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Volare sugli aerei offre tali panorami che sembra di sorvolare tenendo, col dito, il filo delle pagine di un atlante geografico.
Non sempre. Non quando sotto è nuvoloso e neppure quando durante il volo lavoro e non sto seduto come un passeggero: allora guardare fuori è l'ultimo dei miei pensieri - troppe cose da fare per avere tempo da perdere. E quando mi chiedono: "Scusi dove siamo?", oppure: "Ma stiamo sorvolando la Corsica o la Sardegna?", mi verrebbe da rispondere secco: "E che diavolo ne so io, sei tu che guardi giù dal finestrino. Dimmelo tu piuttosto dove siamo!", se non fosse che sarei troppo maleducato, la quintessenza di colui che invece di lavorare col pubblico dovrebbe litigare solo coi bulloni di un magazzino di ferramenta. A ferragosto.
Stamani invece dopo essermi ripreso dal pisolino in partenza durato per tutto il rullaggio, il decollo e la salita, seduto al posto finestrino, guardando giù ho visto chiaramente che la strana conformazione della zona di Orbetello e dell'Argentario non è composta dalla sequenza MARE-TERRA-LAGUNA-TERRA-LAGUNA-TERRA-MARE, come ho sempre creduto fin da bambino, ma da una sequenza più semplice fatta di MARE-TERRA-LAGUNA-TERRA-MARE: la sacrificata penisola che s'incunea bella bella proprio al centro della laguna non arriva a toccare il monte proteso nel mare, ma s'interrompe senza giungere alla meta. Pavida lei. In compenso c'è un ponticello che arriva fin là, ma non so se e da chi è percorribile.
Son soddisfazioni semplici, quasi da fase anale, però son soddisfazioni.
Poi ho potuto constatare che Lucca è sempre circondata dalle sue spesse mura cinquecentesche e che alle sue spalle il laghetto montano è per metà ghiacciato ma di neve sull'Abetone non ce n'è così tanta. Giusto un po' sulle cime, che sembra verniciata dall'imbianchino che per non sbavare, ha messo torno torno un giro di nastro adesivo di carta.
Oltre.
L'autostrada della Cisa era aperta ed utilizzata, ma quando pubblicherò il post questa notizia sarà già obsoleta ed assolutamente velleitaria: un cumulo di parole utili a nessuno.
Poi percorrendo con gli occhi i letti di fiumi e torrenti che testardamente hanno scavato i solchi tra le montagne, si arriva sulla piatta pianura. Nulla da segnalare: è sempre lì a produrre industrie ed agroalimentare per tutti noi, forse un filino noiosa, ma certo indispensabile. L'arco delle Alpi che la chiude s nord, finalmente con un po' di neve, ma poca per carità, si vede lontano.
Il taglio netto e vasto del Po, le sue splendide rive sabbiose, le cave divenute laghetti e le distese di pannelli fotovoltaici che diventano essi stessi laghetti mirabilmente riflettenti.
Siamo già bassi tanto che si contano le auto nelle fattorie, parcheggiate vicino ai palloni per la produzione del bio-gas: mi son sempre chiesto se quel gas si usa pure per cucinare e se il suo odore interferisca con quello della pastasciutta.
Ecco la tangenziale. Giù il carrello, si atterra. Controllo che Amicaaa non stia razzolando nel boschetto a destra e sono arrivato.
Sì, decisamente meglio il posto finestrino se si è guardato spesso l'atlante quando si era più giovani.
Inviato da iPhone di Giampiero Pancini
3 commenti:
Come mai in questo viaggio stavi seduto a gurdar fuori? Insomma devo chiederti tutto? ;-) Anche io adoro guardar giù come su una mappa, adoro le mappe, le cartine, detesto i GPS e tutti quegli aggeggi che ci vogliono idioti a seguire comandi. Io amo capire la mia relazione con i punti cardinali e procedere con in testa il mio Nord. Studio le mappe prima dei viaggi memorizzando il percorso. MA il massimo è in aereo, guardare giù e magari seguire il percorso sulla mappa del volo del monitor TV. Così immagino chi sia sotto a guardarmi passare magari, un marinaio su nave cargo, il passeggero di crociera, il buttero dietor alla mandria, il cittadino che si distrae un attimo dallo stress quotidiano, o il bimbo che aspetta il verde al semaforo e vede la scia dell'aeroplano.
Ah viaggiare... lo stress maggiore è prima di sedermi se non ho il posto al finetrino, posso fare le bizze come un bimbo, minacciando attacchi di claustrofobia e convulsioni... e a volte pure quello non serve. :-)
Ignominia, ti vedo insolitamente poetica....Comunque condivido l'amore per mappe, carte geografiche, atlanti, e tutto ciò che rappresenti un luogo, un paesaggio, un territorio, un percorso, un viaggio.
Per quanto riguarda l'Argentario dall'alto mi fa pensare a quando frequentavo Populonia (poco più su) e complici il cielo aperto e il "non far niente" estivo seguivo il volo degli aerei che passavano altissimi, immaginando passeggeri che guardavano giù verso di me..Ho detto PASSEGGERI, non equipaggio, che credevo in altre faccende affaccendato. Nel mio prossimo volo (ma quando?) spero di trovare seduto vicino qualcuno dell'equipaggio con cui chiacchierare. Il fascino della divisa......
Bah, posso esserlo, se ispirata. Non scrivo da tanto, roba di dentro, probabilmente mi è uscita senza me ne accorgessi... Ah quando si era ragazzi e non si aveva nulla da fare! Io andavo al Giglio che nei '70 veramente non aveva NIENTE di NIENTE se non spiaggia mare e sole. Passavo le ore sugli scogli in attesa che lo svizzero prendesse la sua derivina e passasse davanti a me, avevo preso la mia prima scuffia amorosa una a Pasqua, una sera a cena, scoprendo cosa si prova a guardare un ragazzo negli occhi il cui bianco si staglia nel buio. Parlarsi non se ne parlava nemmeno ma non solo per problemi di lingua. Ma era estate quando andavamo in vacanza al Giglio, e lo svizzero aveva una casa sopra il Campese, ma non ci ho mai parlato. :-)
(gli straniere è ovvio mi sono piaciuti da sempre)
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