fotomiefattedame
È indubbio, drammaticamente certo, che quando questo mio periodo di inattività troverà il suo termine naturale, certe lentezze, certi lussi romantici del navigare i mari interni, impiegando diciotto ore in un tragitto che un aereo avrebbe coperto in trentacinque minuti, non avranno modo di poter essere perseguiti.
Che poi alla fine non è detto che sia sempre e solo così: anche lavorando esisteranno i periodi off... Sempre che la nuova legislazione Monti/Fornero li preveda ancora.
Mancherà piuttosto la spensieratezza un po' azzardata nel decidere di come impiegare il tempo libero, quella sfrontata indecisione che vivo nel disporre e decidere del come diluirlo, concentrarlo e nuovamente dilatarlo.
Dopo la parola sarà "ottimizzare". I tempi, i mezzi, gli incontri, i luoghi.
Intanto leggo, mi guardo un film, ascolto intrepidi telefonatori che non godono del liquido distacco dal mondo rimasto a terra: ed è un ripetersi di: "Mi senti? Mi senti?", all'apparecchio telefonico collegato a caro prezzo attraverso i mezzi della nave. Per le telefonate a prezzo da piano telefonico, bisognerà anche stavolta attendere di sfiorare Ustica, di farle un meno pericoloso "inchino" e attaccarci ai suoi ripetitori per il tempo breve di trenta minuti.
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Da lì alle grotte della Gurfa, assolutamente deserte, come se non interessanti. Si tratta delle abitazioni di un insediamento rupestre, scavato nella friabile roccia di arenaria rossastra, sulla sommità di una collina. Datazione incerta, come un terno al lotto. Di sicuro c'è il ritrovamento sul luogo di una necropoli dell'età del rame, e che fu insediamento agricolo fino agli anni '90 del 1900.
Entriamo in un'abitazione al livello superiore, lasciata aperta accidentalmente.
Infine, sulla strada del ritorno finalmente riesco a raggiungere e toccare con mano... Una pala eolica. Che queste mi affascinino è ormai noto. O almeno lo sanno tutti quelli che seguono questo blog da più tempo. Ma fin'ora non mi era mai riuscito di avvicinarmi a nessuna di queste meravigliose torri moderne e toccarla con mano, sentirne il rumore, ammirarne le proporzioni gigantesche.
Bene, oggi l'ho fatto e mi sono trovato sommerso da un vento impetuoso che soffiava a prescindere, un criceto al cospetto del gigante più gigante di tutti.
Bene, un'altra cosa che volevo fare l'ho fatta.
E domani Pasquetta.
5 commenti:
Auguri!!!
mi piace la prima foto, pare aspetti di alzarsi come un elicottero... denota solitudine e caparbietà, cosi ostinatamente nel mezzo del punto atterraggio!
Il secondo paragrafo non l'ho capito bene: ti immagini un tempo quando avrai la divisa, o pensavi a tutto ciò che descrivi mentre indossi la divisa, ma nel caso, di che divisa parli? Estrapolo comunque il senso generale sul riflettere del lusso (che ti invidio) del poter passare 18 ore in mare a far nulla. GO DI TE LE!
e il naufragar mi è dolce in questo mare....
no, non alludo alla Costa Concordia, ma all'Infinito di Leopardi che dalle profondità della mia ignoranza/dimenticanza hai evocato (e non so se gradirai il paragone)
E perché dovrei gradire il paragone?
Oddio, e ora che vuol dire, "perchè non dovrei gradire il paragone"? o ti devo considerare offeso perchè Leopardi proprio non lo gradisci?
GASP!
STOPO all'ansia!
Va bene tutto, anche il farsi sovvenire i versi del gobbetto, ma sommo poeta. Magari lui si potrebbe risentire...
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