lunedì 14 novembre 2011

ROMA


fatta io


Non so, sarà l'aria che continua ad essere tiepida e gradevole, sarà il sole in quest'aria tersa e brillante, sarà quello che è successo al Paese nelle ultime ore, ma a me pare che la gente sorrida un po' di più rispetto a qualche giorno fa.

Sarà che, sempre e comunque, le sensazioni personali dipingono un mondo diverso da quello che è in realtà. E' innegabile. Come quando si è innamorati e, si dice, si vede tutto rosa...

Lungo week end tra due treni.
Per passare due giorni a Roma ospiti di carissimi amici, abbiamo goduto, io e "quel signore lì", di quell'atmosfera che solo la Capitale sa infondere in una, anzi due di quelle sue giornate speciali di cielo limpido e di una primavera fuori tempo, ma non fuori luogo...
Peccato non aver potuto vedere tutti gli amici e tutto quanto era in esposizione, come era invece intenzione. Ma anche 48 lunghe ore non sono abbastanza.

Ma allora che abbiamo fatto? Ho passeggiato e mangiato.
Ho passeggiato. Non ossessionati dalla spasmodica ricerca di un riparo al fresco o al caldo ci si inebria l'aperto. Chi conosce Roma sa che certe giornate sono fatte solo per restare con il naso all'insù a cercare nuovamente il cielo nascosto dai muri, o quei rampicanti che, avuto il sopravvento sulla volontà dell'uomo, adesso fanno paesaggio più dei muri che ricoprono. O le fontane di marmo che richiamano inevitabilmente gente.
Ho passeggiato a godere i palazzi, i prati o quel frizzantino nell'aria che ti avverte che è meglio infilare la giacca anche se il cielo ti rimanda ad un caldo settembre, ad una fine estate non afosa.
Allora si scavalcano i ponti che portano all'isola Tiberina, con la sensazione di essere dei fortunati, degli eletti, per lo splendore del fiume che scorre pieno al di sotto, per i muri di mattoni rossi, per la pervicacia con cui i turisti riempiono ogni spazio utile della pavimentazione.
Oppure si viaggia sui Fori Imperiali inframezzati a tonnellate di corpi in movimento, che se si fermassero di botto, frenerebbero con stridore di gomme d'auto.

Roma non soffre ad essere calpestata, riemerge da sotto le suole e sovrasta ogni intruso; fa eco alle parole di stupore rimandando ulteriore bellezza; riflette gli sguardi catturati con l'arroganza di chi sa di essere stata l'unica caput mundi.
Ti accoglie ma non t'ingloba: devi nascervi per farne realmente parte, per acquisire quel modo di fare insieme sfuggente e cordiale che ti consente di demolirne la solitudine. Se vieni in visita ti fa la grazia di uno stupore infinito, ma inevitabilmente ruzzolerai sulla sua superficie fino alla tua partenza, senza scavarne le vera essenza.

Passeggiato e mangiato. Ho mangiato quasi senza consapevolezza dell'essere in città mentre il destino della Nazione si compiva attraverso gli abbandoni, i caroselli, le urla ed i trenini al ritmo del samba. Neppure una telefonata che induce alla festa mi smuoverà. Il "grande accusatore" se ne va, per il momento. C'è chi ha disapprovato l'allegria. Pur non avendovi partecipato mi guardo bene dal giudicarla negativamente.
Per quel che mi riguarda ero prosaicamente impegnato a tavola tra giri di torte meravigliose e riso basmati. La sera avanti cena giapponese di tempura chiusa da un trionfo di crostate.
Altri lussi che ripagano i trenini a cui non abbiamo partecipato: il sentirsi stretti ed accolti dal calore gratuito degli amici.

Alla fine si torna in provincia senza angosce, si prepara la cena e ci si immerge in quest'aria di piccolo e distante che chi vive a Roma può venire spesso a cercare qui. Perché alla fine di uno scambio di atmosfere si tratta: io qui, tu lì a provare a scambiarci la vita. Chissà se con il supporto delle buone maniere che l'invasione del territorio altrui richiede.

1 commento:

ignominia ha detto...

"Roma non soffre ad essere calpestata, riemerge da sotto le suole e sovrasta ogni intruso; fa eco alle parole di stupore rimandando ulteriore bellezza; riflette gli sguardi catturati con l'arroganza di chi sa di essere stata l'unica caput mundi."
memorabile, congratulazioni!
spingsta