martedì 22 marzo 2011

ARRIVO/PARTENZA

Prima o poi riesco a pubblicare quello che voglio...
Ora riprovo.

Esplosa la primavera - boom - caricato di armi e bagagli, mi appresto alla partenza con la volontà segreta che non ci sia ritorno.

Nei bagagli salumi di Toscana belli carichi, una caciotta di pecorino del Pratomagno e il nuovo figlio che sconsideratamente mi e' stato affidato da mani - troppo - fiduciose: la pasta acida per lievitare il pane. Non sapendo cosa fare in CIGS mi sono messo a fare il panettiere.

Non bastava il gatto e l'affannosa quanto semplice ricerca di un'anima pietosa che se ne prendesse cura ad ogni rara partenza, ad ogni rarissimo contratto di lavoro.
Ci voleva anche il lievito che soffre di solitudine...

Eh no! Quella mica la puoi lasciare a casa se te ne vai per più di tre/quattro giorni. Te la devi portare dietro, come un figlio che mai lasceresti da solo pena il disprezzo generale, o peggio, la morte del suddetto.
Perché se non te la curi ben bene quella per dispetto inacidisce.

Allora mi sono incartato il barattolo nella plastica wrap, infilato in doppia busta e via nella valigia spedita nella stiva dell'aereo. Non voglio neppure immaginare che cosa si son detti coloro che hanno passato il bagaglio al controllo radiogeno... "Ecco un'altra matta che viaggia con il cibo di scorta".

In effetti se ci prendessero in ostaggio in un aeroporto bloccato - stile Tripoli - avremmo qualche giorno d'autonomia.

Poi siamo arrivati nella terra magica dove l'inverno e' solo uno spauracchio per descrivere la sfiga di altri.
Un passeggero si lamenta dei venti minuti di ritardo con tutti gli assistenti di volo schierati allo sbarco. Democraticamente non ne salta nemmeno uno. Se potesse tornerebbe indietro per farlo anche con quelli disposti dietro di lui. Fortunatamente il muro di gente lo spinge in opposta direzione.

Nel pullman verso il centro un'americana si siede ed osserva stupita che: "There's not seat belts".
Arre' cca' !!!!
Per i non parlanti l'idioma isolano = di nuovo qua.
Guardati intorno deliziosa signora e cerca di calcolare la percentuale di coloro che indossano la cintura all'interno delle loro auto. Il numero ricavato sarà così basso che farai in un battibaleno. E poi le cinture a frugare ci sono. Basta frugare.

Il cinese dentro il negozio ha un rotolo di carta igienica sul bancone. Uno solo.

Fa già caldo: spero non si rovini il salame in valigia prima del salvifico arrivo al frigo.


Inviato da iPhone di Giampiero

1 commento:

ignominia ha detto...

come sarebbe a dire "partenza con la volontà segreta che non ci sia ritorno." ? Mi sfugge qualcosa...
All'americana mi viene da dire che sebbene io sia per mettere la cinture in macchina non è che i 12 morti nel Bronx della settimana scorsa siano meno morti per averle avute: bus schiantatosi sul supporto dei cartelloni autostradali dopo essersi rigirato su un fianco e 12 persone affettate in due (ma parte inferiore ben legata ai sedili): da domandarsi se nel caso dell'assenza di cintura chi fosse stato gettato altrove forse ora sarebe vivo... Nel mio libro quando è il tuo giorno non c'è cintura che tenga...
Ma il tamagochi bilogico proprio a te doveva darlo chi so io? Amvedi che magari aforza di affetto e cure non ti cresci un Pips fatto in casa, una specie di Golem, ma buono...(ti devo prestare la storia del Golem, è bellissima)
affsba
adegunic