martedì 30 novembre 2010

ADIEU


Leggo di Mario Monicelli proprio ora che sto per andare a dormire.
Ha scelto un modo arcaico di andarsene, un modo romantico e drammatico insieme. Non voglio neppure disquisire se si tratti di disperazione o disprezzo o ineluttabilità: le scelte vanno rispettate. Chi non è d'accordo lo dica.
Di lui non ricordo le grandi cose..., a parte le decine di volte che ho visto e riso con "La ragazza con la pistola" e "Speriamo che sia femmina", lo sgomento provato alla fine di "Parenti serpenti". In quest'ultimo film una delle battute più fulminanti l'ha riservata ad Alessandro Haber che interrogato su quando si fosse accorto di essere gay, risponde "Da quando mi sono accorto che mi piace il ca@@o"!
Ricordo invece e soprattutto i suoi occhi, uno sguardo duro e intenso, mai disperso.
E ricordo le sue partecipazioni da innamorato del cinema: silenzioso in "Sotto il sole della Toscana", la sua sola voce ne "Il ciclone".

Non capisco perché di fronte al tripudio di notizie che circola in questi giorni, che poi alla fine sono "non-notizie", sapevamo tutto, sapevamo già, l'abbandono del regista mi intristisca così.
Forse perché chi entra in casa tua con il cinema e ti fa sorridere, ridere o riflettere diventa, più di tanti altri, uno di casa.

6 commenti:

ignominia ha detto...

bellissimo post Meli,molto sentito.
Scrivevo Monicelli proprio l'altro giorno, accreditando il film Amici Miei prima di stivarlo. Le foto viste sul web mi ricordano lo sguardo di mio zio, duro anche il suo, cinico ma ferito, deluso.
E' uscito dalla vita con azione decisa, ha aperto una porta e varcato una soglia, figurativamente come metaforicamente. Condivido il gesto, ha voluto decidere lui. Mi auguro mi mettano anche a me ai piani alti quando è il momento. un bacio N
bilsi?

Melinda ha detto...

Grazie Igno. Una volta di più capisco perché siamo amici.
aphag

Ros ha detto...

Neanche a me ha molto stupito il fatto che abbia deciso di andarsene in quel modo.
Egoisticamente mi dispiace perchè uomini come Monicelli non ne nascono spesso, dall'altra parte forse anch'io prenderei questa decisione, sapendo di non potere più vivere la mia vita nel pieno delle mie facoltà.
Ebbi la fortuna di vederlo a Taormina nel 1982, ma lo ricordo molto vagamente.

Melinda ha detto...

Sì, effettivamente a quell'età si può avere il diritto di dire: "La mia vita l'ho vissuta, ora basta", come quello di tenersela cara fino all'ultimo.
Personalmente la penso come voi, spero anche io in un quinto piano se mai ci fosse la necessità.
Siamo in tre su tre a pensarla allo stesso modo... O siamo noi fuori dalla morale di questo Paese, oppure la rappresentazione che vogliono darci di questo Paese non corrisponde alla realtà.

ignominia ha detto...

beh siamo amici anche perchè la pensiamo similmente...
oushta

Melinda ha detto...

Giusto per rimanere in tema: stasera si sono azzannati in Parlamento proprio sull'argomento. protagonista una biliosa Binetti: avrà stretto troppo il cilicio?