lunedì 25 giugno 2012

SHANGHAI



Per chi non lo sapesse non amo molto la Cina.

Condivido con Tiziano Terzani, l'orrore per le trasformazioni imposte a quella terra immane. E non posso condividere l'entusiasmo per i disastri che si stanno compiendo in quel paese nel nome del nuovo e della modernizzazione. Terzani ebbe l'occasione di vedere "un prima ed un dopo" temporalmente molto esteso e l'abilità di narrarlo con sapienza.
Il mio metro di paragone è invece molto più limitato: ho iniziato ad andare in Cina, a Pechino, nel 1999 e ci sono andato spesso. Poi ci sono tornato altre volte nel 2008, questa volta puntando sempre verso Shanghai.
Se si sorvola sulla capacità di narrarlo, questo non toglie che una "differenza", un "prima e dopo" abbia potuto vederlo pure io.

O forse si trattava di un "mentre": la trasformazione era sempre attiva e sempre percettibilissima. Ancor più sconvolgente perché d'impatto.


fotomiafattadame



Questa la vista della città, sul grattacielo dello Shanghai World Financial Center disegnato dallo studio Kohn Pedersen Fox, ancora in costruzione nel 2008, ultimato ed inaugurato solo due anni dopo.
La città intorno si estende come un mostro gelatinoso, abbarbicato sul territorio che col suo stesso peso sta facendo affondare. A ritmo vertiginoso le case vengono prima abbattute, poi ricostruite più grandi, il traffico impazzisce nelle arterie sempre più larghe. Tutto prende un colore grigio, pesante, monolitico e piatto. Per ritrovare qualcosa "a misura" bisogna spingersi fino al vecchio quartiere diplomatico, al Bund coloniale sul fiume Huangpu, anche questi ormai è assediati.

E se davanti alla prospettiva di andare per un paio di giorni a Pechino mi preparavo alla inevitabile bronchite che mi sarebbe arrivata al ritorno, colpa dell'inquinamento della città, della sabbia che arriva costantemente, portata dal vento dai deserti interni, andare a Shanghai significava scommettere di quanto si sarebbe ingigantita la città durante l'assenza. E immancabilmente perdere.
Qui tutto può diventare mostruosamente grande, veloce, esagerato.
La sensazione era percepibile già sul treno a levitazione magnetica - MAGLEV - che viaggia tra aeroporto e città ad una media di 200 Km/h con punte di 500 km/h: 7 minuti e venti secondi per fare trenta chilometri. E dal paesaggio che scorreva a fianco, in grado di modificare se stesso nel giro di poche settimane.

Un giorno, per sfuggire a tutto questo faraonico delirio di gru e costruzioni, rumore, luci, di traffico infernale e mortale, io ed un collega decidemmo di andare a fare un'escursione verso un luogo turistico in campagna, l'ennesima Venezia straniera. Dalle foto il regno della pace. Eterna...
Trovammo un paesello finto in mezzo ad una pescosa palude, pullulante di zanzare fameliche, negozi di piumini imbottiti di seta, pollerie con stragi di galline appese e ristoranti tutti uguali che servivano pesce di lago, estratto vivo da acquari a vetri dove, con i vivi, galleggiavano i pesci morti...

Alla vista dei pesci morti NOI NON MANGIAMMO.
E tornammo di corsa a Shanghai per saziare la fame famelica. Ma non prima di aver aspettato diligentemente il nostro turno per tornare in città via pullman: nell'impero "Più Rosso che Celeste" ti muovi da turista come, dove e quando decide l'impero stesso.


Non mi domanderò perché il mondo sceglie di individuare in qualunque città fornita di un qualche misero canale una novella Venezia - seguita diligentemente da un punto cardinale o dal nome di un paese. Alcune - Copenhagen, Bruge, Zhouzhuang - le ho visitate, le altre non credo che m'interessino. E più ne visito e più colgo l'unicità dell'originale e l'arroganza del paragone.
A proposito: secondo internet in questo momento i cloni di Venezia in Cina sarebbero almeno due, la suddetta Zhouzhuang e Suzhou. Tutte e due nella zona di Shanghai.


Ma torno alla Cina, a Shanghai, dove in tutto questo afflato verso il nuovo mi è sembrato che la popolazione rimanesse sempre un passo indietro. A parte i pochi cittadini completamente occidentalizzati-lookizzati- rovinati, la grande massa continua a sputare per terra a ritmi da estinzione incendi estivi, a far fare la cacca per terra ai bambini che viaggiano senza pannolino ma con uno spacco nel dietro dei pantaloni che serve all'uopo e a comportarsi come se anni e anni di progresso occidentalizzato non li avesse neppure sfiorati. Per alcuni il nuovo è sempre così veloce da risultare inarrivabile.

fotomiafattadame

Io invece vorrei vedere più luoghi come questo in Cina: sommerso e circondato dalle torri di cemento e metallo, questo giardino fa parte di una vecchia villa del potere imperiale. E' anch'esso a Shanghai ed è un'attrazione turistica all'aria aperta. C'è un percorso intorno a vasche d'acqua, ponti, alberi centenari e tetti a forma di drago.

E' un minuscolo punto di ristoro in mezzo al caos e alla follia.
Se non fosse che la follia viene trasportata al suo interno della popolazione che lo gestisce e che fa faville nel non farti godere nulla.

4 commenti:

ignominia ha detto...

!!!
voglio un MAGLEV fra Poppi e Arezzo e fra Poppi e Firenze! 7 minuti per venire a vederti (14 per vedere una mostra a Firenze) invece che un'ora (o due e mezzo in SITA), questo sì che sarebbe progresso!
Per il resto, bisognerebbe viaggiare senza usare un metro di paragone, senza applicare i nostri valori a quello che ci circonda per poter capire meglio le culture diverse. Non sempre è possibile, specie di fronte a comportamenti per noi disgustosi, ma per loro soffiarsi il naso nei fazzoletti è altrettanto schifoso. E se Venezia è l'archetipo per un certo tipo di romantica visione di città su canali, che ci vuoi fare? Ma attenti a viaggiare con le valige piene, sono pesanti da trasportare e non ci si può mettere roba nuova! ;-)

titina ha detto...

Wow!Non avevo capito che saresti arrivato così lontano! avevo immaginato rotte più locali.
condivido il non-amore per la Cina, almeno per quanto riguarda la loro crescita esponenziale e incontrollata. Mi basta e avanza sapere che inquinano una buona fetta del pianeta, loro da soli. Anche se leggo che il governo ha fatto un mega piano di recupero. ambientale...Comunque realtà molto complesse, interessanti e un po' inquietanti. Shanghai comunque non è proprio in cima alla lista dei luoghi che vorrei conoscere. Ma è lì che hanno inventato il gioco? :)))

Melinda ha detto...

Ho provato due volte a postare un commento di risposta ma la macchina ha digerito senza ritegno le mie parole.

Quindi... niente.

ignominia ha detto...

SGRUNT!