Palmira com'era, prima che quei COGLIONI SANGUINARI decidessero di distruggerla
fotomiafattadame
Non leggo quotidiani. Leggo parecchi libri gialli, forse perché me ne regalano in abbondanza. E quando sono lì, sullo scaffale, con la fascetta che elenca il numero di copie vendute, le lingue in cui è stato tradotto, le versioni teatrali, televisive, cinematografiche in cui è stato replicato, non ce la faccio a considerarlo un prodotto di bassa qualità, qualcosa da evitare per utilizzare il poco tempo che ho a disposizione per leggere, su classici e romanzi di "un certo peso".
Lo so che alla fine della mia vita mi ritroverò con il rimpianto di non aver letto tutto quello che avrei voluto, ma certamente il numero di parole altrui raggiunte, sarà comunque cospicuo ed il massimo possibile.
Quest'estate oltre alle pesche e alle pere, che sono stati eletti i miei frutti preferiti DELLA stagione, e non solo DI stagione, frutti accomunati dall'essere fragili e succosissimi, tanto da rendere inevitabile lo sporcarsi le mani quando li mangi, ho letto un paio di gialli/thiller notevoli. Uno è l'agognato ritorno dell'adorato Adamsberg, dalla magica penna della Fred Vargas, l'altro un volumone norvegese di uno scrittore all'opera prima.
Poi qualcuno mi spiegherà come ha potuto, tutta quella capacità di creare, rimanere nascosta fino alla pubblicazione di quel volume. Siamo invasi da opere prime di notevole spessore. Che si tratti della ghostwriter revenge?
Poi ne ho letto un altro: una vera scempiaggine. Sono stato tratto in inganno dal nome dell'autore: non succederà più.
Ma mentre la frutta adorata, al di là dell'appiccicaticcio lasciato su polpastrelli, dita e mano, lascia in me una senso di soddisfazione e sazietà inenarrabili, i libri letti, che vorrei precisare mi son piaciuti parecchio, hanno confermato la sensazione di un mezz'amaro in bocca, che conosco da tempo.
Non so se capita anche a voi di uscire frustrati dalla lettura di un giallo, di un thriller.
A me regolarmente.
Per il semplice motivo che non indovino mai in anticipo il colpevole.
Posso leggere tutto con attenzione, puntare gli occhi sulle azioni e sulle frasi di uno dei personaggi, piuttosto che di un altro, ma alla fine il vero colpevole è sempre un'altro.
Inizialmente pensavo che solo la persona presentata come la più riprovevole fosse il candidato ideale per ricoprire il ruolo del colpevole, invece veniva fuori che era stato il prete.
Per un'altro periodo ho puntato tutto su quello/quella che durante lo svolgimento della vicenda era stato presentato in maniera più defilata. Ma non era lui/lei l'assassino/na. No. Era l'altro più defilato del primo.
Ho quindi rimesso gli occhi sul più probabile, e manco questo/questa era il/la colpevole: puntavo sul salumiere, invece era l'osteopata che rimette al mondo i gatti.
Poi ho cercato di ragionare, di vedere chi fosse presente o assente, dalla scena del delitto mentre il delitto si stava consumando, ma anche così non ci andavo certo vicino: un buon libro di genere ha una serie di personaggi davvero notevole da seguire, così, giusto per confondere le acque.
Alla fine, dopo essermi accorto che a me la fa pure la Signora Fletcher, quella è una serie che continuerei a vedere e rivedere fino alla noia, ho deciso di fare il lettore e lasciarmi andare alla sorpresa finale, prendendomi la briga di dire soltanto: "Ma dai! Era proprio lei l'assassina? L'infermiera! Bravo 'sto scrittore a confondere le acque".
In fondo i buoni libri non sono costruiti anche per questo, per sorprenderci?
Con buona pace delle velleità da Sherlock Holmes in pantaloncini estivi.
Che io i gialli li leggo soprattutto d'estate.
PS - lunghetto ma indispensabile - : vorrei spendere un po' di parole CONTRO, ma proprio CONTRISSIMO la fissazione che pare si sia instaurata tra gli scrittori contemporanei di voler per forza, di loro intenzione o nelle volontà degli editori, lasciare finali aperti a tutta una serie di seconde, terze, o n puntate.
