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È chiaro, evidente, prevedibile e scontato.
Se parti per andare a fare l'igiene dentale è bene che eviti i cioccolatini alla nocciola.
Lo so che il cioccolatino infonde coraggio e quello che lo ha preceduto è l'ultimo caffè che ti sei ripromesso di ingerire in vita tua per non macchiarti mai più i denti...
Inevitabilmente la malefica nocciola si incastrerà, meglio si cementerà tra il dente e la gengiva, che per non fare la solita figura dello zozzone con l'igienista, ti eri spazzolato con maschia efficacia prima di uscire di casa.
Del resto anche la bocca ha una sua intimità e restare con le fauci spalancate davanti ad una quasi sconosciuta, può apparire imbarazzante: quel ponte reggerà come un tempo, la gengiva apparirà turgida o molliccia alla vista? Quindi che lo spettacolo introverso di me stesso sia almeno uno spettacolo di possibile freschezza! E senza residui alimentari.
Ma poi il nervoso ti prende, perché ti prende sempre quando vai dal dentista: è un fatto. E fai la sciocchezza di fermarti in un bar a bere il caffè, l'ultimo della tua vita, e vuoi accompagnarlo con un magnifico cioccolatino che occhieggia dai pressi della cassa.
E lì il dado è tratto. E sei fottuto.
Perché per non porre fine al peggio - che proverbialmente non ha mai una fine - oltre al pezzetto incastrato tra i denti, un minuscolo disco di granella si va ad installare sulla corona del molare, formando un tappo pervicace tra gli scogli di smalto addetti alla masticazione. 'Na cozza sullo scoglio, insomma...
A quel punto che fai? Oltre a maledirti per esserti inflitto l'ennesima umiliazione facilmente evitabile, che fai? Perché dal bar sei ormai uscito... Quindi a chi chiedi uno stecchìno, un cure-dent, an toothpick, un palito d'emergenza?
Nessuno ti potrà mai salvare, tranne il signor Pips che viaggia sempre con un paio di stecchini nello zaino. Lo so perché me li propone sempre ad ogni fine pasto fuori casa. Ma lui OGGI non è con te, quindi...
Infili con aria indifferente il mignolo nella caverna e attacchi a ravanare con l'unghia sperando che solo metà del quartiere noti che stai ravanando col mignolo in bocca, con aria indifferente nella speranza che nessuno ti noti?
È quello che faresti già da subito se un minimo di calcolo e di freddezza ritrovata, non ti facesse ricordare che tra non molto arriverai allo studio medico dove una buia e poco frequentata scala - Dio benedica gli ascensori - darà albergo alla smania di ritrovare una dignità dentale quasi perduta.
Nell'affrettare il passo cominci ad esercitare una pressione della lingua a paletta, tesa a scalzare l'intruso dalla corona. A quel punto, le mascelle scostate e le labbra serrate mentre faccio compiere alla lingua una serie di movimenti ritmici, devo apparire a chi m'incontra come la brutta copia della maschera di "Screem", solo con la bocca chiusa.
Per l'intruso laterale - dente v/s gengiva - eserciti dei risucchi striduli tesi a spostare con la forza del vuoto quello che il dito non poté. Una cacofonia di suoni e spazzolate con risultati mediocri che ti consentiranno però, di assomigliare ad una notte nel caravanserraglio del circo Orfei. Quale? Uno dei tanti.
Ma la maledetta non se ne va.
E neppure nel raggiungere le scale ti senti in salvo, perché anche l'unghia del mignolo non riesce a fare bene il suo lavoro. Lo senti. Lo percepisci, lo sai che farai comunque una figura meschina.
Ed in sala d'aspetto ti metti a meditare per cercare di risolvere la questione in maniera dignitosa. Fingere la sorpresa mentre la signora alzerà la visiera per mostrarti il blocco enorme, stile meteora, ch'è riuscita ad estrarre durante il lavoro, chiedendoti se eri intenzionato a lasciarle "un presente"? Se ne dichiarerebbe obbligata mentre con schifo, lo getterebbe nel cestino. Non prima però di averlo fotografato e pubblicato sulla pagina Facebook delle Studio.
Oppure dichiarare all'igienista la propria debolezza e sperare nella di lei clemenza?
Mentre ti avvii allo studio opti per la seconda ipotesi: meno pericolosa. Ti sdrai e comincia il lavoro di rimozione. Niente di così imbarazzante viene estratto, per fortuna. Almeno per ora.
Perché il pezzo di granella non è nulla d'imbarazzante rispetto alla notizia che da oggi puoi considerarti un fenomeno da baraccone: ti scoprono in bocca una collezione di noni denti. Noni denti? Ma che dice signora!?
Mentre i più sfarzosi si fermano all'ottavo, detto dente del giudizio, tu vai oltre... Vai a ravanale nelle caratteristiche ancestrali del genere umani. Sei un residuato della preistoria????
E non è finita qui: l'ultimo di questi denti dello stra-giudizio sta uscendo ora... A cinquant'anni!!! Venghino siori, venghino, non c'è trucco e non c'è inganno!!!!
Ed io che mi preoccupavo per la granella... Che fesso!
Notte!
3 commenti:
'anvedi, oh! il dente fortunello
cmq io con la granella avrei fatto così (minuto 0:18):
http://www.youtube.com/watch?v=izn2dkBbrjM
o, tutt'al più, con più gentilezza, così (minuto 2:12):
http://www.youtube.com/watch?v=4JMYpJBGRGo
Morale della favola: uno che sgranocchia con gusto un cioccolatino pieno di nocciole e granella (bacio perugina?)pochi istanti prima di varcare la soglia del dentista, è ora che metta giudizio! detto fatto.
(però ci fai sorridere a prima mattina, e non è poco)
@ 1qq: preferisco la prima, lo sputo subsonico del nocciolo di oliva vale una carriera in TV. Nel secondo la banana che è il pezzo forte, non ha osso o granella, anche se lo "'nfatti" vale doppio!
Ciao!!!!!
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