venerdì 29 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
FOTO COMPROVANTE E STORIA
mercoledì 27 aprile 2011
SPIAGGIA IN CUCINA
La notizia è questa. Io mi sono dato alla caponata.
Partì, ormai sette giorni fa, sospinto anche dal desiderio di buttarmi in costume su una qualunque spiaggia isolana. Non pensai al bagno, no, quello era chiedere troppo. Ma ad un po' di sole tra le dune pensai di poter aspirare.
Ero o non ero giunto nel tempio del sole?
Dai locali giunsero previsioni incoraggiati.
Inclusi quindi nel bagaglio un bel costume nero castigato, per l'adamitico ci sarebbero stati altri tempi e luoghi in futurama.
Oggi, sconfortanti da tanto grigiore umidifico che, ahimè ci tenea lungi dai lidi, ci siam buttati sui fornelli, a destinazione Caponata. Mia suocera dice Caponatina. Ma la distorta dizione è ammessa perché a farla saremo noi. Non lei.
Ingredienti:
Melanzane a dadini
Pomodori a pezzetti, spellati e senza semi
Sedano
Menta odorosa
Basilico
Capperi sotto sale ma abbondantemente lavati
Olive enormi senza nocciolo
Cipolle fetenti tagliate in due modi diversi
Uvetta
Pinoli
Olio per friggere
Sale e pepe
Zucchero
Aceto bianco.
Quando avrete finito di pulire, tagliare, affettare, cuocere, soffriggere, friggere, bollire questo ambaradan d'ingredienti non vi verrà neppure in mente di guardare le previsioni del tempo per capire se il giorno dopo sarà giorno da mare.
Garantito.
Inviato da iPhone di Melinda
giovedì 21 aprile 2011
CODA DI CORTESIA
Però questa è la prima volta che quello a fianco alla mia, seduto nella sua macchina, suona la tromba...
Adesso ha smesso perché aveva dimenticato di fare l'accettazione prima di accedere alla banchina e quindi ha riposto l'ottone, chiuso la macchina ed è corso in biglietteria.
Però prima suonava pezzi di Nino Rota e Ennio Morricone, ogni tanto apriva lo sportello e svuotava il boccaglio dalla saliva e poi riattaccava.
Non suonava granché ma almeno faceva qualcosa di artistico nell'attesa.
Mica come me che perdo tempo sul tastierino...
Di solito nelle code pre imbarco si colgono i nervosismi più disparati ma non le vene artistiche. Vecchi con la vescica flebile che reclamano un WC, bimbi da esorcizzare che bramano libertà, diversamente pazienti che non ne possono più.
Niente pittori, chiromanti, cantanti, fotografi, chiropratici.
Stasera ci regalano la tromba a celebrare un sole oversize precipitato in mare troppo presto.
Spero solo che non rompa gli zebedei stanotte. Potrei divenire io diversamente pacifista.
Ma se farà un concerto in coperta al freddo notturno del mare sarò lì.
A presto.
Inviato da iPhone di Giampiero
KLF - DAL 1992
mercoledì 20 aprile 2011
ISTERIX NUCLEARIX
martedì 19 aprile 2011
DELIRIO POMERIDIANO
Non è che va male, respiro, focalizzo, immagino. No, la testa riparte per conto suo.
Va bene, va bene: ci sono cose che vanno benissimo. Esempio: ieri sono arrivato alla tecnologia digitale DIVX grazie ai consigli di amici e un po' alle insistenze di tutto il mondo. Sono contento della scelta - il prezzo della macchina da riproduzione era così basso per una qualità così alta che... - ma adesso devo organizzarmi con i dischi da "bruciare". Ho un po' di films da passare su disco. E stamani sono stato alla Coop ma mica ci ho pensato? NO.
SFUGGITO DI MANO
mercoledì 13 aprile 2011
CENTRO STORICO
"Perciò l'Arezzo (squadra di calcio) va forte professo' (sta in C 1) : con tutte 'ste salite...".
Dice il bamboccio con bianchi occhiali da sole, capello a semi-cresta nord meridionale, circondato da due giovani pulzelle adoranti strizzate in jeans elasticizzati.
Insieme devono essere i più belli della classe. O almeno lo credono.
Non gli stemmi medicei lo colpiscono, non le guglie ardite e posticce del Duomo. Non le case improbabili dove nacquero poeti patrii. Ma le scoscese strade del centro.
Sempre meglio di niente. Nella geografia post-elementare di quella mente semplice, magari Arezzo non ha una precisa collocazione. Ma l'Arezzo A.C. un posto in classifica sì.
Inviato da iPhone di Melinda
domenica 10 aprile 2011
MIO MARE
Fin dal parcheggio, da dove il mare non si vede, c'è la certezza della sua presenza per l'aria che cambia. Diventa frizzante anche nei giorni di afa. In fondo la "frizzantezza" è un odore. Allora sbatto il bagagliaio dell'auto colto da repentina fretta che mi fa trangugiare anche il caffè, non riuscendo a capire perché debba ancora aspettare prima di incontrarlo.
È l'odore dei giorni in cui si arrivava all'alba di fronte alla casa che avremmo occupato anche per un mese intero di vacanza. Seppur rigorosamente lontano dalla spiaggia per spendere di meno, l'alloggio non riusciva a camuffare la presenza dell'imponente massa d'acqua in attesa e in movimento. In attesa e in movimento.
Poi mi colpisce il rumore. Meglio se c'è vento. Ogni altro suono viene spazzato via per lasciar posto al richiamo delle spume, dei gorghi, delle paure che mi spingono a sedermi ed ammirarlo, come se quella massa potesse finirmi tutta quanta addosso.
Resta passeggiando, invece, lo scricchiolio delle conchiglie a tappeto sotto le scarpe. Il vento che passa tra un tirante di una vela. E quello che immagini si intrufoli tra i pali delle piattaforme di estrazione al largo.
Infine la solitudine che il mare m'ispira. Possono esserci persone, amici, amori al mio fianco. Ma prima di tutto c'è lui con me.
Io mi lascio catturare. Certo che non ne soffrirò, anzi continuerò a chiedermi perché non mi trasferisco qui.
Se ricordo mia madre serena è qui, lontana dalla catastrofica convivenza giornaliera cittadina.
E proprio qui vivevo più libero che altrove. Libero dalle aspettative altrui, di essere un po' più come volevo, di osare esprimere quello che mi piaceva.
Di questa magia è fatto il mio mare.
Inviato da iPhone di Melinda