mercoledì 3 agosto 2011

ZITO, NON ZITTO!


Un tal signor Dustin Zito, cercatevi le foto in internet perché quelle interessanti sono osé, e quindi non mi va di finire nella lista di quei blog che per accedervi ti fanno cliccare sul bottone, "sono uno sporcaccione e so di esserlo", bottone messo lì solo per incuriosire i guardoni, invece di proteggere i bambini e i perbenisti, poi, per trovarlo, basta solo mettere il nome nel motore di ricerca preferito, vi ricordo che quello del Nostro Premier è "Gogol" ....

Insomma, il signor Zito, eterosessuale convinto e con una femmina fidanzato, e altrettanto convinto partecipante ad un reality show in U.S.A., si è pagato gli studi all'università, mettendo in mostra via cam, il proprio "cannellone" - al dente - in un sito a pagamento ad orientamento gay.

Ebbene, direte voi?
Ebbene nulla.

Mi ha fatto solo ridere il nome del protagonista della NON notizia.
E l'amara indignazione di alcuni blogger "di settore" - gay - nel riferirla...
Come se ci fosse l'obbligo di onestà intellettuale anche quando pratichi commercio del piacere. Come se ogni rapporto a pagamento prevedesse l'orgasmo di entrambi i partecipanti e non la possibile, probabile finzione di uno dei due, di solito quello che riceve denaro in cambio della prestazione.

Ma perché indignarsi?
Innanzi tutto non ci viene detto a che età il bel "faccino cannolato" ha iniziato la professione, ma si VUOLE sperare che sia stato maggiorenne. Altrimenti il reato è garantito.
E poi il gioco praticato mi pare giocato con una base così sporca, da apparire chiaro, limpido e lampante di per sé: "io do una cosa a te e tu dai una cosa a me". Illusioni sessuali in cambio di denaro sonante. Tutto qui. Se poi quella cosa che viene data in cambio, qualunque essa sia, non viene concessa a noi... Pazienza. Ci saranno altre occasioni per incontrare un bel faccino.


Invidiosi di tutto il mondo consolatevi con la notizia che viene da Jeddah: lì verrà costruita il grattacielo più alto del mondo nei prossimi cinque anni. La "cosa" sarà alta UN CHILOMETRO e pare richiami un progetto mai realizzato a Chicago di Frank Lloid Wright.
Non ci è dato sapere se si tratta di una torre di uffici o di appartamenti o di un connubio.
Certo è che andare a vivere su a un chilometro di altezza mi pare un po' da rincoglioniti.

Non credo che le finestre si apriranno a quell'altezza, quindi per una boccata d'aria ti tocca fare tutto il percorso fino all'eliporto che pare piazzato a metà struttura; un'occhiata alla macchina parcheggiata in seconda fila comporterà l'uso del binocolo; in caso di vento ti si spostano tutti i soprammobili Swarovski sui tavolini da fumo; e la mattina, per accompagnare i bimbi a scuola, ci vorranno almeno di 5 minuti in caduta libera per arrivare a piano terra, livello scuolabus o al garage dove tieni il la Rolls Royce, livello raggiunto immancabilmente chiazzato della colazione che i bimbi avranno vomitato nell'ascensore...

Ma la vita non è già abbastanza dura per aggiungervi tutto questo? Il prestigio vale la candela?
E se dopo aver speso un bel sacco di milioni di petrodollari per vivere sopra le nuvole uno si accorgesse che soffre la cortina di nuvole che ti divideranno eternamente dal pian terreno? E se ti hanno fregato e ti hanno venduto il piano dove stazionano costantemente le nubi? Lo trovi un altro che ti ricompra l'attico?

6 commenti:

ignominia ha detto...

