sabato 4 giugno 2016

UNIFORMIAMOCI



ilmare.com

È una cosa emotiva quella che sta precipitando addosso a noi che dopo vent'anni cambiamo uniforme. E se ci lasciamo trasportare solo dal "dolore del distacco", senza porre attenzione "all'eccitazione della novità", finiamo per ignorare una delle poche verità dell'esistenza: tutto cambia. 
Non prendiamoci per il culo, è così la storia. 

Certo le cose belle ci piacerebbe restassero per sempre, ma chi ci può garantire che così sarà? Nessuno. E poi, era davvero così bella l'uniforme che stiamo per mettere definitivamente nell'armadio? 
No. Rappresentativa sì, bella proprio no. 

Ora, uscire dalla confort zone di anni e anni di abitudini, e non scordiamolo di critiche e ritocchi sartoriali non autorizzati, può essere dura, ma ragazzi.... Avanti, siamo adulti. Non dobbiamo vivere senza un rene,  rinunciare alla cittadinanza o andare in giro vestito da pervertiti al parco pubblico, no, dobbiamo solo vivere senza pantaloni con le pences che, a dire il vero, a me davano l'impressione di essere portatore sano di LINIDOR. 

Confinato per mia scelta ponderata sui voli brevi, non mi mancherà questa uniforme; mi mancheranno piuttosto tutti i posti dove mi ha portato, le macchine volanti che mi ha fatto cavalcare, i colleghi conosciuti e frequentati, conosciuti ed amati, conosciuti ed odiati; i voli verso il Sud America che non avevano fine di tempo e di richieste, i disciplinati voli verso il Giappone, quelli chiassosi verso l'Australia, i passeggeri isterici di ritorno dall'India perché lì la pace non l'avevano trovata, la maestosità degli aeroporti americani... Etc. etc. etc. 

Quindi guardo la sequela di foto d'addio al l'abito postate dai colleghi che si pubblicano su Facebook non tanto per trovarmi in uno scatto vicino a loro, quanto per rivedere il B767, il B747, l'MD80, Bue, Accra, Bangkok, Washington, e mi commuovo ai ricordi, odori, luci, persone che ritornano. 

Ecco. Con la vecchia uniforme era questo il mio vivere. Ed è questo che mi manca/mancherà di più. Non i tessuti ormai scadenti ed il modello più adatto ad un matrimonio in Ghana che ad una moderna azienda europea. Mi mancherà la gioventù che ha rappresentato. Mettendo il blu nell'armadio e indossando il verde petrolio voglio aprirmi all'ineluttabile nuovo, e sottolineo INELUTTABILE, con spirito positivo.
Come tutte le novità potrà essere deludente? Possibilissimo. Ci sono già appunti da fare? Plausibilissino. Ma sarà la stessa delusione, gli stessi appunti che facevo quando, scartando un uniforme "old style" nuova di pacca, trovavo l'inaspettato, INEVITABILE difetto. 

Lasciamo passare i giorni, lasciamo che finalmente si completino le forniture e prepariamoci a dimenticare questa crisi. Come abbiamo fatto per le cravatte. Facciamo solo in modo di trovare in tutto questo almeno una cosa positiva. Farà bene a noi. 



Inviato da iPhone di Giampiero Pancini

3 commenti:

ignominia ha detto...

Mi hai fatto riflettere con il tuo post sulla tendenza al rimpianto e alla nostalgia che vedo in te e in altri, coetanei o meno che siano. Io sono sempre stata proiettata verso il futuro, pronta a rimpiazzare le mode di oggi per quelle di domani e insofferente nei confronti di ciò che rallenta il mio disvestimento. L'anticipare un usanza nuova, una realtà ancora non confermata non è stato mai un problema, piuttosto lo è stato accettare tutto ciò che mi teneva ancorata al passato, inclusa la tendenza che notavo in molti dei miei coetanei al rimanere piantati in epoche da me ritenute sorpassate, in ascolto di canzoni che avevo abbandonato da tempo, in ammirazione di film che avevo visto e oramai rimpiazzato con altre immagini, preservando usanze e modi di pensare che ritenevo superati.
Gli oggetti che superiamo e gettiamo da parte sono simboli di un passaggio, di un cambiamento, di un trascorso che marca la nostra maturazione. Come tali sono necessari ma è bene accorgersi del loro superamento, perchè altrimenti saremmo fermi al semaforo in eterno. E sippur dolce riguardarli con l'occhio del domani. Ma sono solo simboli e questo è bene tenerlo presente...

...ed ecco che qualcuno ti pianta la musica degli anni 70 ( Get a little dance get down tonight) per sottolineare quanto tutta la tua energia per stare nel futuro sia inutile in un mondo in cui ci si riconosce per quello che si era più per quello che saremo.. . ;-)

Melinda ha detto...

Ora lo posso scrivere anche qui.
Il commento è meglio del posto!
Grazie IGNO

ignominia ha detto...

se proprio insisti.. ma il titolo è un capolavoro! :-)
godday mate!