domenica 25 maggio 2014

RITROVAMENTI



mysocialweb.it


Ritrovo questa bozza scritta sotto Natale 2013.
In un Paese così lento, le cose non cambiano granché a distanza di mesi.
Lo pubblico apposta, perché attuale. Perché intriso delle grandi lentezze di questo mondo velocizzato.


Dovrei far altro ma non mi riesce di star quieto, vedere l'evoluzione delle cose con calma e serenità, magari indotta dai farmaci. Senza leggere tutti i giornali che mi passano per le mani, senza cercare affannosamente nel web le notizie che riguardano il mio lavoro.
Dovrei per esempio farmi una doccia veloce e volare verso un teatro per vedere il secondo balletto della mia intera vita: stasera "Lo Schiaccianoci".  È Natale. 
Una rivelazione a metà tra fiaba e fanciullezza questa danza classica che non mi annoia affatto.

Comunque dicevo. Pare che il destino di Alitalia porti verso gli Emirati Arabi, verso quell'emirato che per sete di cultura ha aperto o aprirà, unico caso al mondo, una sede distaccata del Museo del Louvre sopra una sua isola destinata alla raccolta del bello, del meraviglioso. Un'isola sublime.

E questo viaggio fino al 49 % del capitale dell'ex compagnia di stato, viaggia nelle ultime pagine dei giornali on line. Sfogli e lo trovi quasi a malapena. Lo devi proprio cercare. Come se lo si volesse tenere in disparte. Come se un sussurro fosse più pericoloso delle tante grida dei forconi nelle piazze.

Allora mi dico: nel 2008 servivano tutte quello strepito mediatico che qualcuno, ad arte, mise in piedi?
E se sì, a che cosa servivano?
A far in modo che tutto accadesse così com'è accaduto?
Com'è che adesso dell'italianità non gliene frega niente a nessuno?
Come mai ora gli arabi vanno bene, mentre i francesi ci facevano schifo e ribrezzo?

Certo in un paese stremato come questo, il destino di Alitalia è forse l'ultimo dei problemi reali. 
Peccato che ci siano famiglie reali, corpi reali che vivono del lavoro fatto in quell'azienda.

O meglio: adesso non ci sono alternative a quest'acquirente: la manovra deve portare l'affare in porto. Altrimenti i libri in tribunale ci vanno di sicuro, senza il salvagente artificiale che fu gonfiato a suo tempo.


Finiva così la bozza.
Come dicevo nulla è cambiato: il mistero incombe sulla trattativa, ammesso che sia ancora in corso, e nessuno grida allo scandalo o teme che il traffico dei turisti verso il bel Paese venga dirottato altrove.
Questo mi fa pensare.
C'è pure una campagna elettorale in corso e nessuno alza barricate al riguardo.
Adesso abbiamo la prova che questa soluzione, se soluzione sarà, andava già bene a tutti.


mercoledì 21 maggio 2014

CONTROVENTO



rigenerazionecarrellispesa.it

Sono cliente nel nuovo supermercato stellare aperto sotto la torre galattica del nuovo centro direzionale di Milano.
È un tripudio di luci, luminosità, pulizia. Non c'è calca ma c'è affluenza, perché la comodità di questo punto vendita è innegabile. Certo non è un iper, e dei prodotti mancano, ma è l'ideale per la spesa settimanale "senza trucco e senza inganno". E poi vuoi mettere che è a due passi da casa? E nel parcheggio coperto trovi sempre posto? Insomma, vado quasi tutti i fine settimana.

E come me tantissime coppie omosessuali: soprattutto di maschi. Li vedi, belli come il sole, che fanno la spesa trascinando carrelli debordanti di cose sane o di sovrane schifezze... Suggerendosi o escludendo fermamente prodotti dai carrelli. Esattamente come tutte le altre coppie.
Qui sono in tanti a venire per la spesa, tanto che a casa, mentre raccolto i sacchètti per andare in missione, chiedo: "Andiamo a fare la spesa alla Coop o all'Arcigay?".
Chiaramente mi mandano subito a quel paese. Voi sapete quale. Ma poi vengono qui all'Arcigay.

Non sono il solo ad averlo notato, ma più o meno bisogna avere il prosciutto sugli occhi per non accorgersi che il pubblico "di tendenza" è vasto è variegato.

Sabato scorso, mentre ancora deambulavo per il reparto frutta cercando di capire "cosa e perché", vedo entrare la famiglia felice, papà, mamma e figlio decenne. Belli, poderosi di stazza, ma non grassi, lei con un completo sovrastato da una collana dalle palle dalle dimensioni imbarazzanti, un paio di orrende "scarpe comode" dal colore grigio ratto, che nulla hanno a che fare con gli altri colori. Forse le necessitano per un nascosto alluce valgo... Gli altri due ben vestiti, stile benestante un po' fanée.

Entrano uniti fisicamente, senza un carrello per l'accumulo, senza un cestino per la cernita, e fanno massa avanzando lentamente, guardandosi intorno. Ricordano da lontano quella pubblicità degli incontentabili, ricordate?
Lei si piega subito verso l'orecchio del marito e sussurra coprendosi la bocca con la mano, in modo che il figlio non senta...

"È una cosa incredibile! È pieno di GAY!", spalancando la boccuccia pittata per far risuonare la "è" di gay nello sfiatare del sussurro.

Peccato la senta pure io...
Ecco, anche lei è una cliente abituale.