Rientrato in Italia mi dico che non devo più andare all'estero. Ogni volta che espatrio la rabbia di vedere come sarebbe possibile vivere e non vivrò mai - colpa mia, del resto del mondo, ma soprattutto colpa mia - mi fa perdere il controllo come un criceto davanti alla ruota.
Potrei tirar fuori contumelie fino a stramazzare a terra sfinito dopo ore di corsa sul posto con la bava alla bocca.
Perché poi vai all'estero e la cassiera al supermercato incespica in un italiano stentato, pur di parlare la tua lingua. Addirittura mi sorride e mi guarda in faccia, a me che ho sfanculato uno dopo l'altro tutti i negozi del circondario per le loro cassiere assunte dalla libertà vigilata. O imposte dai servizi sociali.
E tutto intorno alle case è silenzio, e il parcheggio dove ho lasciato l'auto è perfetto come solo i centri commerciali, neanche i musei, sanno essere da noi, e per di più costa meno di un euro per due ore di sosta.
Sì, lo so che hanno scritto in un italiano improbabile SVELTEZZA invece di velocità, ma anche di qua ho trovato FISH FRESH davanti ad un ristorante, quindi siam pari.
La montagna mi fa male: è un dato conclamato. Tutti questi confini da valicare a portata di mano, tutto questo verde pettinato, quest'aria da Heidi e Peter sul praticello, le caprette in fila per tre col resto di due, mi danno sui nervi per mozione di paragone.
Le prossime vacanze, quindi, in una camera d'albergo affacciata sul mercato centrale di Accra, un bel volo intercontinentale per la Cina schiacciato nei sedili centrali di classe economica. Così da ristabilire un contatto con la realtà. Quella nuda e cruda.
Per scordarmi che pure quella patinata è realtà.
Inviato da iPhone di Melinda
2 commenti:
dovrebbe farti pensare che la cassiera di quel supermercato faccia di tutto per parlarti in Italiano. E' probabilmente colpita dalla tua stessa illusione: che solo a casa tua ci sono i problemi e che all'etero si sta meglio... ricordati si scambiano certe cose per altre... e da visitatori tutto è meraviglioso...:-)
Carissima Igno, ho la risposta in tasca da tempo, ma dal telefono non mi riusciva di fartela avere. Ora che i potenti mezzi della tecnologia mi sono a portata di mano te la trascrivo.
A domani.
"Cara Igno, sai che non la penso esattamente come te... Oppure la penso come te al 50%.
Abbiamo già parlato di quello che forse tu consideri il mio lato esterofilo, ma sai pure che grazie alla mia vita lavorativa fina la 2008, quello che si può definire "estero", non mi è poi così estraneo. Non ha più me cioè, il fascino che può esercitare sul neofita.
Sì può discutere all'infinito su quanto l'esteriorità sia diversa dalla realtà, ma i dati che ho riportato nelle scherzose parole del post, son dati reali, fatti.
Che in alcuni Paesi gli abitanti facciano più uso di quella che un tempo veniva chiamata "buona educazione", rispetto ad altri paesi, è un fatto.
Che certi Paesi siano esteriormente più puliti è un fatto.
Che in altri mondi il vivere sia più lento ed armonioso e più silenzioso, anche questo è un fatto.
Ora ci possiamo mettere a sviscerare quanto vuoi il significato di questo o se questo sia un valore. Ma questo è quello che vedo.
E io di questo parlo. Non vado nel profondo dei problemi del popolo svizzero o austriaco o francese o tedesco. Non sono uno di loro e neppure informandomi potrei arrivare a conoscerli come credo di conoscere quelli che degradano il mio di Paese.
Ma il fatto stesso che da alcune parti non traspaiano ad un primo colpo d'occhio, i problemi intendo, per me è un plus.
Perché se è vero che pure loro hanno le loro, hanno almeno la buona creanza di non sbattertelo in faccia a te che non c'entri nulla.
Qua da noi purtroppo questo accade giornalmente.
Questo purtroppo è quello che vivo io che davvero non vado più in troppi posti che circondano casa mia a Milano o ad Arezzo, perché stufo di essere maltrattato perché chi da un servizio "ha i cazzi suoi" da smaltire... Su di me.
Sai che c'è? Li ho pure io i momenti neri neri neri, eppure, come moltissimi altri, ma sempre di meno, non sporco per terrea non maltratto che mi capita a tiro perché "Scusi, ma oggi non è davvero giornata".
Ritengo, come molti altri, ma sempre di meno, che le mie paturnie non riguardino gli altri. E se non credessi in questo, come potrei fare ed apprezzare il lavoro che faccio?
Tutto qua. Sono un romantico che crede che la forma sia ancora sostanza.
Su questo, e se abbia ancora un valore, si può ancora discutere.
Per me la risposta è Sì, naturalmente.
Un bacio."
Fatto.
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