lunedì 30 novembre 2009

BONACCIA




Oggi non girano le pale.

Ferme. Calma piatta sui monti Sicani. Qui dove ho visto un accumulo esaltante - per me - di pale eoliche per la produzione di energia elettrica, pare scesa la binaccia.

Strano.

Si fa fatica a distinguere un impianto dall'altro, tanto è continuo il merlettare del crinale dei monti con mulini bianchi dalle dimensioni epiche. Ancora le dimensioni... L'argomento centimetri riscuote in me un interesse ossessivo. devo parlarne con la terapeuta.

Insomma mentre fuori un po' di brezza la si percepisce, le pale stanno ferme. Che strano. Devo capire di più di questi sistemi maestosi che mi incanto a seguire con gli occhi ogni qualvolta me li ritrovo davanti. Provo un infantile soddisfazione a vedere il movimento lento di quei rotori all'orizzonte. Qualcosa di ipnotico. Nella giornate di nuvole basse, vedere il movimento che emerge solo in parte dalle nubi mi incanta. Mi immagino la forza sovrumana della natura che incessante spinge e ci regala energia per le nostre esigenze di umani. M'immagino e ringrazio le manti geniali che convertono il dono del vento in lampadine accese, computer efficaci, calore per le case.

Non resto immune neppure alla forza della natura che prima faceva girare le macine dei mulini e vedere l'acqua di un piccolo fiume imbrigliata per creare movimento mi elettrizza. Trovo questa possibilità un premio all'intelletto umano. In un momento in cui l'intelligenza dell'uomo è così nascosta alla massa, come potrei non essere felice di scoprirla in queste piccole e grandi cose?


Mattinata poetica mentre percorro in autobus la strada che mi riporta a Palermo e al suo aeroporto. Tempo di tornare a casa. Non è facile allontanarsi da questo clima frizzante con una luce sfolgorante, cristallina. Come se fosse ancora primavera. Il mare è una tavola piatta, blu, blu blu. Il mare. Meno male che c'è.

Mi concedo l'arancina d'addio prima del controllo di sicurezza e poi m'imbarco.



domenica 29 novembre 2009

DELLA DIFFICOLTA' DEL CAMMINARE






Marciapiedi... Oppure: è nato prima l'uovo o la gallina?

In questo paese si cammina poco perché ci sono pochi marciapiedi, oppure ci sono pochi marciapiedi perché la gente ha sempre il culo sul sedile della macchina?

Dilemma. Quello che posso constatate è che: 1- le macchine in giro rapportate alle dimensioni della cittadina sono un numero esorbitante; 2 - se mi metto a camminare come faccio a casa mia in Toscana, qui devo prestare particolare attenzione a dove metto i piedi, mentre su posso andare quasi tranquillo. E non parlo dell'emergenza rifiuti che ha colpito la provincia di Palermo esattamente al mio arrivo - si sa: sono quello che ha un'emissione Co2 potenzialmente distruttiva per l'intero pianeta, un po' di "monnezza" me la merito - ma delle dimensioni, manutenzione e arredo dei marciapiedi locali.


Tutte le mattine mi faccio camminando un paio di chilometri e più per andare a fare il manovale nella villetta in campagna. In alcuni punti cammino direttamente sulla strada: spazio riservato ai pedoni non ce n'è! Dove c'è ho circa un 30 cm. di spazio per camminare, e dove invece ce ne sarebbe addirittura un metro e più, in mezzo allo spazio calpestabile, ma scientificamente al centro, hanno piantato alberi comunali da evitare, con tanto di buca terrosa quadrata; oppure trovo enormi vasi d'arredamento, delle dimensioni esatte del calpestabile, piazzati lì da chi crede di rendere più bella la propria casa che sta alle spalle... Nel corso, dove lo spazio ci sarebbe per tutti, se le macchine non sono buttate al parcheggio selvaggio, ad un certo punto della camminata si debbono per forza scalare le scale dell'ingresso di una delle molteplici chiese: non c'è verso, il primo gradino corrisponde al cordolo del marciapiedi. Ma non basta. Per non togliere spazio al parcheggio delle auto sovrane, i bidoni della spazzatura, traboccanti, sono appoggiati SOPRA il marciapiedi. Un delirio. Una follia. Un'assoluta disattenzione alle esigenze di chi cammina, o peggio si arrischia ad avere un passeggino col bebè o una malattia invalidante ed ha bisogno di un ausilio alla deambulazione.

