giovedì 29 gennaio 2015

PAUSA



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Forse come dice tra le lacrime la protagonista del telefilm, la necessità primaria di fronte all'abbandono, alla MORTE, alla FINE in qualunque SUA forma è avere qualcuno che si possa accorgere della sparizione.

Un testimone che pianga o magari solo compianga. Ma soprattutto qualcuno a cui mancare. Che andando oltre il dissolvimento, la scomparsa/sparizione possa testimoniare dell'avvenuta presenza.
Lo so, guardo troppa la televisione, il più delle volte colpevolmente accesa.


Ma perché qualcuno ci ricordi, o meglio si accorga della nostra mancanza, è necessario lasciare delle tracce.
E qui ti voglio...

Una famiglia serve alla bisogna, tradizionale o farlocca che sia basta e avanza.
Oppure degli amici.
Gli sprovvisti di tale capitale/investimento umano, quelli che la famiglia ce l'hanno ma è un po' sgranata, quelli che non son riusciti ad instaurare il benché minimo trait-d'union sentimentale, quelli il cui blue tooth interpersonale è sempre stato off, è bene che si rimbocchino le maniche e si preparino all'azione. Come fare?


Potrebbero provare a farsi grandi uomini. Eccellere nelle arti, nella cultura, nel feroce accumulo di ricchezze, nel dispensare amore senza limiti verso il prossimo.
Percorsi irti di difficoltà che per loro natura impervia giustificano l'ignavia morale.

Per quel che mi riguarda non ci saranno scritti fondamentali, creazioni rivoluzionarie, invasioni efferate di altre civiltà da scrivere sui libri di scuola. La mia vita banale sparirà a breve termine dopo di me.

Arrivato in tarda età e con la consapevolezza che "manco le foto posso lasciare", potrò sempre trasformarmi in un efferato serial killer. Il bastardo autore de "I delitti della dentiera". Due risate alla scuola di polizia sono un fine dignitosamente perseguibile.


Intanto continuo a guardare "Grace Anatomy", "Downtown Abbey", "C.S.I" nella certezza che "certe porcate" riescano almeno ogni tanto a farmi fermarmi a pensare.
Che è sempre molto di più di quanto riescano a farmi fare la Clerici o la Palombelli.






Inviato da iPhone

martedì 25 novembre 2014

FINE NOVEMBRE



nonciclopedia.wikia.com

In questo mondo bislacco in cui i leoni marini si "fanno" i pinguini maschi e poi se li mangiano, ci avviamo verso il baratro magno del Natale.

Su Youporn© si chiama interracial. Però lì nessuno si mangia l'altro alla fine dell'amplesso... L'idea che un animale possa violentarne un altro più piccolo ed indifeso mi lascia sconcertato. Per la ferocia e l'astuzia dimostrata nello scegliersi un animale di razza diversa e di dimensioni così ridotte da renderlo totalmente indifeso. Non ho paragoni da portare al riguardo, ma la perfidia, l'arroganza insita in quella violenza, richiama troppo la perversa mente umana.
Una schifezza che travalica generi e razze me l'aspetto dall'uomo, non dall'animale.

Ma qualunque cosa dica io tanto l'avrà già detta la Littizzetto su Rai3 o Radio DJ, ed avrà maglio di me messo in luce il lato comico è quello tragico della faccenda. Quindi la pianto qui.


Dicevo del Natale. Sobriamente, in una Milano già proiettata nei preparativi dell'Expo 2015, non si vedono ancora illuminazioni natalizie ed addobbi sberluccicanti. Ringrazio tutti, ma non so chi, per questa mancata anticipazione che mi avrebbe guastato il nervoso. Non capisco la necessità di far l'albero a novembre, se non quella di venderne le palle. E fracassar le mie.

Avuto il turno di dicembre scopro che a Natale sarò nel limbo dello stand by, che vuol dire: stai lì, aspetta e non ti muovere, magari non ti chiamo ma tu stai lì; situazione che mi sta assai sui nervi. Quindi vorrei abolire la festa per decreto.
Ma per fortuna il mondo non ascolta me ed anche quest'anno avremo l'occasione di fingere di essere davvero più buoni.

Unica eccezione di marcata profferta natalizia le librerie.
Tutte le vetrine sono stracariche di libri, a suggerire tutta una serie di titoli da "strennare" per le feste, sante o laiche, buone o perfide, vicine o lontane che siano.
Tra questi i soliti noti dei libri natalizi che con pedissequa attenzione, si ritrovano, ma guarda te!, con un libro pronto da pubblicare a Natale.
I soliti noti: Littizzetto - appunto -, Brunello Vespa, il Corona d'alpeggio, Valerio Massimo Manfredi con i suoi eroi, il Capranica con la solita manfrine sul Regno Unito, il Signorini che ci racconterà -quasi- tutta la verità.
Il "solito" giallista quest'anno è Jo Nesbø, ed il nostrano Carofiglio ora targato Einaudi.
Il "solito" titolone da best-seller annunciato quest'anno è Ken Follet.

