lunedì 4 aprile 2011

VARIABILI DEL WEEK END




Simona Ventura si lancia dall'elicottero e lascia i fans con il fiato sospeso. Pericoloso?
Davvero tanto.
Più pericoloso, in my opinion, apparire senza trucco con la faccia appomellata. Era diversa prima. Tanto. Se questa è la crudeltà del mondo dello spettacolo, mi immagino quella del mondo reale.

Tutto ciò, la sua partenza per l'Honduras, non sfugge praticamente a nessun giornale. Bene.
Anche on-line. Bene.

Peccato che per saper qualcosa di quello che ancora accade in Giappone, se voglio che le notizie in arrivo da lì siano trattate con l'attenzione che meritano, se cerco approfondimenti devo trasferirmi nelle reti tv francesi. O di altri paesi che però io non frequento più di troppo. Sia benedetto il digitale terrestre per questo. E i francesi, che saranno quello che saranno, ancora hanno una stampa che si può fregare di quel nome.
Invasi da un esercito non sappiamo quanto numeroso, di immigrati clandestini che non sappiamo gestire e contenere, "Equandomai!", con la Libia che impone alla nostrana diplomazia degli slalom degni di Thoeni Gustav, con la terza carica dello Stato mandata a stendere da un signor ministro della Repubblica, perché occuparci di quello che giorno dopo giorno diventa il disastro nucleare del secolo?
Ce lo siamo già procurato a soli 11 anni dal suo inizio... Che velocità.

Sbuffo e vado su altro.

Dribblo la Libia, il Giappone, i miei Stati confusionali personali e mi immergo nella ceramica color arancio scoperta da poco e già acquistata. Addirittura già regalata. Il colore dona uno stato di grazia a quel materiale dall'aspetto solido di colonna. Lo alleggerisce donandogli la trasparenza dei tessuti volatili.
Acquisto l'ultimo pezzo della serie insieme ad amici apparsi improvvisamente a dare un senso ad una domenica passata a scappare in macchina e a chiedersi perché e a tornare indietro chiedendosi perché.
Perché basta avere le idee chiare nella vita... Io non le ho a quanto pare. Ma sono fortunato ad avere degli amici che riempiono gli spazi lasciati liberi dalle fughe improvvise della ragione.

Con loro mi dirigo verso la Libbia, il passo che mette in comunicazione la Val Tiberina, Anghiari, con il Casentino e a scendere Arezzo.
Lassù, sul cucuzzolo dalle reminescenze nord africane, il ristorante con uno dei migliori piatti di agnello fritto che il mio palato ricordi. E sì che frequentando tutto quel Medio Oriente di agnello ne dovrei aver sopra i capelli. Ogni tanto si torna per ricordarne i sapori, non avendo cuore di affrontare la frittura in casa. L'odore che ne resta è sempre pestilenziale.

E' quanto meno politicamente scorretto parlare di piatti di agnello con la sanguinaria Pasqua alle porte. Quindi eviterò di dilungarmi.



6 commenti:

titina ha detto...

Ecco, l'argomento agnelli pasquali e relativa strage preferisco non sentirlo e non affrontarlo. Per il resto, che dire? C'è in giro un "po'" di confusione a cui si cerca di porre rimedio con sapide barzellette, acquisto di ville lampedusane e eserciti regionali...Vuoi che ti parli della nostra spazzatura? No, molto meglio una passeggiata primaverile sulla Libbia (non Libia). E resistere resistere resistere.

verifica parola: oFLYl, un suggerimento?

ignominia ha detto...

bello il vaso ricorda quelli cinesi...

Della Simona Ventura non so ne sapevo niente al solito, ma sono daccordo per le news che purtroppo seguono un filo loro di saturazione attenzione pubblico. Mentre era caldo il Giappone la Libia era nel fornello piccolo a stufare, ora è ripassata su quello grande per bollitura vivace...e il Giappone è finito dietro. Poi il NYTimes è diventato a pagamento e leggo solo la prima pagina...
Non sono daccordo col fatto che non hai le idee chiare, più che non hai le idee preconcette ed essendo un equanime che soppesa anche le posizioni degli altri, è inevitabile che le idee te le chiarisca dopo agli altri. Comunque tieni duro, le cose si sistemeranno al meglio, vedrai.
un abbraccio ti aspetto quando vuoi
pophe

Melinda ha detto...

E' incredibile quanto il marcio ci sia vicino attraverso le persone che conosciamo: non si parlava dei 7 gradi di lontananza da qualunque obiettivo/persona/situazione? Saperti lì Titina mi fa vedere che siamo ad un numero ben minore di gradi di lontananza dalle tragedie attuali, anche quelle che non appaiono sui giornali perché non fanno vincere le elezioni.
appel

titina ha detto...

Sono ignorante di questa cosa dei 7 gradi, poi me la spiegherai meglio? Anche a me 7 sembra tanto, penso al mare radioattivo giapponese e mi sembra di averlo qui davanti (via caracciolo napoli) esagero? A presto, segue mail.

Melinda ha detto...

Questa della lontananza/vicinanza te la può spiegare meglio Igno, con la quale ho fatto un breve accenno tempo fa. In due parole pare che qualunque persona, qualunque evento, qualunque situazione, sia lontana da noi di soli 7 passaggi/persone, e che quindi siamo molto più vicini.. che so, al presidente degli Stati uniti d'America, al Papa, ai premi Nobel di quanto pensiamo.
basterebbe metterci d'impegno e troveremmo tutto e tutti a portata di mano.

titina ha detto...

Mi convince. Approfondirò con Igno, ma (appunto) da vicino