Non capisco.


Ma capisco allora il bisogno di chi si pianta con la macchina in mezzo alla strada per fare rigogliose conversazioni al finestrino con guida in senso opposto. Scusate, ma se non ho dove fermarmi in piedi a far due chiacchiere, io lo faccio con il deretano appoggiato all'alcantara della MIA auto. Se per fare la spesa rischio di rompermi un piede nelle fosse delle marianne degli alberi, oppure rischio di fare la corrazzata potionkin con il mio passeggino e il bebè a bordo, io lo metto sul sedile davanti, senza cintura o seggiolino magari, e procedo a passo d'uomo a nel traffico ingorgato della via principale del paese. Anzi a velocità mulo.


Ripeto: non so quale sia la causa e quale l'effetto. Ma un po' di attenzione per godere di più di questo clima stupendo, forse, e ripeto FORSE, gli organi competenti potrebbero porcela. Senza guardare troppo al culo della gallina, si potrebbe vedere se rendendo più confortevole la passeggiata gli abitanti potrebbero essere interessati ad inquinare di meno ed a stringersi la mano uno di fronte all'altro, senza la distanza degli specchietti retrovisori a dividerli.


sabato 28 novembre 2009

SICILIA 2 - IN VOLO CON VOLO



Manovale manovale, demolisci i muri manovale!

Libera interpretazione di un vecchi successo di Jovanotti. Spero no s'inalberi. In effetti lui parlava di muratori che costruivano i muri, ma che poi si potevano dipingere, colorare, fare crollare, buttarci la palla di là, butta la palla di là etc. etc.

E mentre il muratore ricostruisce i muri che ho smantellato, mi rendo conto che la vita è tutto un fare e disfare, senza senso. Viene il giorno in cui anche le cose che avevamo scelto con tutto l'amore, la coscienza e la convinzione, divengono obsolete e e non se ne capisce neppure la ragione che ne sta alla radice. Le ringraziamo per averci accompagnato in un tratto della vita e... ADDIO.


Di queste incertezze non deve soffrire il signor Volo di cui ho letto un libro, "Il giorno in più", terminato proprio durante il viaggio. Al protagonista - posso osare dire anche all'autore? - piacciono le donne, e fin qui non c'è nulla da ridire. Milioni di pagine sono state scritte sulle donne da chi le ama e le vorrebbe possedere e magari riesce pure a farlo creandosi un personale campionario di conquiste. Quando è scritto col garbo necessario nessuno ha mai avuto da ridire: non ho mai saltato una pagina solo perché non condividevo l'argomento. Ho letto e se era il caso, ho apprezzato. Ma qui, OH MY GOD! Niente, nient'altro che PATATA, PATATA, PATATA per il paio di centinaia di pagine di cui è composto il romanzo. Tutto parte da lì. Tutto ritorna lì. Tutto sta dentro e intorno a quella. Ogni altro argomento introdotto, scompare nella profonda vagina delle donne nominate solo perché possedute. Anche il rapporto con la madre, che pure ci pare intuire abbia creato discreti danni al protagonista, diventa marginale. Il padre sparisce in tenera età e non ne comprendiamo il perché. A malapena si riesce ad intuire il lavoro del protagonista che pure, deve lasciargli molto tempo libero per consentirgli di girare il mondo. Poi s'innamora in maniera travolgente, ma non riesce a non fermare i ricordi delle altre mentre saltella da una riva all'altra dell'Atlantico.

Insomma: brutto.

Un libro che non regalerei, volgare nelle sue parti comiche che tanto vedo decantate dagli altri lettori nei siti di settore. Alcuni esempi? Come fare la cacca in aereo senza farsi crescere a dismisura i peli del deretano. Come congelare i profilattici. Come scoreggiare in casa d'altri senza essere uditi. Come classificare le scoregge.

