trasmesso dalle TV. La prima ha dato informazioni che si son rivelate esatte. Le seconde han perorato delle sonore caxate.


PS: spero che anche in questo caso i sostenitori del congiuntivo siano stati accontentati