lunedì 9 maggio 2016

HULK



montagna.tv


Certo per l'elettore medio vedere che Donald Trump sta raccogliendo proseliti in tutti gli stati dell'Unione potrebbe essere la prova provata della bontà della sua politica.
Più o meno quanto è successo in passato per le elezioni italiane quando Berlusconi faceva saccheggio di voti da tutti gli angoli del pensiero politico, e tutti ad urlare al miracolo: s'era trovato il Salvatore.

Poi ci siamo resi conto che non era così: l'Unto dal Signore fu allontanato dalla politica per evasione fiscale.

Ora quello che mi spaventa di più di questo nuovo magnate, più volte in bancarotta, sono i suoi sostenitori. Un bell'insieme di immagini pubblicate dal Corriere della Sera in web mi inchioda allo schermo. Non che le sue idee di barriere fisiche e rimpatri forzati mi facciano star tranquillo sulla lungimiranza del possibile nuovo condottiero della Nazione più ammirata del mondo. Ma vedere chi lo sostiene mi fa pensare. E parecchio sorridere.

Perché uno può essere figo quanto vuole, un capo illuminato che ha capito che il buonismo politico (leggi anche come: più diritti anche sanitari per tutti) circolato a Washington in questi ultimi anni di amministrazione Obama sia stato deleterio per la Nazione più figa ed incazzata di tutte, ma se tra coloro che ti vogliono eletto c'è un signore che di nome fa Mike e di cognome Tyson, che una volta tranciò con un morso il lobo dell'orecchio di un avversario di ring... Ecco, una qualche domanda avremmo pure il diritto di farcela, no? Certo il signor Tyson ha tutto il diritto di dichiarare chi preferisce tra i candidati, io quello di dire: "Bene, se piace a lui c'è qualcosa che mi da la certezza che non possa piacere a me".

Poi c'è pure l'ex moglie Ivana che tifa per lui. Dopo averlo spolpato ben bene con un divorzio sanguinolento ora tifa per lui. Del resto un tempo lo ha sposato e probabilmente amato, quindi perché stupirsi? Dubito invece che la ultima ex signora Berlusconi voterebbe il marito ad una elezione che non ci sarà mai.

E poi cantanti, attori dai volti devastati dalla chirurgia, e produttori di moto, e tanti altri. Tanti davvero se vince con questa facilità su tutti gli altri candidati repubblicani.
Concludo con Lou Ferrigno, l'Incredibile Hulk, quello verde, sì proprio lui, ed una qualche star del wrestling giusto per non farsi mancare una bella dose di testosterone.

Ora dico io, posso considerare credibile un candidato sostenuto anche dall'Incredibile Hulk e da un mangiatore di orecchie?

La risposta è: sì.



venerdì 29 aprile 2016

RIFLE-zone




fotomiafattadameconcontributodiElena


Sera davanti alla TV. 
In "Bones" una anamopatologa single e di colore ha adottato una bimba;
in "Grace Anatomy" due donne sposate tra di loro hanno una figlia, mentre una coppia di papà porta il figlio in ospedale per un infortunio subito su un campo da baseball;
in "Sex and The City" l'amico di Charlotte si sposa l'amico di Carrie. 
In Modern Family uno dei figli del capostipite è sposato ed ha una figlia col marito. 
La Maria de Filippi porta sul trono tornisti omo.  
Al cinema Kung Fu Panda ha il disprezzo del ciccione orrendo (possono due papà crescere un figlio?!?!?!?!?!)

La certezza che certi bigotti medievali non guarderanno queste trasmissioni, questi film gender/sconvenienti, mi fa godere profondamente, sprofondato sul divano, di questa confort zone.
Comunque vada in Parlamento a maggio, è il mondo che ci circonda. Non il contrario. 

Sì sì sì


Inviato da iPhone di Giampiero Pancini

giovedì 28 aprile 2016

NOTTURNI




fotomiafattadame



Durante le ormai frequenti, lunghe notti d'insonnia, passo le ore pensando le cose più strane.
Prima di tutto penso di essere diventato vecchio, vecchio perché la leggenda vuole che i vecchi dormano di meno dei giovani, per non perdere tempo. Non si sa mai che quei pochi minuti passati in Morfeo Town possano essere quelli decisivi dopo una vita di cacca.

Poi penso di essere scemo perché non ne parlo con la mia omeopata, visto che il disturbo del sonno si è reso più evidente da quando mi sta curando con discreto successo, una gastrite con reflusso che mi impediva una vita attiva: sembravo entrambi i gemelli della pubblicità del G., noto prodotto deputato al sollevare dal reflusso, solo senza Bar-B-Q e mazzo di fiori da gestire. Ma gliene parlerò a breve perché spero di incontrala al più presto.

