martedì 21 dicembre 2010

MOSTRI MARINI

Lascio in alto il ricordo della mostruosa nevicata che abbiamo aspettato di veder sciolta dal disgelo piuttosto che dagli spazzaneve. Il semaforino disperso tra i binari faceva tenerezza. Pensavo di poter morire di freddo mentre lo fotografavo.

Ora sono incolonnato.
Schiacciato tra le altre auto. Spenti i motori per fortuna. Ma soprattutto immobile.
Il mare del porto sta a sinistra, il culo della nave anche e cala ora le braghe per sbarcare altri mezzi o accogliere noi. La sensazione di piccolezza di fronte a questi mostri galleggianti - ma come fanno a non colare a picco per quanto pesano? - e' enorme. Fumo, rumore di sirene, ruggiti di camion mentre gli altri passeggeri fuori dalle auto stanno in silenzio.
Non sono il solo ad essere impressionato dal gigantismo di tali operazioni.
Il nome della nave, Tenacia, rassicura e da idea di potercela fare. Ma davvero?

Mi ricorda la prima volta che volai: dalla sala d'attesa dell'aeroporto sembrava impossibile che quel cilindrico ammasso di ferraglia con ali e tre motori parcheggiato li' davanti, potesse sorvolare un oceano: troppo pesante, grosso, immoto.
Era un DC10 Alitalia. Che ironia!
La fifa era blu, i colori tendenti al verde. Da li' a qualche anno avrei trascorso li' dentro buona parte della mia esistenza. Non proprio in quello, perché quel modello fu pensionato per il gemello più nuovo, prima che io entrassi. Ma comunque di aria vitale ne ho respirata in quei tubi affollati.
La fifa nera passo' non appena accomodatomi a sedere e nacque una passione. Anche se la vera voglia di "incontrarmi tra le nuvole" venne stimolata molto di più dalla fredda professionalità degli equipaggi KLM, che dai loschi figuri che mi servirono i pasti. Lo sapete bene tutti: sono sempre stato un precisino...

Ora come allora subisco il fascino e il mistero delle meccaniche gigantesche per dimensioni e capienze. Quindi sto qui buono buono e aspetto il mio turno per entrare come una supposta... - l'uscita sara' inevitabilmente più fluida. Aspetto il comando dato da altri per proseguire nel viaggio. Un bimbo all'asilo intimorito da suore Abelarde.
A voler ribadire che sono sempre i cattivi, i mostri i personaggi più affascinanti nelle storie si ripete una banalità. Ma tant'è: si intitolano romanzi a stronze di nome Emma, mica al marito medico e abusato.
L'eroe e' Dracula, mica chi cerca di impalarlo.
Ti ricordi la pescetta cretina mica il pesciolino alla ricerca del padre.
E Igor piuttosto che il professor Frankenstin.
E Berlusconi, invece di Prodi.

Troppo banale. Ma sufficientemente reale da inspirare un intero mondo letterario.
Domani l'immensa isola. E il suo scellerato Natale. Glorg!

Bon voyage Melinda.


Inviato da iPhone di Melinda

4 commenti:

UnoQualunque ha detto...

Bon voyage, Mel, futuro conterraneo! (ahahah) :)
Un sacco di suggestioni, non so se per il fatto che sia un post 'da viaggio' o perché hai comunicato molto di quello che senti o (altamente più probabile) un misto delle due cose insieme.
ps: la foto è molto bella e io da piccolo contemplavo questi cosi per ore, alla stazione (ma senza neve), osservando quegli occhi enormi accesi e lasciandomi attraversare dai brividi, al pensiero che fossero davvero degli esseri viventi :)
pronico (a proposito di supposte, forse?)

ignominia ha detto...

bella bella Mel, nostalgica, reminescente, osservatrice e un po' caustica questa postata pre-partenza.
Il mostriciattolo della stazione ha impressionato parecchi, incluso la mia americana 1/2 che ha fatto domanda di acquisto pre rottamazione per farne una lampada da casa.... ma il tipetto nella neve con la visierina tipo baseball e gli occhioni sgranati è troppo simpatico, e sono sicura aver inspirato non solo 1 personaggio dei cartoni animati...
bon voyage e torna presto
tolynter
exreprer
con le lenti leggo male da vicino
urrappin

Melinda ha detto...

Lampada da casa? Forse eccessivo, ma certamente originale. Io volevo fare una lampada con una cassetta di bottiglie di vino, poi ho pensato che stavo esagerando...
Io andavo in stazione con uno zio sparito troppo in fretta, l'unico che mi abbia fatto veramente da zio, a guardare passare i treni: allora non c'era la direttissima e passavano tutti dalla stazione di città. Erano immagini sfocate, folate di vento e rumore infernale.
Ma affascinanti.

ignominia ha detto...

no perchè eccessivo, A Rog piace la roba goffa e squadrata, un po' industriale, o lo divertiva l'idea della lampada che gli ricorda il tempo passato in stazione ad aspettare... ironia!
La cassetta lampada potrebbe essere carina, dipende dal'esecuzione... mi piace però il tuo ricordo della stazione, sfocata dal vento del passaggio di queste macchine che ti piacciono tanto...
socopych