venerdì 4 settembre 2015

RITORNO DAL CASTELLO




fotomiafattadame


Il signor Kafka Franz, nato a Praga nel 1883, scrittore di fama mondiale, ha avuto una vita per così dire... travagliata?!
Decisamente accidentata.

Un rapporto con le donne travagliato, con il suo stesso corpo altrettanto travagliato, tanto da morire quando questo lo ha tradito con una qualche forma perniciosa di tubercolosi. Non prima di aver sofferto le pene dell'inferno.
Della sua opera gli scritti lasciano trasparire una mente travagliata, una pensiero profondo e animalesco della condizione umane.

Oltre alle opere ed al suo ricordo di uomo vissuto a cavallo di due secoli ci lascia un aggettivo: KAFKIANO.
Dal vocabolario Treccani. Kafkiano: "che richiama l'atmosfera tipica dei racconti di Kafka, e quindi inquieto, angoscioso, desolate o paradossale, allucinante, assurdo".


Ho più di cinquant'anni e so bene di aver già affrontato, nella vita, l'assurdo, l'angoscioso e l'allucinante.
Poi, se solo mi guardo in giro e vedo le sentinelle in piedi, vedo anche il desolante; leggo le parole del proprietario di Ryanair e percepisco il paradossale; ascolto come si trasforma una legge che dovrebbe garantire, parificare le coppie omosessuali in un'altra che garantisce le coppie eterosessuali sposate, vomito attaccato allo stomaco dall'assurdo.
Potrei andare avanti per ore e se cercassi il vostro contributo son certo che intaseremmo il server di esempi pertinentissimi.


Invece mi fermo e faccio un outing (... un altro?!) dichiarando senza vergogna alcuna che, a metà luglio, ho avuto l'ardire e la sfacciataggine di accettare l'offerta fattami telefonicamente, ma concretizzata in un ufficio reale, palpabile, di cui ho l'indirizzo, con la quale sceglievo di cambiare il gestore telefonico della linea fissa.

Lo sapevo che avrei dovuto ascoltare la vocina che mormorava.... URLAVA di non far nulla, di restare radicato alle vecchie abitudini, che cambiare è positivo ma se ci si mettono di mezzo i call centre ed i nuovi contratti, questi luoghi e deleghe trasformano il cambiamento in un incubo.



Io quella voce, ahimè, non l'ho ascoltata e adesso mi ritrovo nel pieno del delirio.
Avevo una linea cellulare da anni, ce l'ho ancora?
Ho una linea telefonica mobile come prima. Sì, ma non essendo perfezionato il contratto non so bene quanti dei futuri 400 minuti, 400 messaggi, 2Gb ho attualmente a disposizione, quanta ricarica sto prelevando dalla scheda ricaricabile. Mi ritroverò alla fine, nel mezzo del bisogno senza credito e senza contatti con l'Italia.

Avevo da anni lo stesso numero telefonico e una linea fissa.
Ho adesso una linea telefonica fissa? Certo che ce l'ho, ma misteriosamente non ho più lo stesso numero. Se chiami quello vecchio nessuno risponde, se chiami invece il numero che risulta a carico di una persona straniera, rispondo io. O la mia segreteria.

Avevo una linea internet.
Sì? Quella invece non ce l'ho più, perché il primo servizio che ti staccano quando traslochi da un'azienda all'altra è l'Adsl. Poi te lo ricollegano, ma al vecchio numero. Mentre tu in casa hai un numero non tuo, allora tutta la tua meravigliosa linea internet va a finire nel nulla dello spazio infinito dei dati interstellari. Nel frattempo tu scarichi la posta, e solo quella, mi raccomando, con la "mattonella" portatile di un altro operatore.

In breve è questa la situazione che mi sono creato non ascoltando la vocina urlante che intimava di non farlo.
Perché è dal 14 di agosto che ho fatto presente la situazione a tutto l'universo creato (ufficio nuovo operatore, call centre nuovo operatore, call centre vecchio operatore, ufficio nuovo operatore per tre volte, call centre nuovo operatore per tre volte, chiamate sterminate all'ufficio del nuovo operatore, per arrivare a oggi: venti minuti al call centre del nuovo operatore e due chiamate all'ufficio del nuovo operatore) e se non mi faccio amico un senatore a vita, difficilmente riuscirete a raggiungermi al telefono e a farvi leggere se mi scrivete una mail.

Tutti mi dicono che mi capiscono e che aspettando la situazione, magicamente, si dovrebbe risolvere da sola. Ma ad oggi non è stato risolto nulla. Niente. Nada de nada.
Si dice che mi manderanno un tecnico a risolvere la cosa, il che è già di per sé un passo avanti, ma: "la prossima settimana, caro sig. P, ormai siamo a venerdì".


Mentre io rantolo, cappottato sulla schiena da insetto con le zampetta all'aria, un vaffanculo serafico risolleva il morare. Ma non mi da l'accesso alle porte virtuali del mondo. Quindi due vaffanculo rituali.
Ed una macumba.
A crederci.


3 commenti:

ignominia ha detto...

da quello che racconti potri supporre che sei passato a Vodafone.... è un incubo anche se non è quello il gestore. Ai miei poveri genitori ultra ottanteni hanno messo un tel fisso che non funziona e che funziona come un cellulare, su scheda, le tariffe sono fisse ma per dei quantitativi di chiamate mensili che non faranno nel resto della loro vita e se volessero tornare "in linea" perderebbero il numero. Al tempo del cambiamento protestammo e avrebbero potuto tornare ai vecchi sistemi, ma l'inerzia ha avuto il sopravvento e ora sono bloccati con un telefono "omaggio" che funziona con la luna piena e basta, un canone esoso per le 10 telefonate che fanno e vaffanculo a tutti i gestori telefonici compresa la TIM che per chiamare devi uscire dalla porta di casa...

titina ha detto...

Che dire, Kafka al confronto era un novellino...
Ma se uno butta il cellulare o gli da fuoco o lo distrugge con una martellata non può poi farsi un contratto ex novo scegliendo il più favorevole e a ffanculo tutto? parlo da profana, io ormai alle telefonate propositive, qualsiasi, rispondo con gelida fermezza che non sono interessata. Comunque mi dispiace Melinda, per quello che serve, solidarietà.

Melinda ha detto...

Grazie per la solidarietà e gli esempi di misfatti da parte di compagnie telefoniche.... Ed io che pensavo che vi scatenaste in suggerimenti riguardanti gli aggettivi correlati a KAFKIANO...
Direi che: no, non posso prendere a martellate e gettare nulla sul fuoco. Sì, ho pensato di riparti da zero ma per ora paziento per vedere se la questione si risolve nei 5 minuti 5 che davvero richede per essere risolta..

È questo rende il tutto Kafkiano: tutti, telefonicamente e di persona, mi dicono che capiscono, che faranno di tutto ma poi non cambia nulla ed io devo iniziare nuovamente a spiegare e per sentirmi dire che si farà il possibile.
Un circolo senza fine.