Poi ce ne sono certamente altri ma nelle vetrine traboccanti di carta non rifulgono. Se la prendessero col curatore della copertina.


Risultato? Tutto come sempre: la signora si china a raccogliere la cacca del cane, tutti i viaggiatori del tram sono abbonati, gli storni, finita la giornata alle terme, torneranno a pernottare sugli alberi di città.
Niente di nuovo sotto il sole. Tranne quello dell'Antartico. Dove non credo che metteranno mai luminarie di Natale.


Inviato da iPhone di Giampiero Pancini

lunedì 13 ottobre 2014

IL CUCCIOLO ED IL CARCIOFO



alberghiera.it

Detesto essere acido di prima mattina: a quest'ora vorrei che il mondo fosse un posto migliore per poter iniziare la giornata in stile Julie Andrews, gonna lunga, a cantare a squarciagola sulle vette svizzere.

Che la lavatrice avesse finito i suoi giri, che i panni lavati si fossero magicamente stesi da soli, che il letto fosse già rifatto e la giornata avesse finalmente preso il suo verso in direzione di alpeggi serafici, lontani da questo grigio e questa pioggia.

Invece lo squilibrio del mondo si riversa su di me e l'acido sale fino a ricoprire le buone intenzioni. Ci mancava solo l'incendio nella scala a fianco...

Allora prendo l'ombrello ed esco: fuori sarà un giorno migliore.

Poi ad un incrocio trovo la signora accoccolata che spiega al cucciolo al guinzaglio, un delizioso meticcino caffellatte - bastardino suonerebbe meglio ma non si può usare - che l'incrocio si attraversa solo quando il semaforo diventa verde...
Il piccolo scodinzola, la guarda con aria assente, gira la testa dall'altra parte e porge l'orecchio al tono cantilenante della tale madama che esattamente con lo stesso tono deve aver educato i figli.
Fa bene ad insegnargli ad attraversare la strada, con tutte le volte che il cane uscirà da solo e senza guinzaglio, la sicurezza è importante...

E mi passa anche per la testa che il cane sia restato un cane nonostante l'evoluzione forzata verso la condizione di figlio che molti impongono ai quadrupedi con la scusa del troppo amore, e che certi atteggiamenti possano essere solo che ridicoli, ma me la faccio passare sennò mi dicono che so di acido.
Ed io invece non vogliono farmelo dire.

Ma continuando la camminata, piove ancora ma io imperterrito avanzo, incrocio l'ennesima vetrina della serie. Questa incornicia delikatessen: non alcune ma LE delikatessen cittadine per antonomasia.
Ho gli occhiali rotti per colpa del mio culo col quale mi ci son seduto sopra, quindi guardo due volte perché mi pare di aver letto male.
Per sicurezza faccio una foto e la ingrandisco, ma avevo visto bene la prima volta, come se il cartello fosse stato fatto in Braille: i micro-carciofini sott'olio costano più di 800 euro al chilo.
Sì, 800 euro al chilo. Più o meno un milione e mezzo delle vecchie lire.

Trasecolo. Mi immagino quale oltraggiosa delizia producano nel palato, quale suprema delicatezza sia offrirli agli ospiti - massimo due a testa, s'intende, altrimenti si va fuori budget - quale strenua fatica sia prepararli, quale immondo compito sia quello di coltivarli e raccoglierli e cucinarli, quale altra necessità possa portare il prezzo a tali altezze... Non son neppure ripieni!
Il barattolo è di Baccarat forse?

Vabbè, mi consola che ne fanno barattoli da etti singoli, altrimenti...?

Si è fatto tardi, sono solo le 10 del mattino ma DECIDO CHE SI È FATTO TARDI: torno a casa.
È meglio: ridere scompostamente davanti alla vetrina potrebbe portarmi ad essere fermato dalle autorità.

Auguro il buongiorno a tutti e mi ritiro nelle mie stanze. Domani sarà un giorno meno folle.




martedì 7 ottobre 2014

L'ORNITORINCO



zzz.winz486.com

"Lui fa delle fotografie e poi le trasforma in quadri. Secondo me lavorandoci sopra".

A questa geniale considerazione, la somma e la sintesi del lavoro dell'artista della fotografia, arriva la signora di fronte ad uno degli spettacolari panorami antartici proposti da Salgado nella mostra "Genesi", che vedo a Milano.
In realtà c'ero arrivato pure io che notoriamente non sono così brillante ed arrivo alle "illuminazioni" solo dopo un bel po' di rimuginamenti.
E poi la signora non parla con me ma con la Madama che l'accompagna, quindi...

