giovedì 31 marzo 2011
STESSI PASSI COME TRE ANNI FA
ADELE
Testo: | ||
There’s a fire starting in my heart See how I leave with every piece of you There’s a fire starting in my heart The scars of your love remind me of us Baby I have no story to be told The scars of your love remind me of us Throw your soul through every open door We could have had it all |
lunedì 28 marzo 2011
VERDI
Posso avanzare l'ipotesi che alla fine non sia tutta colpa mia? Perché alla fine un sospetto piccolo piccolo può anche sorgere in una mente semplice e poco allenata alle brusche analisi richieste dalla vita moderna...
Ma che il verde di queste colline sia colpa della mia immaginazione mi pare troppo. Immaginate una scatola di colori fatta solo di tonalità del verde. Ora spennellate attingendo ogni volta da una pasticca di acquerello diversa e non dichiarate finita una collina fino a che non le avrete usati tutte. Ma proprio tutte. Una collina alla volta. E via di panorama a 360°.
Questo e' quello che ho visto in questi giorni nell'isola magica. Ho visto la Caran d'Ache scatenata. La fantasia al potere.
Addirittura stamani, sotto il cielo grigio piombo dell'albeggio, le nuvole di un tono ancora più scuro, la lotta dei verdi per rendersi visibili al buio era incessante. Allora mi domando: può la fantasia umana arrivare a tanto? Può il più pazzo tra i pazzi immaginare una tal cromia? Può un chimico consesso di sostanze arricchire la percezione fino a questo punto? Temo che la risposta sia no. Anzi lo spero. Lo voglio.
In più: una tal prova di capacità immaginifica dovrebbe indurre al rispetto dell'autore anche il cieco. Anche il cieco reso tale dall'uso di sostanze psicotrope. O dal potere. O da entrambe. "Fate pure", oh voi che potete disporre. Sapendovi stolti io mi godo in anticipo lo spettacolo che finirete per rovinare.
martedì 22 marzo 2011
ARRIVO/PARTENZA
Ora riprovo.
Esplosa la primavera - boom - caricato di armi e bagagli, mi appresto alla partenza con la volontà segreta che non ci sia ritorno.
Nei bagagli salumi di Toscana belli carichi, una caciotta di pecorino del Pratomagno e il nuovo figlio che sconsideratamente mi e' stato affidato da mani - troppo - fiduciose: la pasta acida per lievitare il pane. Non sapendo cosa fare in CIGS mi sono messo a fare il panettiere.
Non bastava il gatto e l'affannosa quanto semplice ricerca di un'anima pietosa che se ne prendesse cura ad ogni rara partenza, ad ogni rarissimo contratto di lavoro.
Ci voleva anche il lievito che soffre di solitudine...
Eh no! Quella mica la puoi lasciare a casa se te ne vai per più di tre/quattro giorni. Te la devi portare dietro, come un figlio che mai lasceresti da solo pena il disprezzo generale, o peggio, la morte del suddetto.
Perché se non te la curi ben bene quella per dispetto inacidisce.
Allora mi sono incartato il barattolo nella plastica wrap, infilato in doppia busta e via nella valigia spedita nella stiva dell'aereo. Non voglio neppure immaginare che cosa si son detti coloro che hanno passato il bagaglio al controllo radiogeno... "Ecco un'altra matta che viaggia con il cibo di scorta".
In effetti se ci prendessero in ostaggio in un aeroporto bloccato - stile Tripoli - avremmo qualche giorno d'autonomia.
Poi siamo arrivati nella terra magica dove l'inverno e' solo uno spauracchio per descrivere la sfiga di altri.
Un passeggero si lamenta dei venti minuti di ritardo con tutti gli assistenti di volo schierati allo sbarco. Democraticamente non ne salta nemmeno uno. Se potesse tornerebbe indietro per farlo anche con quelli disposti dietro di lui. Fortunatamente il muro di gente lo spinge in opposta direzione.
Nel pullman verso il centro un'americana si siede ed osserva stupita che: "There's not seat belts".
Arre' cca' !!!!
Per i non parlanti l'idioma isolano = di nuovo qua.
Guardati intorno deliziosa signora e cerca di calcolare la percentuale di coloro che indossano la cintura all'interno delle loro auto. Il numero ricavato sarà così basso che farai in un battibaleno. E poi le cinture a frugare ci sono. Basta frugare.
Il cinese dentro il negozio ha un rotolo di carta igienica sul bancone. Uno solo.
Fa già caldo: spero non si rovini il salame in valigia prima del salvifico arrivo al frigo.
Inviato da iPhone di Giampiero
martedì 15 marzo 2011
GLI APPUNTI DI ZIA GISELDA - 3
domenica 13 marzo 2011
POCHI GIORNI DOPO.
sabato 12 marzo 2011
SCAVI
venerdì 11 marzo 2011
QUAKE
domenica 6 marzo 2011
GLI APPUNTI DI ZIA GISELDA - 2
DOMENICA
venerdì 4 marzo 2011
giovedì 3 marzo 2011
GLI APPUNTI DI ZIA GISELDA - 1
mercoledì 2 marzo 2011
SORORITA'
Mi domandavo chi potessero essere gli enormi "indici d'ascolto" di tali programmi.
Ora ho capito chi sono. Ieri sera, ospite, mi sono sorbito un'intera puntata di uno di questi misfatti: il grande fratello.
Che e' pure risultato interessante come esercizio scientifico con la mente aperta al reportage.
Il programma e' un disastro, noioso, sempre uguale da anni e alla fine i giovani risultano più simpatici di quanto immaginassi, vessati come sono dalle situazioni emotive imposte dalla produzione; la conduttrice e' ad un pelo dall'anoressia dopo un primo calendario dalle forme normo-pesistiche e il seno abbondante.
Su tutti regna lui, il direttore Signorini, assiso su un trono di pelle bianca, ventaglio alla mano, a sorvegliare benevolente sul comportamento e la moralità dei giovani virgulti. Che a loro volta, indifferenti ai giudizi, fanno quello che vogliono e passano da una relazione all'altra.
Un tempo per dire le banalità, dare consigli non richiesti, i giudizi morali gratuiti "catto/terra-terra", c'erano le vecchie zie: catini interi di bla bla bla e di cose dette che si potevano evitare. Orrore e spauracchio di chiunque si fosse discostato dalla più bieca normalità o avesse agito per il proprio bieco piacere fisico o sentimentale.
Adesso quel posto e' stato preso in tv e in radio dagli omosessuali: il Conte Gale', Alfonso Signorini, Platinette, Dolce e Gabbana e altri - ma non tutti, se Dio vuole -, sono quindi divenuti dispensatori non richiesti di common sense e banalità catto/schiavista.
Se penso alle loro case non posso non immaginare ninnoli, foto incorniciate, porcellane fini e tendaggi pesanti...
Sorprende - mi - che chi potrebbe essere stato annientato da "cotanta" moralità gratuita, usi gli stessi metri di fustigazione. Invece di mostrare che si può vivere interpretare e pensare in maniera "diversa".
Inviato da iPhone di Melinda