martedì 5 gennaio 2010

FESTE 1


Fino a qualche anno fa si poteva pensare di dividere un Paese come il Nostro - notare le maiuscole - in zone geografiche tenendo conto della quantità di botti sparati a fine anno: mano a mano che si scendeva a sud la quantità di esplosivi esplosi durante la notte dell'ultimo giorno dell'anno aumentava in maniera esponenziale ai chilometri percorsi.
E quando il primo dell'anno, dopo il concerto da Vienna che serviva solo da accompagnamento per la preparazione dei tortellini, ma era comunque tradizione lasciarlo scorrere in TV, si ascoltava il telegiornale, le nostre nonne finivano regolarmente per domandarsi: "Ma possibile che laggiù si divertano tanto a sparare?". Quel laggiù stava ad indicare il Sud, posto mitologico dal quale arrivavano le notizie più raccapriccianti, non c'erano altri termini per definire una zona per molti sconosciuta del Paese.
Che poi, tornando ai botti, non si trattava di soli spari, ma di petardi, fontane, fuochi d'artificio, bombe calcistiche, mani amputate, occhi cecati, dita volate via, bambini portati di corsa in infermeria, barelle insanguinate in un tam tam televisivo che ammorbava e abbrutiva il primo giorno delle della nuova era annuale. Che se pensavi agli stitici bastoncini scintillanti che ti eri acceso la notte precedente ti sentivi anche un po' scemo. E che ti veniva voglia di offrire un caffè ai poveri barellieri con la faccia stanca che scaricavano l'ennesimo ferito al Pronto Soccorso per le telecamere del TG.

Ora, siccome che qui sotto casa mia la notte di questo Capodanno ci sembrava la guerra, credo di poter smentire l'assioma sud uguale botti, centro-nord uguale misura. Pochi loschi individui cenanti in una pizzeria sotto casa, poco prima dello scoccare della mezzanotte, hanno dato il via ad uno spettacolo pirotecnico degno di Bagdad sotto attacco: con fuochi e botti hanno illuminato a giorno il cielo sopra casa mia, fatto esplodere la cassetta rossa delle Poste Italiane - che si è staccata dal muro dove era appoggiata ed ha sparso a terra tutta la corrispondenza contenuta - triturato un vaso decorativo in coccio che stava davanti ad un bar di fronte, divelto vari cestini per l'immondizia posizionati lungo il marciapiedi sparpagliandone il contenuto, probabilmente ucciso un paio di piante decorative posizionate dal Comune, ed altro che non ho notato. Perché io mi son barricato in casa, intimando a tutti i presenti di fare altrettanto, per non rischiare di prendersi qualcosa in un occhio.
Occhio che ad un certo punto, al culmine dell'esasperazione - ma come era possibile vendere a dei cretini fuochi che salivano in aria a più di 20 metri? Come era possibile pensare di spararli tra i palazzi? - ho pure sperato si mettessero knock-out da soli. Se non un occhio, organo importante, almeno un dito se lo potevano pur ferire leggermente... Almeno avrebbero smesso!
Invece niente: belli, sani, ubriachi, scemi, ebbri del rumore prodotto hanno dato fondo alle loro costosissime scorte, guidati da una mano invisibile - la sorte? La vita? Dio? - che a parte danni materiali non ha ferito nessuno.
Caduta la cassetta delle poste ho pure chiamato la Polizia, non so se e quando siano intervenuti, ammesso che abbiano sentito le mie parole nel bombardamento in corso.

Conclusione: gli stronzi sono dappertutto. Non si tratta più di zone geografiche, di divisioni culturali: la deficienza di neuroni imperversa sul Paese, speriamo che non chiedano tutti la pensione d'invalidità.

3 commenti:

ignominia ha detto...

certo, che vandali! Se, anzi SE la polizia di Arezzo fosse un corpo funzionante, uno potrebbe anche fare una denuncia per danni,visto che hai dati sufficienti per farli ripescare. Forse alla pizzeria li conoscono oppure hanno pagato con una carta di credito, chessò un bancomat? Certo che con un corpo di polizia sguarnito come quello Aretino, non ci sono i mezzi per perseguire- a scopo di scoraggiamento per futuri teppisti della stessa risma- questi idioti che sono solo una rappresentanza degli idioti che esistono nel mondo. C'è poco da fare, siamo in minoranza. Ma e dirlo alle poste che avendo subito i danni ha più interesse a perseguire i tipi? Leggevo un'articolo sul problema della contraffazione delle griffe, che sono i Luis Vuitton e i Cartier che pagano avvocati e investigatori per perseguire quelli che gli rubano il mercato con merce contraffatta. mica per metterli in galera che vista la poca recettivitàò dei governi sul problema è impossibile - ma per recuperare i soldi che questi gli rubano. E se mettessimo su una attività del genere? Ti vedo bene come investigatore... ;-)

titina ha detto...

Dal sud/laggiù: condivido in pieno.
Premesso che i fuochi d'artificio, quelli belli, sparati a distanza direttamente in cielo in zone aperte (per es. sul mare) che per perizia dei fuochisti (gente specializzata e autorizzata) danno luogo a spettacoli luminescenti multicolori e meravigliosi, a me piacciono e mettono allegria, in misura uguale e contraria DETESTO le manifestazioni selvagge e incontrollate dettate da cervelli col vuoto pneumatico. Mi pare di vederli (qui come altrove) i ragazzotti inebetiti dall'alcol e dalla loro stessa imbecillità che sghignazzano felici dei danni procurati.Io penso che la vendita dei fuochi, essendo polvere da sparo, dovrebbe essere molto ma molto controllata.
Per inciso nel bilancio di quest'anno oltre agli esseri umani anche cinquemila animali, randagi e non, sono stati colpiti.

Melinda ha detto...

Assolutamente d'accordo con te: ricordo un tempo, a Toronto, quando andavo in riva al lago per vedere un qualche concorso mondiale tra maestri dei fuochi d'artificio. Uno spettacolo magnifico, dove gli italiani, spesso, erano i vincitori.
Mi piacciono pure quelli per la festa del patrono.
I professionisti che li usano sono la chiave di tutto.