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È grassa, non robusta, grassa e rumorosa. Siede con il culo mezzo fuori dai pantaloni al tavolo accanto al mio. Come gli altri tre che cenano con lei è rumorosa e volgare. Forse giusto un po' fuori luogo per il ristorante in cui cenano. Ma chiamano per nome la nostra stessa cameriera, sinonimo di confidenza o frequentazione.
Tra un lazzo ed un frizzo si alzano a turno a fumare senza soluzione di continuità, destreggiandosi con difficoltà tra un tavolo ed una sedia altrui.
Quando il tempo all'esterno si fa troppo inclemente, lei fuma in bagno trascinandosi dietro la scia di odore del misfatto al rientro in sala. Quello che proibisce il meteo lo si aggira al coperto.
I due maschi alfa che accompagnano le "ladies" - camicia aperta e panza - sembrano spaventati e si ritraggono leggermente quando queste gli si catapultano addosso per effusioni e carezze. Anche queste rumorose e spettacolari.
Li ho trovati già all'antipasto quando sono entrato, li lascio seduti ancora a mangiare quando esco.
Beati loro: io con la salassata di quel conto di un solo antipasto con secondo mi sento già un po' perso. Diciamo così: non me lo potrei permettere tutte le sere, ecco.
Loro non so proprio come ne usciranno. Ma fastidiosa com'era, com'erano, ne provo quasi una sadica soddisfazione.
PS: dimenticavo.... Prima di andarcene, la "Lady" ha mollato una scoreggia ciclopica, che forse dalle viscere le inviava al cervello la qualifica erronea di "SILENT". Non lo era. Accortasi dell'errore di valutazione ha girato la testa per valutare eventuali danni. Che abbia incontrato il mio sguardo sorpreso e inorridito poco le è importato.
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