lunedì 6 marzo 2017

TRENO AV



fotomiafattadame


Invidio la pochezza di queste menti semplici: salgono sul treno, portano con sé bimbi di prima elementare - o da asilo ma iper-nutriti, iper-tonici e iper-parlanti - e poi pretendono di non pagare il loro biglietto al capotreno che fa solo il suo dovere controllando i biglietti dei presenti a bordo. 

Assisto alla scena che si presenta molto più spesso di quanto si immagini, anche qui, sull'alta velocità low cost, con l'incredulità di chi si chiede come si possa immaginare di passarla liscia. 
La signora in questione, la mamma con figlia che secondo lei doveva viaggiare gratis in quanto seduta sulle sue ginocchia, ha spiegato da Reggio Emilia-Mediopadana a Bologna che la figlia non avrebbe occupato alcun posto, poi si è arresa alle anche troppo garbate insistenze della controllore, ma ha preteso di posticipare il pagamento con un secco: "Dopo!".

Le invidio perché pur di provarci, e che ci stesse provando è stato chiaro quando, non appena la Capotreno ha fatto il suo ingresso nella carrozza pullman, ha imposto alla figlia di far finta di dormire... pur di provarci dicevo, certuni sono disposti a mettere in campo un'energia pari, se non addirittura superiore a quella che avrebbero impiegato a staccare un biglietto fin da subito. 

Perché tanto il bigliettaio sul treno ad alta velocità, come nella vita, passa sempre. 

Quello che invece non passa spesso è un servizio di pulizia adeguato: le carrozze sono sporche ed i cestini non svuotati. 


È inutile che mi metta a spiegare che io il biglietto lo faccio sempre: sono la banalità fatta persona e non ho né la faccia, né l'energia per mettermi ad addurre ragioni che non. In più: se non ci sei portato a fare il portoghese non farlo, tanto non hai scampo, ti beccano subito, ed io non ci fui.
E poi, lasciatemele dire, il biglietto va fatto. Punto. 
Tutte le altre considerazioni, compresa quella del perché debba viaggiare con quello davanti che si tronca le unghie manco fosse dalla manicure cinese, le facciamo in altra sede e non certo con l'ultimo dipendente che è costretto a metterci la faccia in vece del dirigente che ha scelto che le cose andassero in un determinato modo, ma sta barricato nel suo ufficio. 
Perché io, pavido, una volta eventualmente beccato senza biglietto non mi sarei mai sognato di dire al controllore: "Dopo!".
Avrei pagato, muto ed arrossito, poi avrei cercato un buco nella moquette lercia per infilarmici fino a fine vita. 
In fondo, viste le statistiche, non dovrebbero essere più di una trentina d'anni. 





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