sabato 1 ottobre 2011

GITA


lastelladelmattino.org



Nella concomitanza di una visita da parte di un amico che vive in Germania, abbiamo deciso di fare un piccolo tour tra i sentieri del Sacro in provincia. E qui, volendo, ce n'è di roba da vedere.
Mete prefissate il Monastero della Verna e quello di Camaldoli, nei crinali dell'Appennino Tosco-Emiliano e per finire, a cena da amici in Casentino. Le prime due non le avevamo mai affrontate in un unico viaggio: una volta nevicava, una volta soleggiava, una volta sceglievamo la provincia di Siena...

Trovata la scusa per fare la gita partiamo all'alba. E se alla Verna le Stigmate non le troviamo se non raffigurate in dipinto, certo è che al mercatino della solidarietà, trovo un catalogo di una mostra di pittura pieno di nudi maschili a olio, nudi maschili a matita, nudi maschili a carboncino, "omini ignudi" eccetera eccetera...

Bel capolavoro di pittura! Altro che Sacro! Qui siamo piombati nel bel centro del PROFANO! E che profano!
A nulla valgono a ricondurmi sulla retta via le meravigliose ceramiche invitriate dei Della Robbia che spuntano fuori un po' da ogni angolo della Cattedrale: sono tante e belle da suscitare emozioni troppo simili, ripetitive.

Tra le profanità un gruppo di pellegrini statunitensi che si distribuisce i compiti più strani per scattare le foto: apri la porta, tienila aperta, sparisci dalla visuale... Mi metto in coda con loro per visitare i luoghi sacri e in un attimo mi viene raccontato tutto del loro tour e della loro origine.
Scopro quindi che alcune delle fotografe volitivo/impositive sono suore.

Con nello stomaco una piadina si riparte per Camaldoli. Le curve della strada di montagna provocano malesseri vari che vengono retti stoicamente dal manipolo di ardimentosi: i colori delle facce tendono talmente al verde che, arrivati a Camaldoli, la prima tappa è alla farmacia centenaria del convento dove ci scoliamo una bottiglietta di elisir dei frati che con le erbe e i suoi più di 40°, è da noi detto confidenzialmente "sturalavandini".

Rinvigoriti dalla digestione indotta saliamo gli ultimi tornanti tra boschi meravigliosi.
All'eremo dove le casette dei frati sono chiuse nel recinto e paiono villette a schiera, la luce è incredibilmente chiara. La popolazione di visitatori rada, ma così impaurita del silenzio da risultare chiassosa. Il negozio di souvenir ha un catalogo esemplare di DVD contro il nazismo. Il Della Robbia di turno in una cappella dipinta in stile modernista. Avvistiamo un falco ed un cerbiatto. Grande. Quindi un capriolo? Un daino? L'ignoranza galoppa.

Altre curve fino a scendere a valle. Stavolta i passeggeri della coraggiosa auto che li ha portati in giro per tutto il percorso, la Patty, dal silenzio passano alle minacce verbali di sconquassi digestivi. Ci fermiamo giusto in tempo.
Un porto sicuro ci attende: un aperitivo, una pizza, un po' di schiacciata con l'uva in casa di amici.

Fine della gita. Rientriamo a casa distrutti.
Ma l'anima è salva.


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