Poi penso di prendere in mano un libro ma sono un po' di mesi che sono diventato ipercritico e nulla mi soddisfa a pieno. Proverei volentieri anche l'ultimo di J. Franzen, ma essendo un tomo di una certa consistenza, pervicacemente incartato con la plastica termosaldata per impedirne lo sfogliamento", temo di inciampare in un mattone buono solo per innalzare un tramezzo: sarò certamente smentito, ma pure i grandi a volte falliscono... Ho la Fitzgerald al momento tra le mani, ma posso dire che non mi fa volare come altri suoi libri? E poi tutti quei termini tedeschi che come tutta la lingua tedesca non mi resta in testa... Ne sa qualcosa la mia insegnate di quella lingua che, disperata, si perde per Arezzo seguendo le mie bislacche istruzioni per raggiungere il Duomo.

Quando ogni tentativo di addormentarmi fallisce, e son già le tre come adesso, mi incanto a vedere precipitare da scaffali capienti, giù nel condotto buio che porta ai miei neuroni, tutti i ricordi, le tensioni, gli avvenimenti che hanno caratterizzato il giorno prima. Ho visto un bel film? Lo rivedo tutto, scena per scena.
Ho fatto un concorso interno aziendale? Lo ripercorro tutto, risposta per risposta, sensazione per sensazione, errore o successo in maniera circostanziata, chirurgica.
C'è un dolore, una frustrazione che non posso scacciare? Tranquilli: è già lì, posizionata sul tavolo anatomico ed io son pronto a fare l'autopsia del cadavere, che essendo una frustrazione passata è già defunta di certo. Ed quanto puzza!

Poi c'è la digestione ed il pensiero del viaggio di rientro o quello di partenza. C'è il cuscino freddo, il piumone caldo, la stanza silenziosa, il palazzo poco abitato, la luce mancante, la fifa di essere da solo. Altro?

C'è tutto questo ma non c'è il sonno.
Mannaggia a me!
E soprattutto manca un bel farmaco dopante che mi faccia dormire.

Aaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!

Inviato da iPad di GP

martedì 26 aprile 2016

EVVIVA L'INTERNET


tuttofotografie.blogspot.com

Posta, montagne di posta da smaltire ogni volta che metto piede in casa. Come se l'elettronica ed i suoi archivi non esistessero e ancora strani, microscopici, ineffabili amanuensi lavorassero ad ogni ora del giorno e della notte con  il solo intento di riempire la mia cassetta della posta. Così che quando arrivo in Toscana, attraverso la finestrella di vetro, vedo una massa minacciosa di buste commerciali con finestrella trasparente che mi attende ed attende di essere smistata e divisa e controllata.

Tanto io ho così taantooo tempo da perdere a guardare le bollette le poche volte che vengo a casa, che che cosa volete mi costi??? Nulla.

Nulla...

Nulla????????????????

Non è che non ci abbia provato a fare le cose per bene, a non avere più bollette in carta, estratti conto in cassetta e fatture da catalogare nello schedario. Ci ho provato eccome!

È solo che la tecnologia non collabora. Ho un blocco all'ingresso del sito della Tim da mesi: vedo i conti ma quando cerco di andare più in profondità e cambiare l'indirizzo della fattura... Il delirio. Password che non prendono, nuove password che non aprono, mi riconosce il DNA ma l'iride fa cilecca.

Per parlare con l'Enel potrei affittare un camper per piazzarmi davanti alla casella postale di Potenza: ci metterei meno tempo che aspettare la telefonata sia smistata dal call centre.

Per la bolletta dell'acqua: "Lei vuole cambiare l'indirizzo a cui spedire la  bollettaaaa?!?!?!? No, al telefono non si può fareee. Lei deve prendere un foglio di carta bianca e scriverci - ha detto proprio così, assumendo un tono di maestrina annoiata - io sottoscritto, nome e cognome, numero utente, indirizzo, chiedo di ricevere la fattura all'indirizzo tal de tali. Poi lo manda via fax al numero...": Le ho detto che non disponendo di fax non avevo intenzione di spendere neppure un centesimo per inoltrare la domanda e che esistendo la posta elettronica che più o meno è gratuita...

Poi l'ho piantata lì perché davvero non posso reggere più di tre rifiuti in un giorno solo.
Anzi due, che la fattura Tim adesso me la manderanno a Milano.

Perché voglio quegli inutili pezzi di carta dove vivo? Perché pochi mesi fa alla mia banca, che non nominerò perché se mi fanno causa anche se ho ragione io vincono loro, perché hanno avvocati e potere da urlo, alla mia banca dicevo, hanno deciso di bloccarmi tutti i pagamenti che si depositavano nel conto da secoli, da quando ho bollette mie proprie. Ho avuto la bella idea di chiedere il blocco di un pagamento di una sola utenza e pochi mesi dopo mi hanno bloccato telefono, carta di credito ed sono stato fortunato che non mi abbiano tagliato la luce, l'acqua, ripreso la macchina indietro e denunciato per mancato pagamento dell'assicurazione.

