giovedì 28 aprile 2016

NOTTURNI




fotomiafattadame



Durante le ormai frequenti, lunghe notti d'insonnia, passo le ore pensando le cose più strane.
Prima di tutto penso di essere diventato vecchio, vecchio perché la leggenda vuole che i vecchi dormano di meno dei giovani, per non perdere tempo. Non si sa mai che quei pochi minuti passati in Morfeo Town possano essere quelli decisivi dopo una vita di cacca.

Poi penso di essere scemo perché non ne parlo con la mia omeopata, visto che il disturbo del sonno si è reso più evidente da quando mi sta curando con discreto successo, una gastrite con reflusso che mi impediva una vita attiva: sembravo entrambi i gemelli della pubblicità del G., noto prodotto deputato al sollevare dal reflusso, solo senza Bar-B-Q e mazzo di fiori da gestire. Ma gliene parlerò a breve perché spero di incontrala al più presto.

Poi penso di prendere in mano un libro ma sono un po' di mesi che sono diventato ipercritico e nulla mi soddisfa a pieno. Proverei volentieri anche l'ultimo di J. Franzen, ma essendo un tomo di una certa consistenza, pervicacemente incartato con la plastica termosaldata per impedirne lo sfogliamento", temo di inciampare in un mattone buono solo per innalzare un tramezzo: sarò certamente smentito, ma pure i grandi a volte falliscono... Ho la Fitzgerald al momento tra le mani, ma posso dire che non mi fa volare come altri suoi libri? E poi tutti quei termini tedeschi che come tutta la lingua tedesca non mi resta in testa... Ne sa qualcosa la mia insegnate di quella lingua che, disperata, si perde per Arezzo seguendo le mie bislacche istruzioni per raggiungere il Duomo.

Quando ogni tentativo di addormentarmi fallisce, e son già le tre come adesso, mi incanto a vedere precipitare da scaffali capienti, giù nel condotto buio che porta ai miei neuroni, tutti i ricordi, le tensioni, gli avvenimenti che hanno caratterizzato il giorno prima. Ho visto un bel film? Lo rivedo tutto, scena per scena.
Ho fatto un concorso interno aziendale? Lo ripercorro tutto, risposta per risposta, sensazione per sensazione, errore o successo in maniera circostanziata, chirurgica.
C'è un dolore, una frustrazione che non posso scacciare? Tranquilli: è già lì, posizionata sul tavolo anatomico ed io son pronto a fare l'autopsia del cadavere, che essendo una frustrazione passata è già defunta di certo. Ed quanto puzza!

Poi c'è la digestione ed il pensiero del viaggio di rientro o quello di partenza. C'è il cuscino freddo, il piumone caldo, la stanza silenziosa, il palazzo poco abitato, la luce mancante, la fifa di essere da solo. Altro?

C'è tutto questo ma non c'è il sonno.
Mannaggia a me!
E soprattutto manca un bel farmaco dopante che mi faccia dormire.

Aaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!

Inviato da iPad di GP

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