martedì 9 aprile 2013

PASQUETTE


it.123rf.com

Pasquetta: in giro per la Toscana finiamo sul cocuzzolo di una collina non lontano da casa. Cerchiamo l'evasione in questo giorno di precetto alla scampagnata. Se lo si deve fare lo si fa.
In più è il primo giorno di bel tempo dopo settimane di pioggia; quindi lo di fa.
Sul cocuzzolo troneggia la piazza del paese che serve da luogo di ritrovo a tutte le età. Un gruppo di pensionati arzilli, di quelli senza bastone ma col giacchetto bomber indossato sopra i pantaloni del giorno di festa, parla degli appuntamenti futuri: "Noi s'è prenotato la colonscopia. E s'aveva voglia di prenderlo al culo, così...".

Pasquetta 2 e qui son già tornato al lavoro: sale in aereo la reginetta del talk show accompagnata dall'amico energumeno, succube e rigorosamente gay, e non può che constatare che, ad aereo pieno, i passeggeri saliti per primi hanno osato riempire tutte le cappelliere delle loro "povere, inutili" cose. Dove riporre, allora, i loro sei, dico sei colli, più il guanciale e le borsette da passeggio che entrambi portano al seguito? Io ormai specialista nel gioco del Tetris® li aiuto ed ho successo mentre lei, scocciata, dice ad alta voce, come rivolta alla bauliera della macchina presa in affitto: "Qui non c'entra un cazzo!".

Pasquetta 3: sale a bordo forse convinto di essere l'unico passeggero. Inchioda con una frenata di stupore non appena imbocca il corridoio della cabina. Guarda tutti gli altri, i tanti altri già saliti a bordo, guarda e me e dice: " Figa! Ma tutti 'sti coglioni devono proprio viaggiare?".

Culo,
Cazzo,
Figa,
Coglioni...
Per oggi basta così.



Inviato da iPhone di Melinda

sabato 6 aprile 2013

LA BOUCHE DE L'ENFER



fotomiafattadame



giovedì 4 aprile 2013

THEN GO LIKE HELL




rokkaffe.com

Pausa.

Pausa.
Pausa.
Premi il tasto e aspetta che il disco si fermi. Estrailo con cura e riponilo nell'immobilità del suo contenitore.
Interrompere la rappresentazione di quello che ci credono essere, nei momenti di crisi è essenziale.

Allora premo il tasto pausa, do ragione all'istinto e mi preparo al riposo.
La colla c'è. I pezzi credo di averli ripresi tutti dal pavimento.
Non so che collage ne verrà fuori ma è essenziale che lo si faccia.
Che sia IO a farlo.

Quindi: pausa.
Stop.
Fermo.
Al palo a lasciare che la vita scorra per un po' senza porvi mano.

Viky Vonzillo direbbe: "ad ascoltare i silenzi tra le note che anch'essi fanno musica".

Si spengano i televisori, le musiche e si guardi un film, si leggano dei libri, si vada a letto presto.
Recupero indispensabile perché non si può spingere in eterno lo stesso carretto sperando che non si spezzino le reni.
Che s'impegnino gli altri a mandare avanti il mondo per qualche giorno. Si chiamino Batman e Superman e l'Uomo Ragno a sostituirmi. Io faccio una pausa.

Pausa.
Pausa.
Pausa.


Pausa.





sabato 30 marzo 2013

ENIGMISTA


centrorsi.it


Ci provano con "La Settimana Enigmistica" e già questo è da ammirare.
I giovani sull'autobus per l'aeroporto sfogliano e decidono di iniziare dal primo cruciverba: scelta logica nell'ordine dell'impaginazione ma soprattutto in quello della facilità delle definizioni.

Le affrontano in gruppo: i due fidanzatini, lei sulle ginocchia di lui e l'amica, dietro, che riesce a concentrasi poco, tra un messaggio di Whatsapp e l'altro: il suo telefono squilla alla velocità acustica di un luna park. Non credo che ne conosca il profilo "silenzioso".
Si scambiano definizioni e risposte a voce alta. Certi della loro conoscenza e dell'ignoranza dei circostanti e non del contrario.

Sentiamo:
- La regina delle carte.
Risposta : "Rossa", dice lei. Non "Donna". Lui dubita, ma lei insiste. Lui scrive.
- Litigio verbale.
Risposta : "Litigio" suggerito da lui non ci sta e "Alterco" non sovviene.
- Il nome della Bignardi.
Risposta : "Maria" dice lei. Non ci sta la prima... Strano! Chiede conferma alla whatsappata che non conosce la Bignardi. Cancella la definizione precedente per far spazio alla "M".
E via col tango.