Ecco perché, non riuscendo a farmele mandare via mail voglio le bollette dove vivo: posso vedere se vanno pagate o no.

Sempre che riesca sconfiggere la tecnologia, e le centraliniste maestrine...


lunedì 11 aprile 2016

MONTAGNE DI PLURIBALL


fotomiafattadame

Gambe in spalla. Se davvero il mal di stomaco è passato dimostriamolo camminando.
Quindi: gambe in spalla.

Approfitto della giornata di un cielo limpido e spropositatamente grande per andare in Moscova per stampare il racconto su cui sto lavorando da tempo: è lui che mi tiene lontano da queste pagine elettroniche - ammesso che a qualcuno manchino - e lo continuo a stampare perché mi sono accorto che le correzioni si individuano meglio quando ho in mano la carta stampata ed una banale penna rossa.
È una scusa, null'altro, ho una serie infinita di copisterie vicino casa, ma lo so e mi va di fare una bella passeggiata. In più: la gentilezza della signora della copisteria, la sua proverbiale e sempre presente pazienza, fanno sì che abbia davvero voglia di rivolgermi a lei nel momento del bisogno. È un po' come quando si decide di spendere i propri soldi in un posto piuttosto che in un altro: lo si fa per X ragioni. Le stesse, ma opposte, quelle che non ci fanno più frequentare altri luoghi.
Due gironi fa sono stato testimone di una sbuffata e di un'alzata di occhi al cielo perché avevo osato chiedere tre caffè in un bar... Vigliacco, li ho pagati e mi son pentito di averlo fatto: pagandoli ho pure dato l'impressione di aver approvato l'agire del barista.


Faccio un giro molto più largo del necessario, indugio davanti alle poche vetrine allestite o visibili dall'esterno. Mi godo una parete intera di fiori d'orchidea, messa su con solo tre piante dai fiori immensi e perfetti. Ai loro piedi due cassette di legno da cui sbucano ranuncoli coloratissimi: bellissimi. Oppure il negozio all'angolo di Richard-Ginori, con i suoi piatti con scene di caccia in sfondo rosso e le suo uova coloratissime.
Le altre vetrine non si vedono, si preparano all'inaugurazione del Salone coperte da pesanti fogli di carta bianca che impediscono la vista dall'esterno: tutto dev'essere una sorpresa.
La città è in fermento. Non c'è Settimana della Moda che tenga, Artigiano in Fiera o fiera del Trespolo Estivo Ricollocato in Collina: il vero boom di iniziative, eventi e vivacità è concentrato nella settimana del Salone del Mobile. Il quale è detto solo :"il Salone", e l'abbreviazione vale l'importanza.

Passo per Brera, il quartiere eletto come Design District dove è tutto un montare e smontare di istallazioni. Tutto un lavorare nei numerosi cortili di ringhiera dove ditte specializzate offriranno "EVENTI" al grande pubblico oppure ad una ristretta cerchia di critici ed addetti ai lavori. Davanti alle porte di questi locali sono già piazzate le guardie che impediscono l'accesso ai comuni mortali, in completo rigorosamente nero e radiolina all'orecchio. Manco dovessero aspettare Obama.  Se ti affacci a vedere una pittura che sta all'ingresso del cortile e sta lì da sempre, quelli che stanno tirando via fogli e fogli e fogli di pluriball da oggetti misteriosi, con la cura che contraddistingue il trasporto di un Van Gogh, ti guardano male come se fossi entrato a spiare.
Batto in ritirata prima che venga cacciato in malo modo.

Non c'è aria di trasgressione, di leggerezza, di inutilità durante il Salone. C'è invece aria di solidità, di persone che lavorano e vengono a Milano, indiscussa capitale italiana delle idee, per mostrare il loro lavoro, il loro impegno, la loro ricerca che poi, inevitabilmente, da qui partirà per fare il giro del mondo del buongusto. Perché se è vero come è vero che questo Paese arranca, che ancora nel 2016 alcuni medievalisti restano ancorati ai posti del potere politico e mediatico, le idee, le belle idee non ci sono mai mancate.
Anni fa, parlando con chi si occupava della vendita di beni di lusso, ma di quelli solidi e non delle borsette barocche della Dolce e della Gabbana, questo signore mi disse che nella sua boutique le vendite vere si facevano durante il Salone e non durante lo sfarzo modaiolo delle sfilate che tanta "gente porta, ma vendite davvero poche".

