mercoledì 8 febbraio 2023

SANREMO IN COMPAGNIA




 fotomiafattadame
non c'entra niente perché è Palermo, ma la scala c'è


E comunque, più guardo Sanremo, e io Sanremo lo guardo perché nella sua enorme sovrastruttura di pochezza è la rappresentazione della liberazione da una vita da turnista (quando ero turnista, anche se di lusso, non riuscivo mai a vederlo); più lo guardo, dicevo, e più mi convinco che Sanremo si guarda in compagnia. Se sei da solo guardi un film.

Non è neppure detto che la/le persona/e che ti sta/stanno vicina/e sia/siano cosciente/i. Basta ci siano, che il loro corpo giaccia, vivo preferibilmente, al tuo fianco. Ieri per esempio io ero sveglio e lui dormiva della grossa, però c'era. Sarebbe stato meglio che fosse anche cosciente per potersi scambiare opinioni sui massimi sistemi che si riflettono senza via di scampo sulla manifestazione, mi sarei divertito di più:

i vestiti di Ferragni;

Blanco;

Outfit dei Cugini di Campagna, questi i massimi sistemi.

Ma l'importante era non essere solo.

Altrimenti Keanu Reeves mi aspettava su Rai2. Di sicuro.

Com'è finita? Bene: dopo il disastroso intervento dei Pooh ho deciso di averne abbastanza e sono andato a letto, per delicatezza nei loro riguardi. Senza però dimenticarmi di guardare, stamani appena sveglio, tutte le esibizioni che mi ero perso su RaiPlay. Evviva la tecnologia!

Vincitrice assoluta della prima serata ELODIE vestita da uccellessa nera, con uno sguardo e una voce che ammalia.

Stasera vincono Paola e Chiara. E non si discute. Giorgia arriva seconda, non se ne abbia a male, ma al primo Pride della mia vita c'erano loro due. E io non dimentico.



venerdì 7 ottobre 2022

FACCIAMO RIPARTIRE L'ATTESA


fotomiafattadame Ospedale Paolo Pini, MI




Ci eravamo tutti portati sul lato assolato della giornata, eravamo andati a capo, attraversato la strada, sull’altro marciapiede, in attesa che il cielo si rovesciasse sulla città. Almeno quella parte del cielo, divisa netta da quella chiara ed estiva. Come insetti frenetici avevamo fatto tutto quello che doveva essere fatto prima che piovesse, veloci veloci: eravamo stati al mercato, al supermercato, eravamo corsi in panetteria, in lavanderia, avevamo portato il cane a far pipì e i bambini a scuola, per evitare di fare lo slalom tra le pozzanghere e i discorsi degli altri genitori, si fa in fretta, si deve rientrare, a casa, a scuola, in negozio. Tutti in strada ora, tutti di corsa, vai, in tanti, che poi magari non si riesce più a fare. La periferia suturata per atto amministrativo alla città, brulicava. Stamani di corsa, a imitare quelli giù al centro, a sistemare le cose, le merci, le persone.


E poi ci eravamo messi in attesa, a guardare dalle finestre per controllare se quel cielo grigio si decideva o no a mollare un po’ di pioggia, ché le piante non ne potevano già più, l’erba non ce la faceva a nascere, ché la terra era ormai in polvere, e anche se fosse andata via nel tombino era bene che cadesse lo stesso. A interrompere i giorni di sole, mai così tanti, che ti sembrava di aver comperato la casa in quel sud che ci sei stato solo in vacanza, bello eh, ma non ci vivresti mai.

Avevamo trattenuto il respiro a lungo e nessuno ne era morto: apnea finta, a orologeria. Come dei lemuri in piedi dietro ai vetri, aspettavamo di vedere la prima goccia per dare l'allarme e in un urlo di gioia. Sperando che fosse la volta buona: noi i panni li avevamo ritirati, i vasi messi al loro posto, aspettavano acqua vera, quella che annaffia: i riti tutti compiuti. Avevo rimesso a posto il secchio con cui annaffiavo gli alberi del viale, dandogli quell’acqua di transizione tra un acquazzone e l'altro, lontano dei mesi. Ogni mattina un secchio a questa, un secchio a quella, presa dalla fontanella che tanto spisciola uguale, regala acqua alla fogna, meglio qui su ‘ste radici. E la sciura che si era unita e mi dava il cambio, sono pensionata, son libera, è vero, ci dovrebbe pensare il Comune, ma se non ci pensa facciamo noi. Facendo una selezione, scegliendo noi al posto del cielo chi e quanto annaffiare, che tutte quante non era possibile, il viale è troppo lungo, la schiena, la fatica. Non ci arrivo.


Poi la pioggia non è arrivata. Il cielo grigio è scorso sopra la città, ci ha illuso, come un amante che non era per noi se n'è andato altrove da quelli più fortunati, da quelli che sanno godersi la vita. Altrove, dove piove, accidenti a tutta questa pioggia che non sembra nemmeno estate.

