giovedì 28 ottobre 2021

Poteva andare peggio: poteva piovere,


e a Roma se piove forte è un disastro per il traffico. Invece alla fine tutto si è concluso con uno scroscio di applausi. O meglio: scroscio di applausi e urla di giubilo alquanto scomposte. Più adatte ad un matrimonio al castello del Boss che alla severa aula del Senato.

Cosa si celebrava lo sapete bene. Come già dalle prime righe capite da che parte sto. E non vedo da che altra parte si potesse stare.

Invece è andata così. Anche a dispetto di quello che sembrava il sentire popolare prima della votazione. In un sondaggio del quotidiano Repubblica del mese di luglio il 62% degli intervistati si dichiarava favorevole al testo ZAN, solo il 24% nettamente contrario.

Ora, cosa sia accaduto da luglio a ottobre è un mistero, perché tra fluttuazioni e ripensamenti gli schieramenti non potevano finire per essere tanto diversi da questi dati. 62 più 24 fa 86. Il che vuol dire che se pure il 14%, gli indecisi, si fosse riversato nelle file dei contrari, considerato pure qualche ripensamento, non si poteva scendere al di sotto del 55%.

Non lontano da questa percentuale, il 54% erano ancora favorevole in un sondaggio BiDiMedia, il 14/10. E quindi? Perché è andata così? Vorrà dire che in 13 giorni ci hanno ripensato, direte voi.

Quello che invece mi pare evidente è che ci sia uno scollamento tra chi vota le leggi e la base. Una incapacità di ascoltare il basso e portarlo nelle aule della Politica, tanto sono convinti di saperne più di noi, perché noi povera massa, non vediamo il disegno globale. E lo trovo arrogante.

Comunque è andata. Tra le grida di giubilo, è andata. E visto che l'odio è stato sdoganato, qualche Neanderthal crederà di aver maggior diritto di menare visto che la legge specifica è stata cestinata, bene anche io mi avvalgo della facoltà di portare un minimo di rancore. E anche qualche linea di disprezzo. Mi fate proprio cacà, si dice dalle mie parti. La traduzione non credo che serva. Nel frattempo ringhio come il cagnotto della foto, che mi scuserà se lo paragono a me.



Vi lascio con l'applauso che Drusilla Foer ha regalato ai social oggi, che è la reazione più elegante che ho potuto vedere.






mercoledì 27 ottobre 2021

OOPS I DID IT AGAIN


Sì, è accaduto di nuovo.
Non ci potevo credere ma gli incastri astrali che hanno portato alla creazione di questo blog anni fa, credo 12, si sono ripresentati e quindi posso dire a ragione, che la ciclicità del mio sculo personale va di dozzina in dozzina. Nel senso che non dura una dozzina d'anni, ma si ripresenta secco e impassibile a sconquassare tutto una volta ogni tot di anni.
Stavolta il botto fatto dalla compagnia per la quale lavoravo pare definitivo, tanto definitivo che le hanno pure cambiato nome. Possibilità di risorgere come una Fenice – la metto maiuscola perché a partire da Henry Potter anche per i bambini, e molti adulti con loro, chi rinasce dalle proprie ceneri ha una sua identità ben precisa –, pari a zero. Qualcuno userà il suo nome, ma pare solo fino a che non si sarà potuto mettere le mani su qualche centinaio di barattoli di vernice. Poi ciao. Arrivederci e grazie. In fondo anche scomparire è una forma d'arte, facciamole allora i complimenti più sinceri.

Quindi niente: dimostrato che certi umani sono più simili a virus che a persone – Matrix docet –, allo scadere dei 12 anni si ritorna in pista e su questi schermi. Sempre ammesso che ritrovi una parvenza di voce.

Un applauso per la mia nuova eroina:







Avrei una lista cara Jessica, ma te la comunico in privato. E ancora auguri per i tuoi splendidi 96.


giovedì 10 settembre 2020

PROPRIO LÌ


Se mi garantissero che d'inverno resto bloccato lì dalla neve, vorrei restare lì fin d'ora. 

mercoledì 6 maggio 2020

LO DICEVO IO 2


fotomiafattadame


martedì 5 maggio 2020

LO DICEVO IO



fotomiafattadame

domenica 3 maggio 2020

CI SIAMO


fotomiafattadame

Ci siamo. 
Squillino le trombe, rullino i tamburi!
Stiamo precipitando nella FASE 2!!!


Quindi oggi siamo nella FASE 1,99 e a pensarci bene non è che domani mi vada tanto di uscire.
Sarà mica obbligatorio?
Non ci saranno mica i portieri delatori che se non esci ti denunciano, arriva la Polizia e ti porta dentro?
Girano filmati di pinguini saltellanti che canticchiano che non ce la fanno più, io invece mi rendo conto che in questi due mesi di serrata devo aver sviluppato giusto un po' di agorafobia. Oppure ho rimpolpato la mia già presente antropofobia.
Che poi non è proprio paura... è piuttosto qualcosa di sano: un'antipatia ferma, ecco.
Nella mia cuccia ci sto proprio comodo. Fosse stata solo un po' più spaziosa non mi avreste rivisto!

Esagerato!
Ah esagero? Tu metti che già col resto del mondo qualche problema lo hai da prima, dopo due mesi di serrata la voglia di vedere tutti-tutti i colleghi non è detto ti venga, i pendolari sui mezzi pubblici che hai sopportato per anni ora li odi e i congiunti non è obbligatorio che ti manchino. Io son fortunato: siamo tutti così normalmente sparpagliati per il mondo, che ci manchiamo tantissimo in maniera sana e quando ci vediamo è davvero una festa.