Mi alzo e mi allontano, la sofferenza è troppa. Vorrei intervenire suggerendo qualcosa o tutto, ma con l'interruzione di quello scempio non otterrei altro che l'interruzione dello stridore che sento nelle mie orecchie.
Peggio: intervenendo potrei disinnamorarli a questo gioco che appare nuovo, ma che hanno voluto provare comunque. e

Loro vanno avanti e a salvarmi finalmente arriva l'aeroporto. Scendo. Ma non mi procuro nessuna copia della rivista. Un cruciverba l'ho già fatto.

venerdì 29 marzo 2013

ALLA BISOGNA


fotomiafattadame


È davvero sorprendente scoprire quanto le persone credano di potermi esasperare prima che perda la pazienza e mi lasci andare ad un sonoro, liberatorio, elegiaco "vaffanculo".
Ancora più sorprendente è la faccia del ricevente l'invito che si tinge di stupore, quasi di offesa ritrosia: come ho mai osato invitarlo ad intraprendere un tal viaggio?

Una mia collega intelligente dice: "Sono così fessa che mi puoi passare sopra ingranando la prima, poi ripassi con la retromarcia, e poi ingrani nuovamente la prima. Ma se riesco a rialzarmi non mi vedi più". È più o meno così anche nel mio caso.

Difficile allora spiegare che se mi frantumi le gonadi con reiterate azioni di miniper, il sonoro viatico lo ricevi perché te lo sei cercato.
Difficile spiegare...
Più che difficile direi totalmente inutile.

Del resto il solo suono del "vaffa" ricorda una lacerazione, lo strappato di un tessuto relazionale che crea una divisione definitiva, risarcibile solo da abili mani di rammendatrici. Altrimenti il lavoro della macchina da cucire lascerà sempre traccia di sé.
Quindi l'invito è definitivo, senza appello: non sia mai che sulla strada della penetrazione si incontrino addetti lenti all'esecuzione dell'atto.


Il dopo come lo gestisco? Come mi pongo, cioè, di fronte allo "sfanculato.com"? Devo ancora insistere nella speranza che si possa ravvedere e ponga rimedio agli errori?

L'inutilità del perder tempo a pensare ancora a chi si è mandato a stendere è palese. Prima di arrivare allo strappo ho spiegato, parlato, ho pure fatto disegni e schemi - ricordate: ingrani la prima, poi la retro, poi ancora la prima... - è quindi improbabile che si trovino gli spazi o i motivi per rimarginare la ferita. Di per sé l'invito, l'ho già detto, assume qualcosa di definitivo. Ogni pensiero riguardo al ravvedimento diventa quindi sciocco buonismo. E come tale risulta inutile.

Allora conviene pensarci bene prima di usare il "gran" termine. O prima di provare la gioia di sentirselo sibilare in faccia. Non se me torna indietro.

Questa è la sua specificità. Da usare alla bisogna. E riconoscerla come utile in quanto tale.

Da tenerne sempre uno in tasca pronto. Non sia mai possa tornare utile.




Inviato da iPhone di Melinda

lunedì 18 marzo 2013

MAGNUM



ecoblog.it


Eccolo, ce l'abbiamo!
Lo ABEMUS!
Sì, gioiamo e rallegriamoci, facciamo la ola - the Mexican Wave - e battiamo le mani, preghiamo e benediciamoci a vicenda. Stanotte portiamo le suorine a ballare, i fraticelli a sfogliare le riviste di moda. Insomma... GAUDIUM MAGNUM!!!!!!
Il web esulta con la folla per quest'elezione che pare metta d'accordo tutti, perché anch'esso È "folla", ed un momento dopo spara dossier su un suo presunto, connivente passato.
Un attimo prima è un Santo che viaggia in aereo in classe economica e un attimo dopo lo vuole colluso col regime dei generali.
Paga di persona l'hotel dove ha alloggiato, sì, però ce l'ha con l'aborto....

In questa fase schizofrenica mi viene da dire che:
1 - che tipo di Papa sarà veramente lo vedremo solo col tempo, perché da Papa non può usare gli stessi toni e gesti del Cardinale che si occupava di una città, seppur immensa, un micro continente come Buenos Aires;
2 - non dimentichiamoci che comunque si tratta di un Papa Cattolico, quindi se si pensava che potesse essere più sensibile verso giustissime ed attualissime istanze sociali, io ci penserei un po' e me ne farei da subito una ragione della certa delusione in itinere.

Di sicuro non pare una mammoletta. E in un Paese che nulla ha di laico, l'Italia intendo, una figura forte, carismatica, culturalmente simpatica come quella, rischia di essere un punto di riferimento non indifferente nelle scelte di laicità che uno Stato dovrebbe avere. E che fin'ora non ha avuto.

