Carissimi, un saluto dal transatlantico - transmediterraneo - che mi porta dal continente alla Sicilia.
La fauna è varia.
Prima di tutto non mancano gli studenti in gita scolastica per i quali spero di cuore una crisi gastrica di proporzioni epiche, così da tenerli bloccati tutta la notte sulla tazza a cercare di depositarvi l'anima creata. I giovani, si sa, sono un po' meno sotto controllo che gli adulti, che già loro son belli sballati: urlano, strillano, ritengano che il mondo si debba regolare con i loro orari e le loro voglie. Sono in pratica dei poveri mentecatti che si reputano Dei. Quelli in gita scolastica sono generalmente fuori controllo, e neppure un professore iscritto volontariamente al Club Gestapo, riesce a tenerli sotto controllo. Sempre ammesso che ci provino. E questi NON ci provano neppure. Quindi per consentire a me di dormire stanotte, meglio il cacozzo a loro, che gli occhi spalancati a me.
Poi ci sono le famiglie con figli. Durante le ore d'attesa all'imbarco che non è MAI in orario, ho visto i genitori sopperire al bisogno dei pargoli con indefessa dedizione. Li ho visti svuotare vasini pieni di pipì, cambiare pannolini non proprio lindi, scoperchiare vasetti di Nutella e servirli ai figli sovrappeso, li ho visti rincorrerli mentre scappavano infilandosi tra le auto in fila, oppure servirli di salutari banane. Lotta inutile: tanta dedizione, servizio, invito al viaggio per ritrovarsi poi, da vecchi, abbandonati in un cronicario, senza più la memoria di tutta l'attenzione prestata. A che serve?
Poi ci sono le signore e i signori di mezza età che raggiungono le isole con quel glamour che solo la nave sa dare: acconciatura impeccabili, foulard al collo degli uomini al nome di grandi marche, macchine così lucide che sembrano sterilizzate e quel sorriso sereno di chi, ancora per un giorno, l'ha infilato nel.... Lì a chi si aspettava di sotterrali con la fanfare.
Infine quelli della mia età: i quasi cinquantenni. Quelli della mia età non sono molti in effetti, se si toglie la categoria dei camionisti che, posizionati sottobordo quei cosi enormi che guidano, si stravaccano su qualunque poltrona, sedia sgabello disponibile, non hanno un età precisa o dimostrata. Potrebbero avere trent'anni portati da sessantenni, o sessant'anni portati da cinquantenni.
Noi che ancora vogliamo correre perché alla nostra età ci hanno detto che bisogna farlo, nel pieno dell'età produttiva, preferiamo l'aereo perché non abbiamo tempo da perdere, dimenticando che il viaggio non è solo arrivare a destinazione, ma il mentre dell'andare lì.
Che poi ho visto su di me l'effetto isterico che l'aereo crea: l'aspettativa di partire e arrivare in tempi breve viene quasi sempre tradita dai ritardi, dai tempi morti, dal fatto che la velocità che ci aspettiamo raramente a si raggiunge. La delusione rende cattivi. Infatti negli aeroporti vedi solo facce incarognite.
La nave parte. Saluti. Se dovesse far la fine del Titanic, venite a cercare i poveri resti nella cabina 7332. Ma meglio: lasciatemi lì. Farò amicizia con i polipi e le cozze, che un po' mi sento già. Cozza, intendo.