Nel refolo di vento che mi aspetto caldo, ha nel mezzo una lama sottile, quasi impercettibile, infilata nello spessore, mi annuncia che altrove il rito è compiuto. Amen. La preparazione è andata a buon fine. Amen. I tempi e le aspettative sono stati rispettati. In un qualche posto, non lontano, ha piovuto. Qui invece facciamo ripartire l’attesa, ché arrivi la volta buona. Riprendo il secchio e mi preparo all'alba di domani. Per l’erba, per l’aria, per gli alberi che non ne possono più. E per chiudere quest’estete che non ne può più neanche lei.




giovedì 28 ottobre 2021

Poteva andare peggio: poteva piovere,


e a Roma se piove forte è un disastro per il traffico. Invece alla fine tutto si è concluso con uno scroscio di applausi. O meglio: scroscio di applausi e urla di giubilo alquanto scomposte. Più adatte ad un matrimonio al castello del Boss che alla severa aula del Senato.

Cosa si celebrava lo sapete bene. Come già dalle prime righe capite da che parte sto. E non vedo da che altra parte si potesse stare.

Invece è andata così. Anche a dispetto di quello che sembrava il sentire popolare prima della votazione. In un sondaggio del quotidiano Repubblica del mese di luglio il 62% degli intervistati si dichiarava favorevole al testo ZAN, solo il 24% nettamente contrario.

Ora, cosa sia accaduto da luglio a ottobre è un mistero, perché tra fluttuazioni e ripensamenti gli schieramenti non potevano finire per essere tanto diversi da questi dati. 62 più 24 fa 86. Il che vuol dire che se pure il 14%, gli indecisi, si fosse riversato nelle file dei contrari, considerato pure qualche ripensamento, non si poteva scendere al di sotto del 55%.

Non lontano da questa percentuale, il 54% erano ancora favorevole in un sondaggio BiDiMedia, il 14/10. E quindi? Perché è andata così? Vorrà dire che in 13 giorni ci hanno ripensato, direte voi.

Quello che invece mi pare evidente è che ci sia uno scollamento tra chi vota le leggi e la base. Una incapacità di ascoltare il basso e portarlo nelle aule della Politica, tanto sono convinti di saperne più di noi, perché noi povera massa, non vediamo il disegno globale. E lo trovo arrogante.

Comunque è andata. Tra le grida di giubilo, è andata. E visto che l'odio è stato sdoganato, qualche Neanderthal crederà di aver maggior diritto di menare visto che la legge specifica è stata cestinata, bene anche io mi avvalgo della facoltà di portare un minimo di rancore. E anche qualche linea di disprezzo. Mi fate proprio cacà, si dice dalle mie parti. La traduzione non credo che serva. Nel frattempo ringhio come il cagnotto della foto, che mi scuserà se lo paragono a me.



Vi lascio con l'applauso che Drusilla Foer ha regalato ai social oggi, che è la reazione più elegante che ho potuto vedere.






mercoledì 27 ottobre 2021

OOPS I DID IT AGAIN


Sì, è accaduto di nuovo.
Non ci potevo credere ma gli incastri astrali che hanno portato alla creazione di questo blog anni fa, credo 12, si sono ripresentati e quindi posso dire a ragione, che la ciclicità del mio sculo personale va di dozzina in dozzina. Nel senso che non dura una dozzina d'anni, ma si ripresenta secco e impassibile a sconquassare tutto una volta ogni tot di anni.
Stavolta il botto fatto dalla compagnia per la quale lavoravo pare definitivo, tanto definitivo che le hanno pure cambiato nome. Possibilità di risorgere come una Fenice – la metto maiuscola perché a partire da Henry Potter anche per i bambini, e molti adulti con loro, chi rinasce dalle proprie ceneri ha una sua identità ben precisa –, pari a zero. Qualcuno userà il suo nome, ma pare solo fino a che non si sarà potuto mettere le mani su qualche centinaio di barattoli di vernice. Poi ciao. Arrivederci e grazie. In fondo anche scomparire è una forma d'arte, facciamole allora i complimenti più sinceri.

Quindi niente: dimostrato che certi umani sono più simili a virus che a persone – Matrix docet –, allo scadere dei 12 anni si ritorna in pista e su questi schermi. Sempre ammesso che ritrovi una parvenza di voce.

Un applauso per la mia nuova eroina:







Avrei una lista cara Jessica, ma te la comunico in privato. E ancora auguri per i tuoi splendidi 96.


giovedì 10 settembre 2020

PROPRIO LÌ


Se mi garantissero che d'inverno resto bloccato lì dalla neve, vorrei restare lì fin d'ora. 

mercoledì 6 maggio 2020

LO DICEVO IO 2


fotomiafattadame


martedì 5 maggio 2020

LO DICEVO IO



fotomiafattadame