giovedì 18 febbraio 2010

MILANO


Dunque, il post precedente, incompleto e non corretto è stato rimosso perché è stato pubblicato, invece che salvato, mentre parlava solo di puzze e di temperature, ma non era di quello che volevo realmente parlare.

Fatta doccia, quindi è tutto superato.

Comunque: sono a Milano per un impegno legato al mio ex lavoro. Se ci sono è perché vorrei che potesse non essere più "ex" ma veridico. Mi sono preso il solito B&B che uso a Milano, carino, ben arredato, vicino ai mezzi per arrivare in centro e dopo aver depositato le valigie mi sono catapultato in centro. Lì ho avuto un gradito ritorno. Sono stato assalito dalla sensazione che arriva di sottecchi ogniqualvolta arrivo in una grande città, anche se la conosco. La sensazione dell'immensa solitudine che provo anche se circondato da milioni e milioni di persone... anche se non sono tutte lì intorno.


Questo non perché non abbia un amore particolare per le grandi città; anche se mi ritengo molto più un tipo da "borgo" amo Toronto, Torino - tutte e due iniziano con la T... - e lì mi sento a casa. Effettivamente ci ho vissuto quindi le due nominate partono da una posizione avvantaggiata.

Ma quando arrivo in un grande centro la sensazione di essere solo e disperso aumenta con velocità esaltante.

Questo sentire vale per tutte. In alcune ci sono stato centinaia di volte, in altre meno, ma le conosco bene. Conosco le loro puzze - ci risiamo... ma è incontestabile che ogni luogo abbia i suoi odori che ce lo fanno riconoscere da qualunque altro, e la stessa cosa funziona anche per le città - e molti dei loro angoli, perché sono un gran camminatore. Ora, prendete un gran camminatore e un gran curioso, riuniteli all'interno della stessa persona ed eccovi uno che quelle volte che è stato mandato in giro per il mondo - e vivaddio! - ha usato la maggior parte del suo tempo a fare il giovane esploratore. Anche lo shopping, ma soprattutto esplorazione. Forse perché era un modo per sentirmi meno solo!

Ciò non toglie che a volte, spesso, non mi sono sentito a mio agio: percepivo la lontananza dalle persone che amavo e la bellezza della scoperta che facevo ogni volta, non riusciva a compensare il sentire.

Ho il ricordo di una volta a Miami, in metropolitana, la mia musica preferita nelle orecchie e mi veniva da piangere. Nessuna situazione di pericolo, nessun ricordo sgradevole o triste. Solo la sensazione di sentirmi abbandonato. Non era la prima volta e non sarebbe stata L'ULTIMA.

Nel corso degli anni ho solo imparato a conoscere questo stato d'animo e a conviverci.

Invece se sono disperso nel bel mezzo del niente, sto da Dio. Niente patemi, nessuna ansia. Mah!

Che sia la presenza delle persone che non conosciamo e verso le quali non proviamo nulla, e che verso di noi non possono che provare al massimo una lieve curiosità, a far sì che si crei questa contraddizione in termini? Più soli in mezzo al mondo e perfettamente a nostro agio nella perfetta solitudine?

Che proprio tutto quel mondo che ci gira intorno serva da "ricordatore" per le nostre assenze?

Non lo so. Ho smesso di chiedermelo da un po' accettando che questa cosa accada con regolarità. Non lo somatizzo più. Tutto qua.


Ora vado a letto. nella solitudine della mia stanza sto troppo bene.

Buonanotte!

3 commenti:

ignominia ha detto...

sto cercando di finire il mio post e il computer fa Pling Pling per ogni messaggio che mi arriva dicendomi che hai scritto un'altro post - ma te ne vai a letto così finisco anch'io? Ti leggo dopo prima finisco il mio poi ti commento - buona visita domani!

ignominia ha detto...

ti commento sul posticcio prima di andare a letto. Dunque, mi hai fatto pensare... io non mi sono mai sentita sola viaggiando perchè lo facevo anche per loro, per quelli che amavo ed erano altrove. Io sono sempre stata la scout, l'esploratrice, quella che andava in avanguardia e poi riportava le informazioni alla base. Cioè non lo ero per loro, lo ero nella mia mente. Il mio viaggiare è sempre stato da "testimone" per ritenere immagini emozioni storie e racconti delle avventure che potevano aver vissuto con me se non fossero stati altrove. Poco conta che ero io che ero altrove.
Tutto questo quindi non ha mai incluso la solitudine. strano vero? FOrse sono in diniego? ci penso meglio mentre dormo -notte!

ignominia ha detto...

e la notte porta consiglio. Io mi sento sola in situazioni banali, come le feste di Capodanno o Carnevale, nei posti di lavoro, nei momenti in cui mi rendo conto che i miei valori, quella che sono, che mi piace, a cui aspiro, le cose che mi preoccupano sono così diverse da quelle delle persone che mi circondano. E che non ci possono essere ponti d'unione fra me e loro, come con qualcuno che la pensa politicamente l'opposto di te - anche se la ami la puoi frequentare poco, e inevitabilmente la perdi. Questo mi fa sentire sola, l'irraggiungibilità di certe persone.