sabato 7 luglio 2012

LUNA IN PIENA - NADA





Che bella questa canzone sul brutto anatroccolo!

Riconobbi che mi piaceva al primo ascolto di un Sanremo che non ascoltai ma che mi fu regalato in CD. Nel mio catalogo musicale nell'iPod è il solo brano che resta di quell'edizione del Festival dei Festivals.
E pensare che quell'anno c'era pure Milva che si presentava con una canzone scritta per lei dall'astro nascente della letteratura noire italaina, Giorgio Faletti. Ma la canzone non mi colpì.

Ma spesso la mia mente selettiva funziona così: ogni festival una sola canzone e spesso non quella vincitrice:

1981 - Alice "Per Elisa";
1985 - Matia Bazar "Souvenir";
1998 - Antonella Ruggiero "Amore Lontanissimo";
2000 - Alice "Il Giorno Dell'Indipendenza";
2007 - Fabrizio Moro "Pensa";
2009 - Nada "Luna In Piena";

quasi tutte voci femminili... Alcune che si raddoppiano. Vorrà dire qualcosa?
Per le annate che mancano non so cosa farci. Che nulla di così basilare sia emerso per me?


Luna In Piena torna sempre in mente. A me, intendo. Basta un senso di inadeguatezza anche minuscolo provocato da chissà chi, cosa, perché, un ricordo, nulla di grave e le parole roteanti:

"Non so ballare niente
né un tango né un valzer,
non so ballare niente,
mi dondolo in disparte..."

mi tornano in mente e mi "frastornano" - si dice? L'ho detto - la giornata.
E mi rivedo da ragazzo, una bibita in mano, appoggiato alla parete di una discoteca, che cerco di fare lo "sciolto", a far finta di partecipare ma non averne il coraggio, mentre gli altri si divertono "davvero". Nella speranza che un qualche Principe Greg Azzurro venisse a salvarmi e rendermi magnifico. Il mondo intorno mi pare popolato di persone perfette, aderenti al ruolo, sveglie, io mi avverto come il brutto anatroccolo.
Ero così lontano dalla certezza che finalmente Greg sarebbe arrivato, che quando vidi per la prima volta due uomini baciarsi sulla bocca la bibita mi andò di traverso e col colpo di tosse successivo, spolverai il posacenere dalle cicche. Come il mitico Woody Allen davanti alle piste di cocaina...
Povero brutto anatroccolo!

Non nascondo che questa sensazione a volte, spesso, ritorna anche se non in quei termini: un paio, giusto un paio di passi avanti li ho fatti in vita mia...

Condivido, quindi, sperando che il circolo vizioso entri in circolo pure a voi.

PS: viva la riserva!


5 commenti:

ignominia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ignominia ha detto...

non tanto le canzoni nella lista (non ne conosco una) ma la tenerissima immagine di te brutto anatroccolo (diventato, diciamolo, un bel cigno nero!) mi fa tornare indietro nel tempo. Anche io come te "wallflower" la tappezzeria la facevo alle festine quando adolescente. Ma nell'81 quando ascoltavi Per Elisa io ascoltavo su Controradio i primi battiti della New Wave: Talking Heads, The Cure (prima di diventare THE CURE), Siouxie & the Banshees seguiti poi in discoteca dai Simple Minds, Human League, Depeche Mode, New Order, Ultravox. La musica Italiana allora come ora la sentivo poco, ma c'erano i Diaframma, i Litfiba, I Neon, I Pankov, di cui certi elementi conoscevo di persona perchè si girava nelle stesse orbite Fiorentine. A quel tempo ero già uscita dal muro e mi sforzavo di essere tridimensionale, imponendomi un ruolo che non fosse anatroccolesco. Un'azione di forza che mi è diventata seconda pelle, ma sotto sotto sono un pulcino come te.

Melinda ha detto...

I love "wallflower"
Era esattamente quello che mi sentivo di essere
Vivevo in funzione delle idee degli altri e delle loro manie. Io mi adattavo nello sforzo sovrumano di essere come loro.
Fasi. Solo fasi.
poi son passate

titina ha detto...

Che carino questo post Meli, e anche tenero. E anche che rispecchia sentimenti e sensazioni che abbiamo provato in tanti.Condivido Antonella Ruggiero di Amore lontanissimo. Se provassi a fare una compilation delle canzoni che mi hanno fatto sognare e/o piangere rimarreste basiti, meglio pudicamente tacere...

ignominia ha detto...

mi rammenti della sofferenza data dall'insicurezza e del bisogno di sentirsi parte di un gruppo ed essere approvati. Questo mi portò a spendere un casino di soldi per comprare un foulard di seta di Chanel per la festa di una stronzetta che faceva 16 anni (e dove feci la mia bella figura di decorazione pareti). Indossavo borse e scarpe di Gucci per stare alla pari degli altri - quei fighetti a cui oggi, parafrasando, sputerei in faccia. (Ci sono foto fattemi in quel periodo su FB, ovviamente non postate da me ;-) Per fortuna sono solo fasi di passaggio in quel infinito ma breve periodo che va fra l'essere fanciulli e il trovare se stessi.