venerdì 3 aprile 2020

IL PRANZO DEL 25' GIORNO




Di sicuro senza smog il cielo di Milano non è più grigio.
Se bastasse questo per essere felici sarei la persona più serena al mondo e zampetterei per il balcone con un cervo imbizzarrito. Giardino non ne ho ed i parchi sono stati recintati.
Ma non è così.

I motivi per non essere felice sono parecchi: per descriverne alcuni bastano solo le immagini trasmesse dai media.

Un motivo anti giubilo personalissimo è che tra le tante cose che circolano in internet in questi giorni farneticanti di tastiera, schermi e social, trovo che quel cartello con su scritto che questa è una pandemia e non un miracolo, e che quindi non troveremo persone migliori alla fine dell'isolamento, sia la somma e la sintesi delle mie inutili speranze attuali. 'Che l'isolamento agli eletti fa crescere l'amore, ai "normali" solo la carogna.

Sono barricato a casa dal primo momento ma non ho ceduto subito al bisogno di mettermi a postare come e quanto bene vivessi la mia separazione dal resto del mondo...
Che se è stata accettabile e riposante i primi giorni, che invece tre giorni fa mi ha fatto essere grato di mettermi in coda davanti al LIDL per far la spesa, sesto in una fila di pensionati che diventava sempre più lunga. Non ho mai creduto di poter essere così riconoscente alla cassiera che mi ha guardato e parlato con una voce diversa da quella del mio compagno, che è l'unica che sento durante il giorno.
Mi ha chiesto: "Vuole un sacchetto?". Ed io mi sono commosso.
Nel frattempo i sanitari del bagno si sono uniti al gruppo rivoluzionario "Povero Psicopatico Stai Lontano Da Noi" per evitare l'estinzione da sfregamento. E la lavatrice ha prenotato le ferie in Dalmazia dove le hanno assicurato si viva solo di bikini e tanga.

A titillare le tastiere c'erano già altri. Parecchi altri, io potevo solo unirmi al mucchio ed essere smaltito nell'umido a fine giornata. Perché la rete è stata subissata dal peso di miliardi di conversazioni inutili, fake-news senza capo né coda, quasi tutte di carattere politico (in vero di un unico versante politico) e migliaia di foto, filmati. Solo di questi ultimi spero restino tracce alla fine della pandemia, perché alcune son davvero gustosi. I registi wannabe che ho visto mi hanno fatto fare parecchie risate.

Allora perché questo post? Per dire cosa? Perché unirsi alla schiera di coloro destinati all'umido di fine giornata?

Perché oggi ho fatto una torta al cioccolato e per postarvi la foto dei rigatoni al pesto (condimento homemade) che ho mangiato a pranzo. Non vedevate l'ora 'nevvero?

;-)



2 commenti:

titina ha detto...

E io perchè lascio un commento? Per dire cose fondamentali e imperdibili? No! Per dire intanto che bello leggerti in questa valle di lacrime. Che, si, lo ammetto, dopo le prime settimane baldanzose e positive, e piene di energia e voglia di fare, oggi proprio neanche un cric, si quello delle macchine, mi aiuterebbe. Fuori la primavera si da da fare per farci venire rabbia, il glicine che avevo fotografato all'inizio ora è esploso e ricade sotto il suo stesso peso di millanta grappoli di fiori mauve. Sono stufa di passare straccetti imbevuti di pronto mobili e lavare piatti e stoviglie che poi sono sempre gli stessi da mono presenza: un piatto, una forchetta, una tazzina, un bicchiere, un pentolino. Sono stufa anche di sentire messaggi dai media con tutto e il contrario di tutto. Vabbè. Comunque ti avviso, non hai postato il pesto homemade, hai postato la brioche. Se vuoi potrei postare il sandwich che mi sono fatta oggi: panbauletto ai semi di lino e Philadelphia. Non avevo manco voglia di farmi uno spaghetto scivolante, fanc...A tempi migliori!

Melinda ha detto...

Grandioso, siamo tutti messi così.
No il panbrioche non è la torta al cioccolato ma rende l'idea dei ritmi ai quale ci siamo adeguati.
Magari lo metto domani quando riesco a modificare la foto del profilo...
AIUTOOOOOOO