Ecco perché vedendo tutto questo darsi da fare mi fa pensare che io, mannaggia, la prossima settimana la passerò lavorando: "mi darò da fare" altrove, in luoghi ameni come Lamezia Terme e Brindisi e mi perderò tutto il perdibile. Avrò una pausa, tra una partenza e l'altra, solo venerdì e non è detto che me la senta di girovagare per la città. Potrei sentirmi provato...
Peccato: l'anno scorse riuscì a vedere alcune cose in giro e mi piacquero davvero tanto.

Pazienza.
Rientro in casa che già il cielo sta cambiando e mi metto a stirare. Se voglio partire per il lavoro ho bisogno di stirare un po' di camicie per l'uniforme.

Buon salone a tutti.
Raccontatemelo voi.


mercoledì 2 marzo 2016

POST CIRINNÀ


BLVCHIROPRATICA.IT

Alla fine mi son ritrovato con un potente mal di stomaco. C'era già da prima, ma leggendo le dichiarazioni bolse di intelligenza, circolate con la foga che solo i premi Nobel si dovrebbero permettere, mentre si trattava solo rigurgiti di coglioni rivestiti di autorità istituzionale, il dolore in quei giorni ha raggiunto vette pericolose ed insopportabili.
Gastrite, dicono i medici, nulla da segnalare a livello di introspezione diagnostica, [mi hanno infilato un tubo in gola e hanno esplorato la caverna "stomacosa" (questo vocabolo lo brevetto io ed i soldi non li metto via per la beneficienza!)], il dolore è dovuto a stress.

Allora ho deciso di fare un tentativo autogestito ed livello di dolore va meglio da quando non frequento Facebook, il caffè Nespresso, e prendo con attenzione le mie goccioline omeopatiche.
A parte l'omeopatico, i miei rimedi più che semplici possono essere definiti semplicistici. Però pare che funzionino.

Vediamo come va tra una settimana.

Buon web a voi, ma usato bene, mica come me che m'infurio!


mercoledì 24 febbraio 2016

PIANTO / CIRINNÀ 2




fotomiafattadame


" Nulla è più testardo dei fatti. È per questo che li odiate tanto. Vi offendono. È per questo che posso innervosirti semplicemente dicendo che io, Anatolij Tarasovič Brodskij, sono un veterinario. La mia innocenza ti offende perché vorresti che io fossi colpevole. E vorresti che fossi colpevole perché mi hai arrestato".

T.R.Smith, l'autore, la mette in bocca ad un uomo che da lì a poco morirà sotto tortura per non aver confessato i delitti ascrittigli. Per altro falsi. 
In realtà morirebbe comunque anche se li confessasse. Cosciente di questo, perché dare ai carnefici la soddisfazione di confessare anche il falso, nella speranza vana che all'ultimo momento la clemenza venga concessa? La pena cambiata in un'altra non così definitiva? Anatolj muore come previsto ma il carnefice sa già di non aver vinto lui. 

È la certezza assoluta insita nella realtà che non piace al potere, a tutte le persone che pensano di averlo ed a quelle che credono di doverlo conquistare. L'autorità che tutto vuole cambiare a suo tornaconto viene esasperata dal concetto semplice, a volte banale, che dice più o meno così: "Datevi pace", oppure: "Così è se vi pare". Soprattutto se la realtà servita è quella da lui stesso percepita. 

La Ministra della sanità che con puntiglio vuole espellere dal ddl Cirinnà ogni analogia col matrimonio vuole negare la realtà delle famiglie arcobaleno perché accettarla renderebbe automaticamente lei priva di utilità/identità politica. Sa di dire e fare cose assurde per questo periodo, ma ammetterlo equivarrebbe a dire: "Io non esisto". Anzi: "Le mie idee non esistono".

Irrita il cliente il giorno di chiusura del negozio; fa impazzire il passeggero il ritardo del bus, del treno, della nave, dell'aereo anche se non ha appuntamenti imminenti. Fa imbufalire il parente del malato la consapevolezza che la medicina non sia una scienza esatta. Che i misteri alchemici dell'omeopatia funzionino di più e meglio di quanto dicono i medici allopatici. 

Perché il gioco delle incertezze mina il cammino lastricato di mattoni lisci e innocui di cui vorremmo fosse fatta la nostra strada da percorrere. 
Vorremmo che tutto fosse semplice come lo interpretiamo noi nella nostra versione di realtà. 

Ed ecco allora che ci accomuniamo a coloro che percepiscono la stessa sfumatura di colore nello stesso quadro, cibo o profumo. Ci dà forza. Sicurezza di appartenenza al gruppo. Risorse per affrontare la vita, a volte impossibile senza occhiali rosa. 
E "accumularci" sotto una stessa idea da forza al potere perché noi, allocchi, non siamo nemmeno in grado di comprendere quanto potere potremmo avere usando quest'unità. Siamo già abbastanza felici di non essere soli, perché incaponirci a voler star meglio? Perché incaponirsi a voler capire?

Soprattutto se la nostra realtà ha un carattere compiuto. 



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