E poi ho avuto il wi-fi dalla mia parte che mi dava tutti quei bei contatti di cui avevo necessità, tutti i whatsapp, le video chiamate, le chiamate di gruppo su Hangouts, le informazioni, le lezioni su RaiPlay, i podcast su Storielibere, la musica su Spotifay, i libri su Book Store, quindi ho davvero bisogno di uscire? A far la spesa sì, ma prima prenoto l'ingresso su ufirst!

E... respirare aria fresca per esempio?
Ma quello lo ho fatto più o meno tutti i giorni da quando è stato possibile: legato ad un invisibile filo di 200 mt. giravo intorno a casa come una trottola, dopo aver fatto 6/7000 passi rientravo. E tanti saluti a tutti. Quella di oggi è aria più fresca di quella di domani, tra l'altro, perché inevitabilmente da domani i livelli di polvere sottili risaliranno ed il cielo sarà meno limpido.

Esagero. Sono un sedizioso. Mia nonna diceva IDEOSO, non nel senso di pieno d'idee ma nel senso di rompipalle, fazioso, perditempo. Ma analizzando bene al cinema non ci posso andare perché prevedono di riaprirlo a fine anno, le vacanze ancora non ci hanno detto se ce le fanno fare e la biblioteca è ancora chiusa...

Quindi perché uscire?

Una sola parte della mia ansia da quarantena sarà risollevata dall'arrivo della fase 2: quella collegata all'economia ferma, alle famiglie (anche a quelle composte da una sola persona) dove non entra uno stipendio da un po', al mio lavoro immobile da troppo tempo: tra queste categorie qualcuna ricomincerà a tirare il fiato. Non è poco. Lo prenderò per il faro che mi condurrà al buonumore.


sabato 25 aprile 2020

25 APRILE





Oggi 25 aprile. 

Oltre ad essere la festa della liberazione dal nazifascismo è un giorno in meno alla liberazione dalle quattro mura della casa che si stanno facendo strette. Inquietanti. Le pulizie? Fatte. Il congelatore trabocca di cibo pronto all’uso: ci mancava l’abilità di calcolare bene le dosi. Ma tanto a pranzo e a cena stiamo a casa... No! Stiamo sempre a casa!
Non che sia mai uscito, tutti lo facciamo, anche noi sprovvisti di cane. Ho pure cercato di affittare Pampino per far due passi ma la portatrice sana di tallone flamenco non ha voluto. Chissà perché...

Tra l’altro per due giorni non l’ho sentito. O lo hanno sedato, oppure lo hanno traslato altrove. Delle due l’una. Oggi invece il circo Togni ha ripreso la piena attività, due spettacoli al giorno perché sabato festivo. Il numero dei cavalli deve aver avuto un buon successo, lo hanno replicato e l’orchestra ha suonato la chitarra e la batteria all’uopo. Il piffero era in ferie.

Ma cosa mai mi resterà di questi giorni beati quando finiranno?

La domanda giocava d’anticipo e non vorrei che portasse sfiga. Vivo in Lombardia e non ne abbiamo bisogno. Quindi la riformulo:

che cosa mi fa ricordare di essere in distanziamento sociale adesso?

1- il sapore della pizza fatta in casa. L'ultima credo di averla mangiata che ancora vivevo in Toscana, quindi almeno 8 anni fa. Ora questo piatto è il segnale che è sabato. Un punto di riferimento ci serviva;
2- l‘incredibile silenzio rotto dal correre disperato delle ambulanze. Ci sono stati dei giorni che ho creduto di essere stato trasferito mio malgrado a New York;
3- la piccolina con la sua voce carina che gioca con la mamma o il papà nel balcone del piano di sotto. Sembra una piccola nobile: non urla mai e l’ho sentita piangere solo una volta. E poi possiede un unicorno ciccione di plastica. È il mio mito assoluto;
4- la biblioteca comunale chiusa. Sto rileggendo per la seconda volta lo stesso libro, è ora di cambiare;
5- le video chiamate dove regolarmente mi beccano vestito come uno straccione. Dovrebbero istituire un bon ton delle chiamate invasive, così uno si sistema. Ed io imparare a non rispondere se sono in mutande;
6- il programma pages per Mac che sta costantemente aperto su tablet o portatile. Prima o poi mi faranno un sovrapprezzo.
7- la necessità psicotica di fare le parole crociate usando colori diversi, uno il tempo lo deve impiegare oppure no?
8- le conferenze stampa del premier che mi perdo sempre e che devo poi andare a cercare nell’internet.

Sono già abbastanza le cose che fanno parte di questo periodo, neppure tutte sane ed equilibrate. Le altre mi preoccuperò di segnarmele quando tutto questo si allenterà un po’.

Il punto due della lista è qualcosa che mi hanno detto si nota anche a Roma, a Torino. Del resto siamo immersi in un’emergenza sanitaria... Ma è così forte il contrasto tra silenzio è quello strillo disperato che mi lascia sempre senza parole. L’ho ritrovato anche nel video che un amico artista ha registrato su invito della sua galleria. Mentre nel suo giardino/studio racconta di come sta vivendo l’isolamento il rumore degli uccellini viene superato e annientato dal passare di un’ambulanza a sirene spiegate (spietate). Mi ha raccontato di non averlo voluto eliminare in fase di montaggio: era il segno preciso di questo tempo.

Buon 25 aprile.