domenica 29 aprile 2012

BOSCO


fotomiafattadame

Naturalmente si parte presto: quando mai si è sentito di una passeggiata che parte tardi? Più che un'escursione a me rimanda le partenze all'alba, col fresco, che si facevano da bambini per andare al mare. In un'epoca in cui il climatizzatore in auto era un accessorio sconosciuto, prima si partiva meglio si viaggiava. Soprattutto con meno fermate sulla strada tutta curve, per far vomitare i tre figli.

Insomma, si parte presto e si arriva in montagna per la camminata che stavolta si preannuncia impegnativa: 12 chilometri ad anello con un dislivello di cinquecento metri a scendere, cinquecento a salire... Una passeggiata. Forse per Messner Reinhold, ma non per noi. O per Armaduk... Il cane che provò ad andare al Polo, ma poi scappò a gambe levate dalla cuccia.

Certo arrivare in cima al monte e scoprire che a quella quota piove a dirotto, fa un freddo intenso, non è incoraggiante.
"Che si fa, che non si fa?", "Andiamo o non andiamo?", fatto sta che, sarà per l'ora abbondate passata in macchina per raggiungere il rifugio, sarà che tornare indietro significava passare una domenica in casa, decidiamo che...: "Si fa!", e che: "Andiamo!".

FRA DI CI !
Ecco come eravamo dopo il primo chilometro passato a pisticchiare nella melma alta, con la mota che arriva alla scarpa e il pericolo di procurarsi una frattura scomposta per caduta sulle rocce che affiorano dalla terra disciolta in vischiosa sostanza.
In più: per ripararci almeno un po' dalla pioggia che batte insistente camminiamo con l'ombrello aperto, formando il gruppo di escursionisti più comici del pianeta. E i più instabili sulle gambe: perché l'equilibrio procuratoci dall'uso dalle braccia è momentaneamente assente per sopraggiunta necessità di sorreggere l'ombrello.
Sembriamo una manica di giapponesi nel bosco, persi alla ricerca dell'outlet.

Ci sono scene di panico. Un omone grande e grosso di Viterbo dichiara di non poter procedere alla vista di una discesa coperta di fango: teme la caduta. Lo aiutano, ma alla fine l'orgoglio ormonico maschile fa in modo che l'omone si conduca da solo con insperata baldanza.

Mio caro: anche noi abbiamo paura di cadere giù da un precipizio. Ma avanziamo e stiamo attenti. E' solo una crisi di panico che passa dopo pranzo. Forse un semplice calo glicemico.

Cascate, pianure, boschi scoscesi, mulattiere lastricate di pietre. E tanto tanto fango. E tanta pioggia con tanto vento. Alla fine siamo in fondo al cammino. Ci aspetta un tè caldissimo con tanto zucchero oppure il vin brulè. Ci sembra addirittura che la stanza del rifugio sia calda ed accogliente, mentre il termometro all'interno segna sette centigradi... Ma la torta con cui accompagnamo le bevande è strepitosa. O almeno ci pare così.
Per pranzare io e la mia compagna ci troviamo un buco nel terreno riparato dal vento. Sembriamo esploratori artici.

Ma siam partiti e siamo arrivati. Alla fin ha pure smesso di piovere. Ma si è alzato un vento da Polo Nord.

1 commento:

ignominia ha detto...

ma dove sei andato a passeggiare e quando? certo non negli ultimi 4 giorni perche' il tempo era bellissimo.. io bloccata a letto non posso neanche usare tanto il pc perche' manco seduta posso stare ma in compenso ho letto tanto, Ti consiglio A Night to Remember, il lucido resoconto di Walter Lord sul Titanic. letto in due giorni,