lunedì 13 agosto 2012

DOVE E PERCHÉ

Il problema non è mai stato "dove", è sempre stato "perché".

Ieri sera a cena il "dove" ristabilire la propria vita, farla riemergere dal caos attuale, dall'incertezza, il disgusto e la disfatta, ha preso le redini della conversazione per portarla in un binario di luoghi del cuore, della brama, che potevano essere, tutti, condivisibili.

Eppure nel vaneggiamento della fuga da qui per ritrovar se stessi, alla fine a me il "dove" è sembrato importante, certo, ma fino ad un certo punto.

Perché. Come non condividere la voglia di infilarsi in un dammuso e non farsi trovare dal resto del mondo? Come non sognare i tetti tondeggianti di ardesia di Parigi? La pragmaticità e la follia di Berlino? Il provincialismo di Budapest o la vera solitudine delle praterie nord americane?

Eppure. Anche laggiù lontano, a "Farawaydown", Baz Luhrmann insegna, davanti allo specchio troverei sempre la mia faccia. E dietro la mia faccia la mia testa e i miei pensieri.
Io i miei pensieri "balordi" me li son portati fin qui a Torino. Ci ho portato i miei ricordi. La mia faccia con attaccata la mia testa.
E pur se da un'altra prospettiva, mi hanno fatto male/bene come sempre. Mi hanno fatto trattenere il respiro come fitte di dolore di giorno e tenuto sveglio, di notte. Dal loro spazio limitato dalla novità dei posti, hanno fatto tutti quanti, dal primo all'ultimo, bene-bene il loro dovere.

Allora non mi resta che domandarmi "perché".
E lavorare su quello piuttosto. Magari programmandomi le ferie x dovunque, il più lontano e nel posto più recondito e spopolato possibile. Per limitare li spazio di questa nausea.




Inviato da iPhone di Melinda

3 commenti:

ignominia ha detto...

post anche fin troppo saggio il tuo, perché è vero che uno può scappare fino alla fine del mondo ma se si porta in groppa un demone, questo ci seguirà fino a lì. Mi spiace sentirti così nauseato, posso solo ricordarti che le notizie in genere, quelle che si leggono e vedono in TV, non mostrano la parte bella dell'umanità. Quella che nel piccolo trovi nei tuoi amici la sera a condividere sogni e speranze, amici che ami nonostante i loro difetti, anche quando sono insopportabilmente simili a te, che ami perchè? Perchè, perchè si.

titina ha detto...

Bene Meli, quando hai trovato una qualche risposta al "perchè", fammi sapere così avrò anche io un punto di partenza per cominciare a riflettere...
La butto sull'ironico, in realtà post ricco di spunti per riflessioni, ma non troppo amare mi raccomando!

Melinda ha detto...

Riesco finalmente a collegarmi da un computer per rispondere e non dalla micro-fottuta tastiera virtuale, tanto utile per fare in fretta, ma poi non di una praticità così estesa.

Però mi sentivo in dovere di scrivere. Il post nasce da una chiacchierata serale a Torino e tra chi segue ha suscitato commenti interessanti e a volte, via sms, anche un po' allarmati.

Le parole sono una considerazione su quello che quella sera si è detto e i due amici co-protagonisti possono testimoniare che l'atmosfera era serena, di scambio. Non si cercava un modo o un sistema per "scomparire" definitivamente dalla faccia della terra, ma un modo per uscire di scena con dignità da un periodo che non ci piace, ma solo per un periodo di riflessione. O addirittura si prospettava una strada per cambiare la propria vita, ma cambiarla usando un luogo, non una lametta... E visto che il mezzo per analizzare le insoddisfazioni e cercare di risolverle è spesso la fuga, le mie parole sul cercare il "perché" delle insoddisfazioni sia più utile che cercare il "dove" nascondersi, sono uscite fuori con prepotenza.

C'è chi l'ha capito al volo, e c'è chi per affetto ha interpretato il tutto come un testamento. Non si tratta di questo.
Buon ferragosto a tutti.