Vabbè. Il nome poi è uno schianto! Un colpo al cuore anche per chi non crede e non è vicino alla Chiesa. Un colpo di mano che deve preoccupare non poco chi, a corte, sta arroccato su certi princìpi di regalità. Scrissi sul web parole ironiche sulle dimissioni del Papa precedente e sulla crisi del settore calzaturiero e delle concerie con la sua rinuncia al potere. Ecco, non credo che ci mancherà la sobrietà da ora in poi. Mi è sembrato sobrio prima di ogni altra cosa. Nei gesti, nelle parole, nell'educazione che ha mostrato. E mentre lui stava al balcone a mostrarci chi era questo Cardinale dai modi piemontesi, in Curia devono esser corsi a nascondere le chiavi di casseforti e forzieri e armadi d'argenteria: che a Sua Santità non venissero in mente strane idee di donazione e soccorso dei poveri...

Staremo a vedere, mentre la politica - quella con la P minuscola che non si occupa più della gente - non riesce a darci un governo, la star incontrastata delle nostre notizie resta Papa Francesco. Pensate, cammina tra la gente! Ola. Viaggia in macchina! Ola. Dice messa e riempie piazza San Pietro per l'Angelus! Ola. Parla a favore di un uso più consapevole delle risorse del pianeta! Ultima ola.
Per il resto, quello che non ci aspetteremmo da un Santo Padre, restiamo in attesa.



lunedì 11 marzo 2013

PORPORE AL VENTO


stamptoscana.it


Ieri la Capitale era invasa da cardinali in porpora per celebrare le Sante Messe. Latino e latinorum rimbomberanno nelle nostre teste nelle prossime settimane. Così ci riportano servizi fotografici dei maggiori quotidiani on line. Che per pudore o sovrana paura di fare previsioni sbagliate, non si pronunciano sulle probabilità di vittoria di uno rispetto all'altro. Ma è certo che a poche ore dall'apertura del Conclave, l'insistenza su alcuni volti rispetto ad altri fa pensare.

Se il numero di foto pubblicate di questo o quel Cardinale rispetta il parere dei bookmakers sui probabili eletti, per l'Italia corre solo il Cardinale Scola, da Milano. Da tener d'occhio un paio di statunitensi, dove il volto sorridente del bostoniano spicca sulla tetraggine generale. Soprattuto su quella del suddetto Scola... Ma non credo che sorridere sia l'arma vincente: "Ci vuol rigore!", sembrano pronunciare le facce austere, le ginocchia piegate in preghiera. E la tradizione in generale.


Ma in fondo per me che non credo e non frequento la Chiesa, tranne per le poche incursioni nella mia personale vita privata attraverso gli schermi TV, per Pasqua, Natale o Festività varie, oppure per le pesanti ingerenze sulla vita politica del Paese, che vinca... Perdon, sia ELETTO l'uno o l'altro poco cambia: non credo che avremo mai molto da spartire.
Volevo solo preparare l'orecchio al tipo di accento che da ora in poi avrò da ricollegare alla voce del Sommo Pontefice. Dopo la lieve inflessione tedesca e quella polacca degli ultimi anni, le prediche avranno un accento più simile a quello del cantante Mal in "Furia cavallo del west", oppure un lombardo cantilenato? E se, come alcuni vaticinano, il nuovo Papa arrivasse dalle Filippine? Lì si aprirebbe un contenzioso con alcune consonanti vibrate, difficilmente risolvibile da qui alla fine del pontificato.
Del resto si parla di Chiesa universale, quindi limitarsi a pretendere le sole inflessioni dialettali italiane, mi pare restrittivo.


Deve comunque aver fatto uno strano effetto ai fedeli assistere alla Celebrazione con di fronte un futuro, possibile Papa: colui che ti impartisce l'Ostia potrebbe essere lo stesso che durante la prossima Pasqua ti benedirà URBI ET ORBI... Un po' come aver conosciuto Clooney prima di E.R.!



Blasfemo come sempre confondo la notorietà con la santità. Che farci se non sono imbottito di fede e fiducia? Ora che si avvicina il Conclave e che le vicende italiane languono nella speranza di un tiepido, improbabile "SÌ" del "Movimento 5 Stelle" al governo PD, ci si ributta sulle porpore che hanno invaso la capitale. Alcuni elegantissimi in quel rosso acceso, salgono e scendono le scalinate delle Basiliche con tessuti svolazzanti. E la stampa ce li mostra nella speranza che nell'attenzione generale rivolta alla fumata bianca, si riesca a tenere insieme il Parlamento per il tempo necessario ad eleggere un nuovo Presidente. E magari pensare un po' a questo Paese che versa in condizioni disperate.
Non mi si dica di no. Il voto lo ha confermato. È riuscito a farlo anche con questo schifo di legge elettorale. Firmata, non dimentichiamolo mai, soprattutto da Calderoli. Ed approvata dal mucchio. Ad ognuno vengano riconosciuti i propri meriti. Pro aeternitate. (1qq ti autorizzo a scatenarti sulla traduzione iPhonesca dall'italiano al latino).