Oggi non girano le pale.
Ferme. Calma piatta sui monti Sicani. Qui dove ho visto un accumulo esaltante - per me - di pale eoliche per la produzione di energia elettrica, pare scesa la binaccia.
Strano.
Si fa fatica a distinguere un impianto dall'altro, tanto è continuo il merlettare del crinale dei monti con mulini bianchi dalle dimensioni epiche. Ancora le dimensioni... L'argomento centimetri riscuote in me un interesse ossessivo. devo parlarne con la terapeuta.
Insomma mentre fuori un po' di brezza la si percepisce, le pale stanno ferme. Che strano. Devo capire di più di questi sistemi maestosi che mi incanto a seguire con gli occhi ogni qualvolta me li ritrovo davanti. Provo un infantile soddisfazione a vedere il movimento lento di quei rotori all'orizzonte. Qualcosa di ipnotico. Nella giornate di nuvole basse, vedere il movimento che emerge solo in parte dalle nubi mi incanta. Mi immagino la forza sovrumana della natura che incessante spinge e ci regala energia per le nostre esigenze di umani. M'immagino e ringrazio le manti geniali che convertono il dono del vento in lampadine accese, computer efficaci, calore per le case.
Non resto immune neppure alla forza della natura che prima faceva girare le macine dei mulini e vedere l'acqua di un piccolo fiume imbrigliata per creare movimento mi elettrizza. Trovo questa possibilità un premio all'intelletto umano. In un momento in cui l'intelligenza dell'uomo è così nascosta alla massa, come potrei non essere felice di scoprirla in queste piccole e grandi cose?
Mattinata poetica mentre percorro in autobus la strada che mi riporta a Palermo e al suo aeroporto. Tempo di tornare a casa. Non è facile allontanarsi da questo clima frizzante con una luce sfolgorante, cristallina. Come se fosse ancora primavera. Il mare è una tavola piatta, blu, blu blu. Il mare. Meno male che c'è.
Mi concedo l'arancina d'addio prima del controllo di sicurezza e poi m'imbarco.