Per essere UOMO a Budapest devi guardare incarognito ogni altro uomo che incontri.
Per essere MASCHIO a Budapest devi avere sotto pelle almeno un quarto di litro d'inchiostro; meglio se a forma di enorme aquila o croce così arzigogolata da parer blasfema.
Ma se sei MASCHIO ALFA, se credi di essere un vero capobranco, un inseminator da razza ariana è bene che al sorgere delle 10 della mattina tu non ti faccia trovare in giro con un "mocachino vanilla latte dopio", ma con un boccale da litro di birra, dal quale suggere camminando e ruttando contemporaneamente.
Se sei un uomo mingherlino è bene che ti compri in loco e ti abbigli con una maglietta in cui vengono descritte le innumerevoli posizioni in cui intrattenere le femmine locali - perché i maschi alfa permettano ancora di venderle non si capisce: quelle donne potrebbero essere le LORO donne. L'indossare questa maglietta può in qualche modo testimoniare al mondo la tua non evidente virilità.
Ma se sei un VERO UOMO una qualunque t-shirt basta per coprirti: la riempirai col le tue ascelle pezzate, coi tuoi muscoli tirati ricamati di Tattoo, o con una bella panza da alcool.
Ora non so bene quanto questi signori stiano bene con loro stessi o nei loro circolini omofobi dove praticare un fraterno, condiviso, diffuso BRO-JOBBING - su google basta digitare brogob per avere spiegazioni - oppure un altrettanto cameratesco, gagliardo e rumoroso sventrapaper-ismo.
E quanto, sempre questi signori, rappresentino lo stile della maggior parte degli uomini "normali" di questo Paese, scusate la maiuscola: ho speranza che questi eccessi siano solo un fenomeno locale perché questa Nazione ha tirato fuori figli culturalmente avanzati e rappresentativi, per poter essere ricordata solo come un covo di machi intolleranti. Robert Capa, Joseph Pulitzer, Hanry Houdini, John von Neumann. Solo alcuni.
Io so solo che tutto questo mostrar di ormone fa decisamente ridere. Tanto. Tanto che se non si è mai stati qui, sarebbe bene cercare nelle guide turistiche i punti di maggior afflusso degli esemplari suddetti, per organizzare dei safari fotografici, come in Africa si fa per zebre, gazzelle, giraffe... Chiedo scusa: come in Africa si fa per facoceri, rinoceronti e gorilla - mi scusassero i gorilla.
Non si dimentichino comunque il Palazzo del Parlamento, il Ponte delle Catene, la città vecchia, il memoriale delle vittime del nazismo sul Danubio, che la maggior parte dei turisti ignora, l'enorme Mercato coperto, e la strapiena Galleria Nazionale d'arte. Anche quelli son bei ricordi da fotografare per portarli a casa.
E la storica pasticceria Gerbaud, dove a colazione poter mangiare una meravigliosa fetta di torta Dobos, loro specialità, invece che trincare in litrozzo di birra, caracollando per la City ridendo sguaiatamente.
Ma si sa: noi gay siamo così, siamo strani, siamo un po' troppo portati a goderci il bello della vita. È uno stereotipo, lo so, ma in questo caso calza bene. Altroché se calza!