mercoledì 23 maggio 2012

DATTILO


evelinasantangelo.it


"Due caffè. Uno ristretto, grazie".
Se non ci fosse Pipps mi verrebbe da dirlo al bar, per il solo gusto di rompere i coglioni al prossimo. Ma poi un "ristretto" serve davvero, a Pipps, quindi perché impegnarsi tanto e finire per non disturbare anche quando hai solo voglia di provare il gusto di disturbare?

Anche in quel posto lì, in quel bar intendo, tra un po' non rimetterò più piede. Due giorni fa una delle commesse aveva la faccia più sfavata del mondo e per principio ha fatto attendere due signore davanti al banco delle brioches solo perché due minuti prima, queste avevano osato chiedergliele senza aver fatto lo scontrino in anticipo. Ma lei aveva da asciugare le tazzine... perché affrettarsi? Del resto avevamo già stabilito che lei non era lì per dare un servizio ai clienti, no no!

Oggi era la volta dei clienti: uno mi sale in braccio mentre prendo il caffè e neppure registra le mie proteste... Mi resta in braccio. Non ci potevo credere.
Poi alla cassa, sono in coda da tempo, vedo una bella signora dall'acconciatura cotonata che facendo slalom mi passa bellamente avanti. Glielo faccio notare e dice di non avermi visto...
Però mi ha evitato. Quando pago la trovo un paio di persone dietro di me. Non deve aver visto neppure loro durante la manovra di aggiramento.

Ringhio, sbuffo, mi contorco ma alla fine ingoio il rospo. Esco da quel bar e ancora non ci metto il crocione del "mai più qui dentro". Ho abbastanza di cui gioire in questo momento.
E' vero davvero che con un po' di azzurro sopra la testa il mondo si tinge di rosa.

L'azzurro è una bella doppia festa anticipata che fa sì che il fatidico giorno del compleanno passi senza dolore.
Infatti deve ancora passare.
E a meno che non mi ricattino per le foto con cappello a forma di torta, gonna e collana hawaiiana, ballo discinto lo strappo dei cinquanta rischia di essere indolore.
Mia sorella collabora mandandomi a rincuorare da una lettera che gira in internet nella quale si tessono le lodi delle donne ultra quarantenni: apprezzo lo sforzo ed il contenuto e non dubito che la maturità e la saggezza imputate a quelle femmine sia un valore assoluto, trasferibile agli uomini. E' solo quel mucchietto di dieci anni in più istallatisi sulla gobba che mi lascia perplesso...

A questo aggiungo l'imminenza del rientro al lavoro anche se solo per una veloce pausa estiva dalla CIGS: altro color rosa. Un piccolo cammeo per tirare il fiato.

Sì, alla fine della giornata mi sento meno vecchio, specialmente adesso che sono riuscito a fare passi da gigante nell'organizzazione del trasloco imminente verso Milano.

Poi faccio l'errore di accendere la TV mentre ceno e al gioco dell' eredità sul primo canale, scopro che un ventenne, massimo venticinquenne, non sa cosa sia la dattilografia. Non ha mai avuto bisogno di saperlo: è nato e cresciuto nell'epoca in cui tutto si stampa nel computer con Word o Block Notes o qualunque altro programma di scrittura.
Ha sempre visto stampe e mai dattiloscritti, o se li ha visti li ha sentiti così estranei da non aver neppure voglia di sapere come si chiamano.

Allora scopro che ho davvero cinquant'anni.
Non perché non sono più paziente come un tempo mentre sto tra la gente, ed un tempo lo ero.
E neppure perché so che cos'è un dattiloscritto mentre lui non lo sa: non serve una gran cultura o un grande impegno per scoprirlo. Ma perché fino a trent'anni fa i fogli battuti a macchina, la carta carbone per le copie, le veline - quelle di carta e non quelle in TV - facevano parte della quotidianità di ognuno. O peggio, ne ho prodotti io stesso.



5 commenti:

titina ha detto...

Sarà che ho degli anni in più e meno tolleranza (le cose temo vanno di pari passo)ma il ventenne che non sa cosa sia un dattiloscritto è un ignorante e basta. Perchè se parlo di miniatura, incunabolo, papiro, tavoletta con i caratteri cuneiformi, geroglifici egiziani, non ho bisogno di aver vissuto insieme ad Abakuk per sapere cosa sono. E guai a chi mi chiede chi era Abakuk, che oggi non è giornata.E, Meli, ora vado a prendere un caffè, se qualcuno mi passa davanti ringhio, anche da parte tua

Melinda ha detto...

Però scusa, una vota che sono io a cercare di salvare i giovani dalle mie cattiverie...
Spero che il caffè abbia avuto un esito non mortale. ;-))

titina ha detto...

Caffè bene, ma solo perchè in quel momento non c'era nessuno nei dintorni.
No, vabbè, ora esagero, sono molto più calma di stamattina.
Ma per quanto riguarda i giovani...Anzi, i gggiovani: Posso? molte volte si tratta di "braccia rubate all'agricoltura"
Sono cattiva, lo so.

Melinda ha detto...

Cattiva? Non credo.
Caso mai irritata da certi atteggiamenti supponenti basati sul nulla di molti che incontro. Perché chi non sa e pur non sapendo se ne infischia e si fa vanto della propria ignoranza...
Ma se la domanda da farsi fosse diversa? Fosse una domanda buonista che suona più o meno così: in fondo, chi ignora lo sa d'ignorare? Se la risposta fosse "no", dovremmo immediatamente applicare lo sconto al misfatto. E non mi va.

Fortunatamente poi al mondo ci sono anche belle e meritate sorprese, altrimenti altro che trasferimento nell'isola deserta!

titina ha detto...

Si, hai ragione, sopratutto sulle belle e meritate sorprese, che sono tanto più sorprese belle e meritate proprio perchè brillano in panorami desolanti.
E in parte forse sarebbe anche giusto applicare sconti a chi ignora di ignorare.
Ecco, mi sono riconciliata col mondo, domani mattina caffè e magari cedo il posto a qualcuno della fila...'notte.