Sul tram numero 9, a Torino, di ritorno verso casa dei nostri ospiti. Piove e non c'è tanta gente, pur con il traffico delle auto private bloccato dall'inquinamento troppo alto.
Due tossici - perché non saprei definirli altrimenti con parole più appropriate, più politicamente corrette - dall'aspetto di tossici solo un po' più ripuliti, parlano per tutto il tragitto che li porta all'ospedale verso la dose sostitutiva. Parlano di risse in casa famiglia, di chi mena di più, i pugni sono definiti "cartelle", di sorveglianti rimossi e altre amenità. Una realtà che non conosco e che invece mi accorgo essere parallela e sovrapponibile a quella delle persone definite, tra virgolette, normali.
Prima di scendere all'Ospedale Amedeo di Savoia, proprio davanti alla porta pieghevole, uno fa all'altro:
"Minchia! Ma io le allucinazioni non le ho mai avute!".
Pausa.
"Strano".
4 commenti:
spaccato di viaggio, poco da aggiungere, le realtà al di fuori dalla nostra sono molte e incuriosiscono sempre..
rimane il dubbio se il commento finale venisse dalla bocca di un siciliano a noi noto... :-)
dednexca
No, dalla bocca del siciliano senza allucinazioni.
.-)
sempre ambigua la risposta, ma dal no deduc(iam)o non fosse Pips che vuole darsi allo sballo... ce lo chiedevamo con Titina, sai?
demankag
No.
Il tipo sballato o ex sballato, era indubbiamente di origine siciliana, ma non si tratta del MIO siciliano.
Del resto a Torino, grazie a Fiat e al fiume di immigrazione che ha richiesto, non è difficile sentire sotto i portici più eleganti, vari "minchia!" oppure "mio cuggino...!" che svolazzano di qua e di là.
Un'occhiata al personaggio di "Minchia Sabbri" con cui L. Littizzetto ha esordito, e che ha estrapolato dagli atteggiamenti delle sue alunne, nel suo periodo di insegnamento, conferma la mia spiegazione.
Pops non ha bisogno di sostanze: sono già io il suo fungo allucinogeno! :-)))
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