sabato 12 marzo 2011

SCAVI





Meravigliose operazioni mattutine, oltre i denti, la doccia e la colazione.
Son lì accucciato, con una strana paletta in una mano, nell'altra un sacco di plastica, che rigiro la sabbia sintetica del gatto Pallino per eliminare "il grosso".
Dalla cesta a qualche metro di distanza il gatto mi guarda con un'aria lievemente disgustata.
Lo rassicuro: voglio solo la casa pulita, non sono un feticista.
Gira la testa guardando altrove.
Anche per oggi le ha viste tutte. Lui.

venerdì 11 marzo 2011

QUAKE


C'è una foto in alto a sinistra della prima pagina di questo blog ed è una foto fatta da me in Giappone, 2007, nella città di Kyoto.
Sta lì perché il Giappone è uno dei Paesi che conosco meglio, credo secondo solo al Canada, e forse quello che amo di più. Anche prima del Canada. Anche se resta uno dei più misteriosi e non sarò certo io ad affermare di averlo svelato e compreso. Tiziano Terzani docet.

Oggi vedevo le immagini in TV e mi si spezzava il cuore. La TV piantata su France 24 che ha trasmesso per tutto il giorno sull'argomento. Non ho trovato nulla del genere in italiano, grazie anche ad un digitale terrestre farlocco. Ma si sa, i pomeriggi cinque o uno non possono essere toccati o troncati o modificati. Solo una copertura prolungata dal TG de La7.

A differenza di Igno che postava altrove quanto quei fotogrammi le ricordassero la propria esperienza earthquakiana in California, per me era un continuo: "No, il MIO Giappone...".
Anche lo stupore un po' intontito di fronte alla tragedia stampato in faccia ai protagonisti mi tirava fuori: "No, il MIO Giappone...".
E così le ondate, le dighe, i treni fermi, la gente per strada, le lattine che rotolano nei supermercati.
"Oh no, il MIO Giappone...".

Non voglio negare la realtà di tragedia che poi si vedrà nella sua interezza solo tra qualche giorno, quanto le grida dei video si fermeranno ed i numeri prenderanno una loro ragione di essere. Ma preferisco celebrare e ricordare il Giappone così:


Kyoto , febbraio 2008


dintorni di Osaka, aprile 2008


domenica 6 marzo 2011

GLI APPUNTI DI ZIA GISELDA - 2


it-it.connect.faceboock.com

Ancora dalla televisione, ancora da una televendita, ancora la mattina.

Se non vi piacciono i tappeti con disegni di tendenza, potete sempre acquistare uno con un motivo FIORALE sui toni del bège.


AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!

Dal Devoto Oli, edizioni Le Monmier, 1990: FIORALE: pertinente al fiore (sul piano morfologico). Ricettacolo, peduncolo.

DOMENICA


it.wikipedia.org


Dovrei mettermi a cucinare, nella speranza di vedere qualcuno per pranzo, ma alla fine tutta questa voglia non ce l'ho.
Un po' come quando il bambino si ribella e fa le "bizze", mi trattengo davanti al computer in attesa che tutto scorra da solo. E il pollo si cuocia da solo. E pure le patate. E il condimento per la pasta.
Va be'! Ho già impastato il pane per cuocerlo stasera, il mio l'ho fatto. Proprio senza far nulla non ci sono stato...
Ieri ho fatto una torta salata e il giorno prima il limoncello - venuto non proprio buono .-((( -. Ho già fatto abbastanza.
Eppure un po' di senso di colpa, per stare qui invece che a "fare le cose" resta. Come se rubassi.

E così. Sempre così. Come se la scrittura, anche quella minima di questo blog, non fosse una cosa seria, non meritasse il tempo che prende e si merita.
In fondo con la scrittura che si produce? Un mucchio di parole. Pagine da leggere, anche virtuali. Esposizione di pensieri al pubblico ludibrio.
In alcuni casi sublimi: cultura. Ma come ha detto il gretto commercialista, la cultura non si mangia, dimenticandosi di interpellare anche solo l'ultimo degli stampatori dei libri d'arte di una mostra di successo.
E pure questa è la filosofia con la quale sono cresciuto: la produzione, il lavoro dovevano portare in dote qualcosa di tangibile, fosse questo un oggetto o un guadagno realizzato.
Il falegname un mobile da mostrare, il negoziante il cassetto traboccante di banconote.
Se si usciva da questo assunto, c'era solo il vagabondaggio, la perdita di tempo, lo sciupio delle energie.
Ecco perché si scrivevano i primi raccontini di sera e al chiuso della propria camera. Senza che nessuno sapesse quello che stava accadendo. Magari a penna per fare meno rumore.
Nel sentimento contrastante del bello e del proibito. Certi di aver vergato un primo capolavoro e che la gloria fosse lì dietro l'angolo ad attenderci a braccia aperte. Certi di una nostra profondità di pensiero e d'animo che non avrebbe che potuto renderci immortali.
Ecco perché, un po' più grandi, tra i buoni propositi per ogni nuovo anno c'è lo scrivere di più.

