fatta io
Questa è la casa strana, di uno strano proprietario.
Qui l'acqua della doccia è più calda se nel pannello solare è a 36 gradi piuttosto che a 39...
I gatti educatissimi, da un momento all'altro, fanno cacca e pipì sui tappeti, per la sola gioia delle lavanderie e senza fornire spiegazione alcuna...
Poi è una casa strana perché se si acquistano fiori per un'altra casa si finisce per lasciarli qui a ricordo di sé. L'importante è resistere a non fare ai fiori quello che si vorrebbe fare a chi li ha lasciati...
Poi cos'altro?
Poco a dir la verità. In questa prolungata fine di febbraio dalle temperature balenghe, ho ripreso, finalmente, a camminare con un certo impegno, visto che salire e scendere le scale del palazzo mi provocava dolori diffusi, manco avessi scalato l'Epire State Building. In attesa di un corso di step, in puro stile Jane Fonda, voglio quella tuta di lycra!!!!!!!, mi consolo camminando.
Oggi ho portato con me la cana che abita due piani sotto. La poverina si è sorbita la cavalcata di un'ora in stoico silenzio, senza opporre resistenza alcuna, stando invero al passo con agilità. Anche se lei ha quattro gambe e io solo due, tra me e lei c'è un buon metro di differenza nella falcata. Da questa passeggiata nei boschi, fatta di deviazioni mai affrontate prima, silenzi vasti e gradevoli, ho riportato la seguente informazione: sono già sbocciate le viole mammole nelle radure. EWWIWA!!!!
La conferma che la stagione del freddo sta passando, lentamente, me la da anche Madre Natura.
E' tempo, quindi, di piantare il basilico. Need fresh pesto sauce?
Strano è che ieri pomeriggio, percorrendo la Val Di Chiana ammiravo la persistenza di alcuni giganteschi cumuli di neve ai bordi della strada, mentre oggi in un'altra valle trovo le viole... E' proprio vero che basta girare la testa per vedere il mondo in maniera diversa.
Per sempio: ho iniziato a leggere un bel tomo di Grossman solo perché mi piacevano titolo ("A un cerbiatto somiglia il mio amore") e la foto di copertina (profili greco e riccioluto). Bene, dalle prime pagine ho capito di essermi impelagato in un'opera ciclopica, scritta con punteggiatura quasi inesistente, fitta fitta di parole da far venire l'ansia. E la domanda è: quando lo finirò?
Dopo averci letto in mezzo un altro paio di libri, parcheggiavo il tomo senza sensi di colpa, ora mi pare che scorra tutto a meraviglia e pure rimanendo un'opera di un certo impegno per un lettore come me, penso di potercela fare.
Bastava quindi solo un po' di distacco, mettere tra me e l'ansia che il tomo procurava, una discreta alternanza e lasciare che le pagine lette sedimentassero con calma.
Nel caso in cui mi si ripresentasse l'ansia del lettore inadeguato, ho già pronto un Malvadi-novità ad allentar le tensioni...