foto di SERGIO BRACHI
Mi approprio, con permesso dell'autore, di due foto che risalgono solo ad un paio di settimane fa. Scattate in Toscana, ma non sanno di ville e casali. Sanno invece di quelle nevicate di poco tempo fa che tanto hanno fatto discutere, solo per il fatto di aver osato presentarsi.
Certo qui a Bettolino, Milano, che sa tanto di Riga, Lettonia, oggi è stata una giornata senza neve, completamente immersa nella pioggerellina sottile che ti devasta nervi ed umore, ma fortunatamente mai abbastanza fitta da non consentirmi di fare una sgambata rigenerante. Così ho reagito allo squallore sovietico del panorama ingrigito dalla stagione fredda, che nulla di bello riesce a far trasparire all'abitante del quarto piano: non un fiore, non un germoglio, ma una melma umida e appiccicosa che sporca scarpe ed ingressi di casa. Ed in qualche modo prepara le narici all'attacco della concimazione che alcuni hanno già fatto, ma altri preparano come un raid sul nemico distratto. E il nemico distratto siamo noi abitanti della zona...
Allora sarà un tripudio di aromi a rinverdire l'aria!
Un gioioso smaniare di trattori detrattori della profumazione chanellica.
Ma sarà arrivata la primavera. In Giappone lo sapranno dalla mappatura nazionale della fioritura dei ciliegi. Qui il concime risveglierà i sensi degli abitanti.
Ma torniamo alle foto.
Oggi mi serve uno schermo contro questa grigiume. Magari ci fosse il candore del primo giorno di neve. Magari. Ma non c'è.
Quindi. Ho inforcato le scarpette da corsa e l'incerata arancione e, prima che calasse definitivamente la sera, mi sono azzardato a correre tra pozzanghere e marciapiedi allagati.
Quaranta minuti di una bella sensazione. Le lenti a contatto idratate da tanta abbondanza, la temperatura fresca, ma non fredda da far gelare il sudore, le strade deserte anche di macchine.
Bello, da rifare e da far seguire da una doccia bollente per ristabilire il giusto calore corporeo.
foto di SERGIO BRACHI
In attesa della primavera o della prossima corsa per ristabilire un benefico equilibrio psicofisico, mi guardo le foto del mio vecchio amico e mi immergo nella bellezza: non ne ho per panorama e la casa ancora lascia a desiderare. Meglio allora concentrarci nelle immagini.
Grazie Brachi, ma quando il sole tornerà a fare il suo dovere, carissimo, le foto non le guarderò più. A meno che tu non me ne mandi di altre.