Che meraviglia, che delizia, che tomo profondo!

Peccato.


venerdì 27 novembre 2009

SICILIA 1 - ODORI



Il signore cinese che sta dietro aromatizza la carrozza con la puzza dei suoi piedi. E' un odore particolare, tra il marcio e il tè verde, impossibile che non venga da lui. Siamo io e lui in questo scompartimento, e io non sono di certo. Giro leggermente la testa a controllare ma le scarpe non le ha tolte. Accidenti, averlo in casa dev'essere come allevare delle puzzole. Forse bisognerebbe solo cambiargli i calzini o le scarpe e consigliargli un modello in vero cuoio, e non quella fraudolenta imitazione di Nike che gli friggono i piedi.

Più tardi. Davanti a me sta seduta una coppia elegante: lei franco-italiana alterna frasi in italiano e in francese, lui capisce lei ma le risponde in italiano. Entrati nello scompartimento si sono accomodati: lei-"E' in orario"; lui-"Già"; lei- "Meglio". Poi quando la comunicazione sembrava terminata e lui aveva già aperto il quotidiano, lei è partita in una caziata in francese sul di lui vizio di fumare. Lei profuma di lilium e lui legge. Un profumo di un'eleganza con una marcia in più. Non credo neppure che potrebbe stare bene a tutti, ma a lei calza a pennello. Godo di ogni refolo l'aria che mi porta l'aroma, perché è buonissimo. Peccato che dopo il primo attimo di piacere non possa non ricordarmi l'odore della camera mortuaria della Misericordia. Povero lilium: indissolubilmente legato alla morte.

Termine corsa: abbandono i miei anonimi compagni di viaggio. Salgo sul treno che mi porta in aeroporto e lì sto per stramazzare al suolo. Meno male che ho i manici delle valigie a sorreggermi: dopo i piedi cinesi, il lilium mortifero ci mancava la puzza umana del vagone lercio chiuso sotto il sole. Come se fosse stato abitato negli ultimi vent'anni da un raggruppamento armato di barboni in inverno. Grazie alle Regie Ferrovie dello Stato in meno di tre ore ho fatto un tour olfattivo degno di una visita al museo dei profumi. Ma da vomito.

PS: per lo stesso tempo di percorrenza tra città e aeroporto, in Germania ho pagato la metà del biglietto pagato qui ed ho pure viaggiato in un vagone PULITO.


Sempre parlando di naso: di ritorno dal mio lavoro di manovale in cantiere di casa Sicilia - manovale perché mi fanno solo demolire, smurare, trasportare i calcinacci, passare gli attrezzi, spalare la rena per l'impasto o portare le calrarelle del cemento, ma non osano farmi incollare un mattone all'altro - e fanno bene - di ritorno, dicevo, avevo le narici incollate dalla polvere. Sì è vero, abbattere pareti crea un leggero alone di polvere. Mi sentivo il naso così intasato che se avessi aspirato tutti i detriti per spostarli da un posto all'altro, avrei ottenuto lo stesso effetto mortifero.

Allora mi sono sciacquato le frogie in profondità, aspirando acqua. Magia della pulizia: quando sono uscito per andare a fare la spesa gli odori erano intensi e bellissimi: sotto il vento di scirocco, potevo avvertire l'odore del mare.



lunedì 9 novembre 2009

RONFARE


Eccolo qui, cappottato come la spider della Magnani



Passata domenica in casa,
Fuori piove a tratti.
Come se il tempo metereologico avesse deciso di riprendere il controllo sulle nostre vite: basta pretendere che sia sempre bello, sempre tiepido, le montagne sempre innevate. Ora faccio come mi pare.
Mi pare di sentirla questa voce che tuona dall'alto. Del resto d'immagini bibliche di voci tonanti che nell'antichità sbaragliano le nuvole è piena la nostra cultura. Non è detto che non le risentiremo quando oseremo, laicamente, staccare il primo crocifisso dalle laiche aule scolastiche. O forse no.

