mercoledì 4 febbraio 2015

FREDDO



toysblog.it


Che dire?
Ben poco: la ragazzina con metà chiappe di fuori avrà non più di 17 anni, ma a voler stare larghi. Il fisico da pin-up, i capelli lunghi e corposi sulle spalle, incorniciano un sorriso soddisfatto ed un volto molto bello.
Bello, ma di fanciulla, non di donna.

Sta ferma, sorridente, davanti all'ingresso di un hotel di prezzo, non so quanto di lusso. Armeggia con un telefono di quelli intelligenti, almeno lui, ed indossa fiera il minor numero di centimetri quadrati di stoffa che abbiano mai dato forma ad un paio di mini pantaloni.
Il risultato è che le chiappe non ne vengono avvolte ma ne fuoriescono "estrose, divertenti", penserà lei.
In realtà parecchio invitanti e volgari.

La guardo mentre, incartato a strati nei miei piumini salva temperatura, mi affretto verso casa in una sera invernale, una di quelle che non vedi l'ora di metterti a tavola davanti ad una cosa calda, possibilmente liquida. E sì che non piove, ci mancherebbe anche questo a questa temperatura che coglierebbe al volo l'opportunità di sbattere giù una nevicata di quelle con tanto di folate di vento.

Lei sta lì e sorride un sorriso di soddisfazione sentimentale adulta.
Sopra ha una pelliccetta che potrebbe riscaldarle almeno lo sterno e le spalle.
Di certo non batte, c'è qualcosa di delicato e privato in lei che mi fa escludere l'ipotesi. Sembra solo aspettare fuori della porta dell'hotel l'arrivo di qualcuno che la porti dal punto A al punto B.
Mi viene da chiedermi dove finirà la sua serata, dov'è il punto B.
Scaccio i pensieri e le opzioni che si affacciano alla mia mente: non le voglio vedere perché son certo che quella ragazzina non fa commercio consapevole di sé.

Passo oltre cosciente che non la rivedrò mai più, che ci siamo accostati solo in quel nano-secondo di vicinanza metrica, domandomi perché sia lì da sola, dove si è perso il controllo di lei, perché nessuno sia con lei in quest'istante che potrebbe diventare doloroso, della sua vita.
E un po', perseverando nel non farmi gli affari miei, m'incazzo.