Ora, fino a che si tratta dei vari Montalbano, il già citato Adamsberg, della Petra Delicado, dei vecchietti di Malvaldi ci posso pure stare. Ma davvero sento il bisogno di un sequel di tutti gli altri libri in circolazione? Possibile che ogni ispettore, investigatore, team di lavoro, possa assurgere al titolo di ispiratore di un'intera serie? Personalmente di alcuni libri non comprerei mai un seguito, non ne sento il bisogno, posso dormire benissimo la notte. E pur comprendendo che spesso si tratta solo di mere operazioni commerciali, la presenza di tutti questi finali aperti mi pare un po' eccessiva.
Si può vivere anche senza. Davvero.
E, senza offesa: come nella vita di tutti i giorni ogni tanto le storie è meglio chiuderle.
Come le finestre quando piove.
E le serrande pure se hai appena finto di lavare i vetri.
Perché è sempre allora che piove.
9 commenti:
Da dove comincio? Intanto dalla foto di Palmira: fotomiafattadame, nel senso che ci sei stato? Davvero? Invidia (benevola) deve essere spettacolare. O DOVEVA essere spettacolare prima che ci arrivassero i sanguinari. Perchè che sia vero o no che hanno fatto saltare un tempio, anche se non è vero, comunque la loro presenza ha marchiato quel posto e rimarrà nella nostra memoria legato alle barbare decapitazioni e alle immagini truci dei nerovestiti e della loro incalcolabile, insondabile, inqualificabile, innominabile e insopportabile ignoranza.
Detto questo, a proposito dei gialli, un amico appassionato degli stessi diceva che il vero giallo, quello scritto magistralmente, ti da qualche indizio per capire chi è l'assassino. Indizi abilmente camuffati ma indizi, che alla fine puoi andare a riguardare e pensare " ah, ma vedi, che bischera, qui si poteva capire che era stato il giardiniere ..". Al contrario ci sono gli scrittori che dopo tutto un profluvio di personaggi e situazioni sospette all'ultima pagina ti svelano che l'assassino è il dentista del cognato di cui non si era mai parlato, ma in realtà era tornato dall'America e aveva una vecchia ruggine con la vittima. Detto questo, giusto per dare un mio contributo, i nordici non li amo, anche se riconosco la loro bravura, le loro atmosfere sono troppo cupe. Prima dell'estate ho letto Viaggio nella paura, di E. Ambler, sono all'antica e subisco ancora il fascino delle trame un po' esotiche e magari anni 40/50, e se almeno un po' di storia si svolge a Istanbul, meglio.
Melì,
prima di tutto: gostwriter's revange si scriverebbe gHostwriter RevEnge ma dopotutto importa solo a me ;-)
Secondo: ho scoperto ben due cose che non sapevo: che ti piaccioni i gialli e che ti piacciono pere e pesche... come ti conosco poco...
Mentre i barattoli di pomodoro e marmellata di fichi fanno DING ad intervalli alterni e il pavimento di cucina si asciuga guardo con rimpianto il tempo in cui tu e Titina (e 1QQ) scrivevate l'incompleto Cocchi ... d'Oro, del cazzo, scusa l'inglesismo ma non ricordo che cacchio di cocchi fossero... ah Reali!
La dovete finire. No, non ho niente contro quello che state facendo, la storia dovete finire...
Mi manca lo scrivere, mi manca leggere per divertimento, mi manca il tempo cavolo! Voi siete pi bravi di me a dedicare tempo al piacere, a voi stessi, siete dei goderecci guarda. Io accidenti al sangue Teutonico di mia madre sono tutto dovere e non riesco a dire no, non riesco a lasciare che la frutta si sciupi sugli alberi mentre mi godo l'amaca in giardino, non riesco a buttare via i barattoli di marmellata che sono buoni anche se dell'anno passato mentre non ho più spazio negli scaffali - QUALCUNO VUOLE MARMELLATA? regalo quella del 2015 a tutti coloro che mi giurano di riportarmi il barattolo! MA non quello delle olive Coop appena svuotato, quelli Bormioli e carini che compro ogni anno e non vengono mai riportati : il colpevole sa di chi parlo...