Non ispirato all'uscita di casa, ho passato la serata in compagnia del gatto che si è sorbito la duecentocinquantunesima visione di "Pomodori verdi fritti" - etc. etc. - e poi anche la puntata di "Criminal Minds", una delle poche cose che aspetto in TV. E mentre sullo schermo passavano i volti dei personaggi che ragionano come robots e non hanno nulla di umano, neppure nelle espressioni, ma mi piacciono proprio perché sono TOTALMENTE FASULLI e non falsamente veri e intensi come nelle nostre fictions, dicevo che mentre guardavo la TV il gatto si è accoccolato sulle mie ginocchia, preferendomi alla stufa.
Devo essere un tipo caldo. Che dire?
Mi ha fatto comunque tenerezza il suo totale abbandono mentre russava sulle mie gambe - perché Pallino russa davvero - la totale fiducia che ha riposto in me mentre si faceva addirittura massaggiare la pancia, la testa, le orecchie.
Basta poco a commuoversi. Basta poco per sentirsi importanti.
Chi non ama i gatti potrebbe obiettare che gli sono servito da scaldino e da pedana vibrante, e forse non avrebbe tutti i torti. Ma io che lo amo e so quanto i gatti siano tutt'altro animali senza riconoscenza e memoria delle persone, so che stasera mi ha fatto un regalo: mi ha fatto sentire utile a lui nell'incerta sfera che va a toccare gli affetti felini. Non nella nutrizione e nello smerdare la lettiera, compiti che eseguo con diligenza e precisione. A suo modo ha dimostrato di fidarsi, ha aperto una porticina che spesso gli umani chiudono per la solita paura della delusione. Mi ha riconosciuto.

Grazie mille grandissimo rompipalle di un Pallino.

P.S.:Che poi quando sono sceso per mettere la macchina in garage abbia tentato la fuga verso il suo parcheggio preferito è un'altra storia...

venerdì 6 novembre 2009

301 PER ORA





Pronto, sono pronto per alzarmi dal computer e abbandonarmi alla schiavitù ossea dello yoga.
Devo staccarmi dallo schermo ma... che fatica!

Grazie ad Igno ho scoperto http://www.anobii.com e mi sono creato un altro lavoro, quello del catalogatore di libri: i miei. Caspiterina, sono a quota 301 ed ancora non ho finito.
Oggi sono riuscito a inserire "Vita di Pi", che stava nel terzo gruppo degli stranieri e che proprio Igno mi aveva regalato, e sempre lei mi faceva notare che ancora non c'era sullo scaffale elettronico. Fatto! Adesso se apri, i libri sono posizionati nella biblioteca in noce virtuale dall'ultimo finito, lo vedi lì.
Prendo la cosa con disincanto e come la possibilità di crearmi un catalogo completo delle cose che ho, da trasferire magari in Exel... Così che non mi compro due volte lo stesso libro, come oggi ho fatto oggi con un DVD, ma quella è un'altra storia. Comunque un paio di moccoli li ho tirati...

E poi c'è la possibilità di spolverare i volumi che giacciono non toccati dall'anno scorso. Con D. che mi fa le pulizie avevamo deciso che questo era il momento di farlo, chiuse le finestre, passata l'estate. Ma le basterà aspettare ancora un po' e il lavoro sarà fatto da me. Con più amore. Estraggo il libro dallo scaffale, inserisco il codice nella macchina, spolvero il tomo in attesa che appaia la copertina, cerco date di riferimento nella prima pagina - un tempo mi divertivo a segnare dove e quando lo avevo preso - chi me lo ha regalato, se si tratta di un regalo, aggiungo un commento e vai al prossimo. Non prima di aver dato una seconda passata di straccio ed aver controllato le condizioni di conservazione del volume.
Inutile dire che i ricordi scorrono a fiumi, perché per me i libri sono anche questo. Più delle fotografie. Rivedo, a volte, addirittura il momento in cui li ho acquistati, rivedo le persone con cui ero. Oppure i volti ansiosi di chi porgeva il pacco dono e aspettava una reazione positiva.
piccoli flash, istanti congelati. Anche nell'affetto. In alcuni ritrovo con sorpresa foto di me usate come segnalibro. Evito il confronto, ma il libro oltre alle sue fa scaturire altre immagini. C'è una foto di me a Parigi, alle spalle un cantiere per strada, ancora più indietro Montmartre. Indosso un cappello da marinaio, è la mia prima visita all'estero da solo. oppure una campagna toscana un po' sfocata, ma d'autunno e bella. Il fatto che le foto un tempo avessero la data, aiuta nella catalogazione.