Un altro vede in ogni corpo umano esposto, vestito o ignudo, a riposo o nell'estenuante fatica del vivere del proprio durissimo lavoro, la capacità dell'artista di estrarre da quelle povere carni la divinità, il suo essere Dio: "Vedi, dice alla querula signora che invece predilige i pinguini e gli albatri, questo è Dio, ne ha fatto Dio".
Dio...

Ora, dico io, la mostra è bella, ti tocca il cuore, rompe gli schemi attraverso l'illusione di una prospettiva multipla e falsata, ti arriva allo stomaco mostrando un monto sconfinato in cui l'uomo è solo un brutale, egoista granello di polvere. Ti esalta attraverso il bianco e nero dai confini nettissimi, ti sconcerta con gli occhi delle foche che si rivelano troppo umani.

Tutto vero, in verità.
Ma io è da tempo che alle mostre vado da solo. Per evitare, oltre ad azioni di disturbo che mi deconcentrano e non mi fanno godere del bello, di correre il periodo di scambiare opinioni fantascientifiche a voce alta, del tipo: "l'ornitorinco spiegò alla suffragetta"...
Le mie banalità voglio godermele tutte da solo.

mercoledì 17 settembre 2014

CONTROLLO QUALITÀ


fotomiafattadame


La signora è sulla panchina di fronte al bar gelateria. Sembra uscita allora allora di casa, con l'abito delle faccende, siede gustando la granita al gelso. Un cucchiaio dietro l'altro. Una colazione o piuttosto un'abitudine, da sempre. Meglio definirlo un rito.

Osserva l'andirivieni della cameriera ai tavoli con curiosità, con un'attenzione da controllo qualità. Non è che s'impiccia: è affar suo quello che le passa davanti alla porta di casa. Guarda, forse approva, o forse no. Una spalettata alla granita via l'altra.

Quando la ragazze esagera portando due piatti con ognuno una doppia fetta di torta, accompagnati da una coppia di caffè, non si esime dal constare:
" Chisti un aiu u' diabete".


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giovedì 7 agosto 2014

SHAKIRA INCINTA

Festeggia con gli amici l'approssimarsi del lieto evento

domenica 20 luglio 2014

TERRAZZE RETICHE



fotomiafattadame

Sotto il glicine, a guardare le vigne nelle terrazze retiche che s'inseguono in un serpentone verde brillante, a far pausa a base di pizzoccheri, i migliori mai mangiati, prima di piombare nella calura che mi aspetta in piana. Ferie finite. Addio montagne!

Al ristorante facce giovani.
Fa piacere incontrarcele: qui la clientela è di solito più adulta. Colpa della location distaccata dalla strada che conduce alle località famose, e che costringe prima ad una deviazione, poi a salire gli ultimi metri a piedi su di un'erta circondata dalle lavande. Il paradiso per me, ma ci va di poterlo apprezzare.
In più una certa aria elegante che fa presagire ma non corrisponde a prezzi cari.

Insomma i giovani li ho di spalle. Son quattro, due maschi e due femmine dall'età imprecisata, non superiore ai 25.

Mi metto in ascolto in attesa dei piatti, prima del piatto forte arriverà del salame tagliato alto che è anche questo una costante di qualità.
Son brianzoli: l'elenco che fanno dei nome dei paesi che chiudono in ATE toglie ogni dubbio.
Le femmine stanno zitte mentre uno dei due maschi dalla voce soave, diventerà certamente un viscido avvocato o un consulente finanziario, racconta di Barbarella, così chiama confidenzialmente Barbara Berlusconi, con quella confidenza ostentata e priva di particolare che fa capire che se va bene, l'avrà incontrata casualmente due volte in vita sua.

Le femmine tacciono e non fanno domande mentre questo continua ad elencare informazioni sulla dirigente del Milan. Ma si sa, le donne son più intelligenti, se sono le intelligenti del gruppo. E non me ne voglia la Mattell, queste non han l'aria di due Barbie.

È il turno dell'altro cappone che tira fuori "l'azienda", si vanta di non aver voglia di studiare, che se stai in azienda hai il week end libero mentre se studi devi darci dentro h24 in vista degli esami... Insomma, al fesso hanno imposto di laurearsi se vuol prendere il posto di papà. Ad occhio e croce ci vorrà più di qualche anno di CEPU, annuali fioretti ai Santi, e numerose ceste di alimentari perché il miracolo avvenga.

E poi passa a parlare di serate alcoliche in discoteca, discese in rafting...

Dei vecchi. Che certamente non riusciranno nello scopo di sedurre le due femmine. Si sente che queste sono un buon palmo sopra di loro.

Bene. Meno male che arrivano i primi. Riesco a concentrarmi sulla consistenza burrosa della pasta, l'aroma dei formaggi e la croccantezza della verdura.
Ci butto sopra un altro bicchiere di rosso, e prego il Padreterno - a crederci... - di non farmi diventare così quando sarò vecchio.
Meglio mettere le mani avanti.


Inviato da iPhone di Giampiero Pancini