domenica 28 giugno 2009

CILIEGI IN FIORE PER C.


Passeggiata in centro a Toronto. A poche ore dalla sfilata dell'orgoglio omosessuale - e c'è ancora qualche str...ano che dice che non la si dovrebbe fare, "perché da un'immagine sbagliata dell'omosessuale", come se per il comportamento del premier tutti gli etero del Paese dovessero essere considerare come lui - guardo le vetrine delle grandi firme che sono distribuite su Bloor St. e alcune, bang & olufsen, kalvin klein e molti altri, hanno esposto la bandiera arcobaleno in onore del Pride che passa di lì. Bel gesto. Commerciale, sicuro, ma un bel gesto. Comunque un riconoscimento dell'esistenza di un certo tipo di popolazione. Avrei voluto vedere come avevano addobbato le vetrine per il Pride di Roma: tutte serrate? Non voglio ricadere nella trita polemica sulla sua utilità, affrontata troppe volte e senza risultato ogni anno prima di arrivare a giugno. Io lo accetto come un giorno di festa, come un momento per dire al mondo: "io sono qui". Ed ora più che mai, in un tempo e Paese in cui ci viene riconosciuto solo il diritto di vivere e pagare le tasse, c'è bisogno di urlarlo forte: IO SONO QUI.

La passeggiata è proseguita su una delle strade più eleganti e vivaci della vita notturna estiva di questa città dagli inverni molto freddi: Yorkville. Gente in ogni dove, controllori del traffico che staccavano multe, ristoranti e bar all'aperto, amici beccati con la donna sbagliata. O quella non ufficiale. Ah ah ah...
Rimango stupito che la strada non sia completamente pedonale, anche se in realtà lo è perché le macchine in movimento procedono a passo di formica per il traffico di pedoni che invade tutto lo spazio disponibile. Una Dolce Vita torontoniana fatta di giovani e mano giovani. Alla ricerca di uno spazio all'aperto dopo mesi passati al chiuso dei centri commerciali. Ma quella strada lì, perché non la chiudono al traffico? Chiedo e mi viene risposto da chi ci vive, che in città non ci sono strade chiuse al traffico, se non per lavori. Incredibile!


Nei momenti di pausa vado avanti leggendo "Emma" e vorrei riuscire a finirlo prima del mio rientro, così da poterlo considerare il libro di questo viaggio. Mi accade spesso di fare così. "Le memorie di Adriano" per esempio, furono il libro della prima impronta sul suolo americano. "Gente del Wyoming" letto per due volte nella mia prima notte a Tokyo.  Ora c'è Emma con il suo linguaggio aulico, morbidamente consolatorio, impeccabilmente appropriato. A dimostrare, per esempio, che comunque la si pensi, la forma è sostanza. Come dicevo, vorrei riporlo nello scaffale non appena rientrato a casa mia, ma vista la sua corposità credo che questo termine slitterà di qualche giorno. Sempre stato lento come un bradipo nel leggere, io. Ma non ho mai capito perché si debba aver fretta nei piaceri principali della vita.
Mi sta simpatica quella creatura dalla forma complicata, Emma, ma così semplice e decisa nella realtà. Una geniale rompiscatole, per intenderci.


Vado a nanna. E mando un bacio bello grande a C. che ha visto chiudersi oggi una relazione di lunga durata e convivenza. Stai su. Forse torna, ma se non torna ce la farai a rialzarti. Ne sono certo. Un bacio.
PS: i ciliegi in fiore sono per te!

1 commento:

ignominia ha detto...

beh? wassup? niente post? Mi ci ero abituata a leggerti la mattina, scriverti un messaggino, e poi procedere con la mia giornata... ho paura che sei di ritorno, beh mi fa piacere che magari ti vedo di persona, però mi smetti di sicuro di scrivere.... uffa.