Per quanto riguarda Palmira, o Palmaira come finisce che la leggo per colpa di quello che mi fa leggere Figlaine l'insegna del paese nel Valdarno, questi atti di scempio verso la cultura e l'arte sono L'UNICA ragione per la quale ritengo accettabile che Il British Museum e altri grandi Musei mondiali abbiano nelle loro collezioni opere di culture che non gli appartengono. Menomale che c'è il cinema e la fotografia perchè se non altro c'è un record di ciò che era, ma se si tiene a mente che tutto cambia è niente eterno, come faccio io a sfiniento di quelli che mi stanno accanto, beh fa tutto parte del gioco, sia i vandalismi che le forze della natura...
Vedo che avevo in canna parecchia roba che avrei potuto scrivere un post sul mio blog ma eccolo sputacchiato qui, grazie dell'ospitalità e a buon rendere....
(il cosino sotto si accontenta che gli dici che non sei un robot senza controllare? Che fiducia!) :-)
scusa ma c'era un congiuntivo mal fatto ho dovuto editare.. ;-)
Figlaine mi fa ridere...
Potevi dirlo prima della marmellata!! Te la compravo e ti garantivo la restituzione dei barattoli.
Mi piacerebbe, davvero, avere la possibilità (e lo stato d'animo sopratutto) di scrivere ancora con Meli a quattro mani qualcosa di simile a Cocchi reali. Temo sopratutto che Meli non abbia tanto tempo a disposizione. Io forse tempo si ma molto meno spirito...
ma che compro te la regalo, se poi mi riporti i barattoli meglio! La prossima volta ti carico di barattoli....
@ Titina. Sì, sono stato a <Palmira nella data che dice la foto. Ci andai durante l'ultimo giro da capo cabina, prima di affrontare il primo dei numerosi passaggio gambero della mia carriera da volatile. I colleghi deliziosi, mi regalarono quella scatola in cui tengo le bustine di te, la ricordi?, come ricordo di quella parte della mia e della loro vita che si sarebbe conclusa al nostro arrivo a Roma.
La città è (era?) bellissima, sorgeva dal deserto a far mostra di se in quell'ambiente climaticamente ostile. Bella, ben conservata e prova della grandezza e prepotenza dell'impero romano.
Ho avuto attacchi di pianto quando ho visto le immagini in tv, quando ho letto che il conservatore degli scavi era stato ucciso, quando ho capito, insomma, che i barbari erano calati sulla bellezza. Forse è proprio questo che cercano di distruggere: la bellezza. Al cui contatto l'uomo si eleva e prova la voglia di elevarsi ancora di più.
Quanto allo scrivere mia cara, per te troverei il tempo, sempre.
Anzi, quando torno dalle vacanze, posso provare ad aprire un blog che possa servirci alla bisogna. Magari con la lavagna ed i gessetti ti viene voglia di disegnare.
@ Ignominia.
Come vedi non importa solo a te, importa anche a me, tanto che invece di fare la valigia, domani parto per le ferie, mi son messo a correggere e rispondere. Chiedo venia dell'accaduto, ma quello he hai visto scritto è un copia incolla da internet, googolato per non far errori, invece, o ho sbagliato in copia/incolla, ho copiato qualcosa di sbagliato, oppure il correttore ci si è messo di mezzo. Fatto sta che ho corretto perché mi piace fare le cose con cura.
Quanto a cocchi reali o qualunque cosa a più mani io avrei voglia di rimettermi all'opera, perché ho un paio di voglie da togliermi riguardo alla scrittura che stanno sotto pelle.
Dai allora, scrivete di nuovo, se avete bisogno dei vecchi files ve li mando, e se non volete lavorare in pubblico fatelo tra voi via email, ma perfavore fatemi leggere anche a me.
Non farò l'editor sta volta ma mi riservo i commenti... :-)
@MEli, non ti devi scusare, volevo solo farti notare l'errore per correggerlo, lo so che come a me ti piace scrivere corretto, se sbaglio nei miei postings vorrei che mi si facesse notare... specie in Italiano! grazie
Dell'epoca di Cocchi reali rimpiango anche la spensieratezza che mi sembra di non avere più. Ma con lavagna e gessetti a disposizione, hai visto mai? Magari...Intanto buone vacanze!
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