Oddio, non dico che questa specie di censura preventiva non sia stata in moltissimi casi più che benedetta avendo liberato il mondo da tonnellate di carta sprecata e/o un'inutile noia mortale condivisa. Quindi lode al filtro naturale praticato dal sospetto familiare.
Ma se non fosse così?
Se avendo fatto deperire e poi morire lo spirito artistico di chiunque, si fosse ucciso non solo un/una cesellatore/trice di parole e pensieri, ma un genio della scrittura?

Il dubbio resta, anche se il caso del sottoscritto rimane lontano da questa ipotesi di perdita: ne ho le prove e non le capacità. E con il dubbio resta il sospetto che il buon proposito di inizio anno sia solo una tiritera per consolare il bimbetto che ancora strilla perché non gli si fa fare ciò che più gli piace. E, soprattutto, perché non gli si fa comprendere che non sta rubando tempo e denaro.

Però ora vado ad infornare pollo e patate. Perché la cultura scrittura non si mangia... Il pollo sì.

venerdì 4 marzo 2011

GRATCIELO



UN GRATCIELO=UNA BARA DI VETRO
Torino, febbraio 2010


giovedì 3 marzo 2011

GLI APPUNTI DI ZIA GISELDA - 1



it-it.connect.faceboock.com

Zia Giselda guarda la TV mentre beve il caffè.
La signorina gnocca nella cucina asettica, indossando un grembiule con pettorina immacolata, cerca di vendere un complicato attrezzo elettrico per la centrifuga dei vegetali. Non è neppure troppo caro.
Tra i suoi tanti pregi la possibilità di scegliersi personalmente la frutta da ridurre in purea, e di valutarne personalmente, quindi, la MATURITA'.

AHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!

dal Devoto Oli, edizioni Le Monnier, 1990: MATURITA': 1 - In botanica, la condizione degli organi vegetali destinati alla riproduzione delle piante, quando raggiungono il grado di sviluppo che li rende capaci di germinare;

mercoledì 2 marzo 2011

SORORITA'

Non guardo "Il grande fratello", "Amici", "X Factor" e cose del genere (Uomini e donne, Pomeriggio 5, Domenica in... ) un po' per sano snobismo verso quella che ritengo non il fondo bensì il sotto-sotto-fondo della cultura attuale, ma anche e soprattutto perché tutti questi giovani esibizionisti-urlatori-invasori del teleschermo mi stanno parecchio sul culo: non hanno nessun valore aggiunto che la loro stessa presenza.
Mi domandavo chi potessero essere gli enormi "indici d'ascolto" di tali programmi.
Ora ho capito chi sono. Ieri sera, ospite, mi sono sorbito un'intera puntata di uno di questi misfatti: il grande fratello.
Che e' pure risultato interessante come esercizio scientifico con la mente aperta al reportage.
Il programma e' un disastro, noioso, sempre uguale da anni e alla fine i giovani risultano più simpatici di quanto immaginassi, vessati come sono dalle situazioni emotive imposte dalla produzione; la conduttrice e' ad un pelo dall'anoressia dopo un primo calendario dalle forme normo-pesistiche e il seno abbondante.
Su tutti regna lui, il direttore Signorini, assiso su un trono di pelle bianca, ventaglio alla mano, a sorvegliare benevolente sul comportamento e la moralità dei giovani virgulti. Che a loro volta, indifferenti ai giudizi, fanno quello che vogliono e passano da una relazione all'altra.

Un tempo per dire le banalità, dare consigli non richiesti, i giudizi morali gratuiti "catto/terra-terra", c'erano le vecchie zie: catini interi di bla bla bla e di cose dette che si potevano evitare. Orrore e spauracchio di chiunque si fosse discostato dalla più bieca normalità o avesse agito per il proprio bieco piacere fisico o sentimentale.
Adesso quel posto e' stato preso in tv e in radio dagli omosessuali: il Conte Gale', Alfonso Signorini, Platinette, Dolce e Gabbana e altri - ma non tutti, se Dio vuole -, sono quindi divenuti dispensatori non richiesti di common sense e banalità catto/schiavista.

Se penso alle loro case non posso non immaginare ninnoli, foto incorniciate, porcellane fini e tendaggi pesanti...

Sorprende - mi - che chi potrebbe essere stato annientato da "cotanta" moralità gratuita, usi gli stessi metri di fustigazione. Invece di mostrare che si può vivere interpretare e pensare in maniera "diversa".


Inviato da iPhone di Melinda