Ma il lavoro è lavoro. Prendo seriamente anche questo. Insomma mi trasformo in...? Un certosino? Un amanuense? Un investigatore privato?
Un bibliotecario di casa propria.
Ho pure trovato varianti inaccettabili tra le vecchie cose: romanzi di Judit Krantz, Colleen Mc. Cullough, Tracy Quan... Stavo per non metterli. poi mi son detto che se non volevo fare lo splendido, dovevo cacciar fuori anche quelli e confessare i peccati di gioventù. Sarà una biblioteca sincera questa mia on line. Se volete farvi qualche risata, non avete che da sfogliare. Ho tutta la roba di Richard Bach in un bel numero. Ne do giudizi basandomi sui ricordi, quanto il libro mi abbia emozionato, quante volte lo abbia riletto. Oppure cose che non ricordavo neppure di avere e tanto meno aver letto. Che fare? O li si rileggono o li si potrebbe addirittura regalare o cestinare. Ma evito questa forma di selezione nazista per amore delle pagine stampate. Dell'odore della carta che invecchia, della polvere.
Tanta. Troppa.
Ciao, devo assolutamente andare.

martedì 3 novembre 2009

GETTING READY





La vita assomiglia ad un cartone animato o è il cartone animato che assomiglia alla vita?
Non sto parlando di tipi buffi che si incontrano per caso per strada o dell'amico che ha movenze da fumetto. Parlo dell'albero che vedo dal balcone, uno dei pochi ancora in piedi dopo l'attacco estivo dell'afide Segae Circularis, perché di un altro proprietario, un albero alto, rigoglioso e pieno di foglie. Dopo la pioggia violenta di oggi pomeriggio mi è apparso improvvisamente nudo, con tutto il vestito verde e giallo ai suoi piedi, come un albero di un film di Harry Potter, che arrivato l'inverno, si libera in un sol colpo di tutte le foglie. Rumore di cascata. La prova che l'inverno è ormai alle porte.

Come personaggi dei fumetti, o meglio come i topolini delle gabbie che ruotano istericamente nelle loro ruote da passeggio, girano girano e restano sempre lì, sento i commenti ed gli sbuffi sulle temperature che sono irrimediabilmente calate. Forse dimentichi dell'estate appena passata, una delle più lunghe e calde che il mio cervello ristretto ricordi. Più di una volta in agosto mi sono immaginato come Paperino che suda sulla sdraio in giardino, cercando refrigerio in una bevanda con cannuccia.
Ma a quanto sembra il ricordo è passato e memori solo di noi stessi, inveiamo contro il clima scomodo che ci costringe ad abbigliamento pesante e parapioggia. Come se quest'estate non avremmo tutti volentieri fatto la danza della neve mentre invocavamo un po' di fresco e la fine della calura

Ma nel frattempo si è creata una nuova emergenza: quella dell'influenza suina, che svolazzando da un continente all'altro è arrivata pure qui. Vittime ce ne sono e fa impressione vedere quanto le tv ed i giornali ne parlino. Il popolo come una migrazione biblica, sposta l'attenzione da un fatto all'altro, basta che sia reale: cioè che la tv ne parli. Ne parla anche il Vice Ministro della Sanità che raccomanda di non precipitarsi nei "Pronti Soccorsi" in caso di febbre. A farsi curare c'è certamente finito, ma dal ridere, qualche esperto Signore dell'Accademia della Crusca. Nei giornali francesi hanno cominciato a insegnare la prevenzione già dall'estate, qui Topo Gigio ci ha messo un po' di più per arrivare sugli schermi. Salvati da un topo. Di gommapiuma per giunta. Grazie Gigio.