bel post allegro Meli, ben tornata. Il grattacielo di un kilometro mi fa pensare alle torri di Babilonia, e da come furono abbattute dal suono di tromba. Anche questa tutta di vetro promette bene, una stecca della tromba e viene giù tutto inclusi -ma sopratutto- i cristalli Swarowski! Ma ti immagini a viviere lassù? Che arroganza, che assurdità. Capisco se uno vive a NY dove ad una certa altezza sei comunque oscurato dai palazzi di fronte, ma a Jeddah? Quanto saranno alti i palazzi di Jeddah? La mancanza di competizione in altezza della città di Jeddah tra l'altro rende il Km ancora più pericoloso perchè non protetto dal vento dagli altri palazzi. Boh!? Per quanto riguarda il kilometro orizzontale, il da te ben nominato "cannolo", come esclamano loro dirò:"Whatever!"C'è chi affitta l'utero per pagarsi gli studi, chi si prostituisce in alto borgo per la stessa ragione, che vuoi sia se ha messo il binocolo sul web?
Parlando di attrezzi riporduttivi esagerati, sto ancora cercando di riprendermi dallo shock dall'aver visto quello di Moe, il mio tartarugo. La letteratura sulle creature non è ricca di spiegazioni, foto o illustrazioni sull'apparato ripoduttivo di queste bestie, ma OH MY GOD! Capisco perchè un forumista tartarugato aveva scritto pudicamente "il coso"nel menzionare il pene della sua creatura. NOn era pudore verbale bensì incapacità descrittiva compattata dalla sorpresa. Hai presente ALIEN? Dunque se riesco a rendere l'idea: da sotto la coda inizia ad uscire un coso di carne livida che sembra apparentemente un pene "normale" che via via che fuoriesce si allarga come un fiore sempre di più fino a diventare un cono la cui parte più stretta è quella vicino alla coda e la parte più esterna è larga e piatta e grande quanto la testa della tarta. Non basta, sulla superfice piatta del cono si vede un un centro più rosso della prima struttura, che suppongo fuoriesca ulteriormento per inserirsi nella femmina. In pratica il primo organo è come uno stura cessi a ventosa che si applica da qulche parte per permettere che il secondo faccia il suo lavoro. Ora la natura in genere è funzionale e le forme biologiche che si sono sviluppate sono per così dire, ergonomiche, ma questa supera qualsiasi immaginazione, naturale o innaturale che sia.
Vabbè dicevamo...;-$?
nourinde

Melinda ha detto...

La descrizione del coso della tartaruga mi fa quasi inorridire per la sua "chirurgicità". Orrorissimo! Ma si sa che quando la specializzazione alla riproduzione batte la ricerca del piacere, qualche magagna salta fuori.

quanto al "chilometro in verticale" non avevo minimamente pensato a tutte le specifiche tecniche su Jeddah. Certo mi sa che tanti grattacieli non li hanno e quindi chi starà in cima, al minimo refolo, altro che i soprammobili gli si spostano, ma pure quadri e ante di cabine armadio. Sì, vedo anche io un'arroganza in questa ricerca delle dimensioni e, lasciamelo dire, un'arroganza tutta maschile. La forma di quel coso lo dimostra.

Se mi riassumono e riaprono la Jeddah, avrò l'orrore di vederlo pure da vicino.

titina ha detto...

Davvero interessanti queste dotte disquisizioni.
Sono d'accordo in linea di massima sul discorso di Meli sulla ricerca del piacere vs anatomia dettagliata;
e d'accordo sulla totale inutilità di grattacieli sesquipedali, che servono solo a soddisfare insane manie di grandezza ma vanno contro ogni nuova concezione pro-ambiente. Ci andrei cauta sul fatto che non ci siano altri grattacieli a Jeddah, ultimamente pare ci sia una gara da quelle parti a chi ha più soldi e chi lo costruisce più alto, vedi anche Emirati vari.

Melinda ha detto...

Ho subito Gogol (ato) Jeddah per immagini e da quello che vedo si deve trattare di buone intenzioni verticali: nelle foto si possono vedere solo 3 edifici per volta di una certa consistenza, ma che non mi sento di chiamare grattacieli. O forse lo sono perché Wikipedia mi ingiunge di considerare tali tutti i palazzi con più di 15 piani.
Allora sto zitto.
Anche se, sia inteso, non sono d'accordo! ;-)))
Cosa sono 15 piani rispetto ad una chilometrata di piani e accessori? Bazzecole, quisquiglie, pinzillacchere!

Mi piace l'idea di cominciare a considerare il valore di un edificio anche secondo misurazioni ecologiche, brava Titina, dobbiamo davvero inculcare questa metodologia considerativa a chi di dovere. C'hanno rotto o beneamati tartarughi a pensare solo a quanto in alto, quanto qrditamente possono stupirci.

Metti le considerazioni di Dubhai in prima linea: penso solo al casino che possono aver fatto alle correnti rivierasche con la costruzione di quelle sconsiderate isole per nababbi a forma di Palma e di Mappamondo: ci pensavo nel 2008 quando andavo lì spesso e dalla mia camera d'albergo vedevo l'incessante lavoro delle chiatte a scaricare terra in mare per costruire chissà quale nazione o continente, lì dove un tempo magari c'era la barriera corallina.
Per ottenere cosa poi? Un qualcosa che potevi godere nella sua interezza solo dall'aereo in decollo...
Ma fatemi il piacere!

Melinda ha detto...

qrditamente = arditamente

titina ha detto...

Infatti pensavo proprio a quelle nefande isole finte e assai malinconiche, ma anche, sempre da quelle parti, a quell'albergo mega a forma di vela. Incubus. Ma alcuni grattacieli PIU' alti (famosi)sono anche da qualche parte in oriente, ogni volta si dice "questo è il più alto del mondo". Ma come si dice nella capitale, e sti ca***
pensiamo solo alle arie condizionate necessarie o ai chilometri di cavi per altissima tecnologia. Bi-incubus