domenica 13 marzo 2011

POCHI GIORNI DOPO.

Kyoto, febbraio 2008


C'è uno coglione, o una cogliona, in provincia di Milano che sta facendo strage di gatti: si calcola che dall'inizio della sua attività di serial killer ne abbia sterminati almeno un 120... Dico io: ma alzare un po' la mira e sparare al doppio dell'immagine allo specchio no?
Ne danno notizia "IL GIORNALE" - mi rifiuto di fare il link con la pagina del pessimo quotidiano, scusate! - e uno dei telegiornali di Mediaset - come sopra -, e si aggiunge che una taglia di seimila euro è stata posta sulla sua testa.

Dead or alive?

Chiedersi cosa passa per la testa del serial mi pare troppo. Non vorrei che il solo parlarne aumentasse la sua autostima, che già mi sembra abbastanza, troppo altina... Si tratta di una persona con problemi e questo non si discute. Che sia stato morso da un gatto mentre faceva footing?

Forse m'incuriosisce di più che si trovi il tempo di spargere al vento tali notizie quando un Paese ex alleato e certamente amico, sta soffrendo quello che sta soffrendo. Secondo me, quando si vedono gli incendi che galleggiano non estinti nell'ondata sterminatrice dello tsunami si dovrebbe precipitare nel burrone del silenzio e non in quello delle parole.

Cos'altro: la signorina salita sul tetto in compagnia di un anziano e di un altro giovane, guardano sotto, tutto allagato dal mare che tracima e passa, e lei immobile, di spalle, stringe la sua borsetta e il cappotto come un appiglio all'uscita da quell'incubo che le si para davanti; chissà se pensa che non può essere vero.
La foto dell'Imperatore e dell'Imperatrice sradicata dal muro e sporcata dalle acque.
La madre bloccata nella stazione di Tokyo che non trova il modo per raggiungere il figlio.
Il giovane con gli occhiali seduto sulle fondamenta di casa sua.

Usiamo questo scivolo, please. Usiamo il silenzio e la partecipazione. Alziamo lo sguardo e azzardiamolo l'impietoso paragone con quel popolo eroico, nel silenzio della nostra testa.
E soprattutto facciamo sì che il dignitoso silenzio con cui loro stanno facendo i conti con la realtà, non serva da catalizzatore alla nostra indifferenza e giustificativo alla nostra mancata partecipazione.


1 commento:

titina ha detto...

Sono d'accordo sul burrone del silenzio, che mi piace anche come immagine. Qui da noi sempre più depressi e compulsivi sulle cavolate. Sempre più teatrino di marionette stupide e ripetitive. Che dire? Niente, silenzio su tutto.