venerdì 27 novembre 2009

SICILIA 1 - ODORI



Il signore cinese che sta dietro aromatizza la carrozza con la puzza dei suoi piedi. E' un odore particolare, tra il marcio e il tè verde, impossibile che non venga da lui. Siamo io e lui in questo scompartimento, e io non sono di certo. Giro leggermente la testa a controllare ma le scarpe non le ha tolte. Accidenti, averlo in casa dev'essere come allevare delle puzzole. Forse bisognerebbe solo cambiargli i calzini o le scarpe e consigliargli un modello in vero cuoio, e non quella fraudolenta imitazione di Nike che gli friggono i piedi.

Più tardi. Davanti a me sta seduta una coppia elegante: lei franco-italiana alterna frasi in italiano e in francese, lui capisce lei ma le risponde in italiano. Entrati nello scompartimento si sono accomodati: lei-"E' in orario"; lui-"Già"; lei- "Meglio". Poi quando la comunicazione sembrava terminata e lui aveva già aperto il quotidiano, lei è partita in una caziata in francese sul di lui vizio di fumare. Lei profuma di lilium e lui legge. Un profumo di un'eleganza con una marcia in più. Non credo neppure che potrebbe stare bene a tutti, ma a lei calza a pennello. Godo di ogni refolo l'aria che mi porta l'aroma, perché è buonissimo. Peccato che dopo il primo attimo di piacere non possa non ricordarmi l'odore della camera mortuaria della Misericordia. Povero lilium: indissolubilmente legato alla morte.

Termine corsa: abbandono i miei anonimi compagni di viaggio. Salgo sul treno che mi porta in aeroporto e lì sto per stramazzare al suolo. Meno male che ho i manici delle valigie a sorreggermi: dopo i piedi cinesi, il lilium mortifero ci mancava la puzza umana del vagone lercio chiuso sotto il sole. Come se fosse stato abitato negli ultimi vent'anni da un raggruppamento armato di barboni in inverno. Grazie alle Regie Ferrovie dello Stato in meno di tre ore ho fatto un tour olfattivo degno di una visita al museo dei profumi. Ma da vomito.

PS: per lo stesso tempo di percorrenza tra città e aeroporto, in Germania ho pagato la metà del biglietto pagato qui ed ho pure viaggiato in un vagone PULITO.


Sempre parlando di naso: di ritorno dal mio lavoro di manovale in cantiere di casa Sicilia - manovale perché mi fanno solo demolire, smurare, trasportare i calcinacci, passare gli attrezzi, spalare la rena per l'impasto o portare le calrarelle del cemento, ma non osano farmi incollare un mattone all'altro - e fanno bene - di ritorno, dicevo, avevo le narici incollate dalla polvere. Sì è vero, abbattere pareti crea un leggero alone di polvere. Mi sentivo il naso così intasato che se avessi aspirato tutti i detriti per spostarli da un posto all'altro, avrei ottenuto lo stesso effetto mortifero.

Allora mi sono sciacquato le frogie in profondità, aspirando acqua. Magia della pulizia: quando sono uscito per andare a fare la spesa gli odori erano intensi e bellissimi: sotto il vento di scirocco, potevo avvertire l'odore del mare.



5 commenti:

ignominia ha detto...

bel post, Meli, sei in gran forma. mi piace come hai reso la passività femminile - lui legge, lei profuma, quella di lei non è un'azione ma per una donna è un'attività passiva che va bene, specialmente se vista nell'ottica generale maschile che vuole la donna bella e profumata, ...e"nagging". Lo so che non è il tuo modo di pensare ma il contrappunto mi ha fatto riflettere...bentornata!

Ros ha detto...

Che interessante esperienza olfattiva!
Ci sentiamo prestissimo per approfondimenti.

Ben tornato a casa, mi sei mancato tantissimo!

Melinda ha detto...

Anche VOI mi siete MANCATI.... Mannaggia

ignominia ha detto...

ci vediamo MErcoledi ok?

Melinda ha detto...

ma certo