domenica 20 settembre 2009

VITA DA CITTADINO





Odio il rumore inutile.
E sono anche un po' isterico.
Anzi, sono più isterico di quanto odii il rumore.
No, odio il rumore e mi fa diventare isterico.
Mi spiego.

Oggi pomeriggio, domenica.
Mi siedo comodo comodo sul divano per guardarmi un dvd affittato che mi ero perso al cinema: "Due Partite". Fuori piove ma non fa freddo. Ho le finestre aperte a bascula: mi piace l'aria fresca e non viziata in casa. Non ci fumo, ma gli odori della casa e delle persone che la frequentano a volte mi danno fastidio.
Comunque non è questo il problema. Mi piazzo e do il via alla visione. La commedia pare interessante, le attrici brave, il copione ha dei guizzi interessanti.
Prima interruzione: sale mio nipote a farsi i pop corn al microonde. Suona, entra e si mette a chiacchierare. Lo blocco con un'occhiata assassina e riprendo la visione.
Nel film noto che la Cortellesi è fantastica: disegna il personaggio della donna sposata con un numero di amanti fuori controllo con capacità superbe di caratterista. La Massironi non è da meno. La Ferrari fa la svampita incinta da manuale. La Buy è brava e basta. Le adoro, mi lascio immergere nelle loro chiacchiere sul matrimonio tra mazzi di carte.
Seconda interruzione: sotto casa cominciano a suonare un clacson a ripetizione. Biiip, biiip, biiiip!
Non smettono. Dopo un paio di minuti guardo giù dalla finestra, nessuna scena di emergenza intorno alla macchina ferma, cerco di farmi vedere sbracciandomi. Macché. il tripudio orchestrale va avanti. Tanto sono in piedi chiudo tutte le finestre per vedere di recuperare il silenzio. Macché, manco i doppi vetri... Biiip, biiip, biiip. biiiiiiiiiiiip.
Respiro forte e mi rimetto a vedere il film. La concentrazione è nel paese dei campanelli ormai. Mi scorrono davanti le immagini di un funerale ma non riesco a seguire.
I suoni continuano, sempre gli stessi, sempre la stessa macchina.
Lascio passare altri minuti e alla fine m'incazzo. Infilo ai piedi le infradito e mi faccio quattro piani in discesa a passo di carica. Apro il portone e esco. Apro il cancello e esco. Busso al finestrino e mi rispondono facendo ciao ciao con la manina. Una madre con infante al posto di guida, porc. putt.!
Ribusso e con un gesto chiedo di abbassare il vetro.
La signora apre lo sportello e mi chiede: "Oui?"
Lì m'incazzo.
Se la stronza crede che rispondendomi in francese, è evidentemente magrebina, mi possa scoraggiare a dirle quello che penso ha sbagliato persona. Lo so il francese. E benino. T'è andata male tesorino. Ognuno si difende come può, alzando le barriere linguistiche se può... Bene, lei oggi NON PUO'.
In quattro e quattr'otto le spiattello con padronanza e il garbo rimasto che questa è una città e non è l'aperta campagna. Che il clacson non è un gioco e che sta disturbando gli abitanti di questa strada - me soprattutto. Tenta un balzo d'orgoglio dicendomi tutta incazzata, sempre in francese, che non era lei a suonare ma il bambino. Ma dai! Non l'avevo capito!
Non la faccio neppure finire e le ribatto che quello non è un mio problema, ma SUO: lei è la madre e facesse il suo lavoro di madre.
Volto il deretano e me ne vado.
Non si è udito nessun altro rumore o suono di clacson. Quindici minuti d'orchestra interrotti di colpo. Una carriera da trombettista stroncata sul nascere.


A volte bisogna reagire. Ci si sente meglio.

PS: i fiori primaverili sono per Titina.

4 commenti:

titina ha detto...

Sei grande, perchè quando ci vuole ci vuole e la maleducazione NON può averla sempre vinta.
E sei grande per i fiori, grazie.
Il film che tentavi di vedere mi è piaciuto, spero che tu sia riuscito felicemente a arrivare alla fine.

ignominia ha detto...

Ti capisco al 100% carissima, per questo sono venuta a vivere qui nonostante che fosse un po'in culo al mondo. Ti capisco sull'isteria che causa il rumore, sul come interrompa il pensiero e blocchi il respiro, su come ti faccia sentire in gabbia, su come sia fisicamente annichilente. Sono contenta che hai potuto modificare la situazione e fortunato che era una donna e non un uomo. A me gli uomini hanno sempre detto di farmi i cazzi miei se gli chiedevo di fare meno casino, e salvo tirargli un pugno nel naso, ho potuto fare poco. Ma ho spesso desiderato avere un Uzi e andare Postal una volta per tutte. Al tuo posto però invece di farmi tutte le scale avrei tirato giù un secchio d'acqua come primo avvertimento
jeched

Melinda ha detto...

Pioveva che Dio la mandava, non si sarebbero accorti della differenza

Ros ha detto...

Hai fatto benissimo e reagito ancora meglio, non si può rompere il c***o impunitamente! E con la pioggia i rumori si ingigantiscono, immagino che bel concertino di trombe ci sia stato!