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Gli adesivi sul retro delle auto che richiedono a chi sta dietro maggior prudenza alla guida perché a bordo c'è un bebè, mi irritano senza rimedio per non dir peggio.
La mia guida è già egoisticamente prudente a prescindere da quell'avviso: tengo a me più che a chiunque altro, alla mia auto più che alla tua. E quindi che tu mi faccia sapere che hai generato la cosa non cambia. E non cambia neppure il risultato finale da ottenere: tutti a casa sani e salvi. Io, la mia auto, la tua ed i suoi occupanti.
A questo vorrei aggiungere che se dopo aver letto che la tua pargola si chiama Francesca, ti sorpasso e mentre guidi stai digitando un messaggino sull'iPhone, beh il vaffa ci calza a pennello. E nutro fortissimamente la speranza di poterti rincontrare per lasciare un bel post.it sull'adesivo che recita più o meno così: "Quindi?".
Se guidi con l'attenzione di un cercopiteco in coma, non rompere le balle al mondo.
Le auto sono da sempre portatrici di messaggi imbarazzanti. Un tempo, questi messaggi, erano relegati all'interno, sui cruscotti metallici, ad orrende calamite che portavano foto di figli che imploravano di rallentare la velocità relativa, santi di ogni genere e misura con preferenza giustificata per San Cristoforo. Ne ho vendute a centinaia nella mia precedente vita in tabaccheria.
A distruggere il sogno delle calamite ed a transitarle sui frigoriferi delle case, sono arrivati i cruscotti fatti di materiali sintetici.
È nato quindi l'arbre magique che in breve è diventato il segno distintivo del proprietario. Gli orrori raggiunti in questo spiegamento di alberelli dal profumo intensissimo, sono stati tali che da simbolo di cura dell'auto, sono diventati indicatori di pochissima, o nessuna raffinatezza. Ne ho visto interi grappoli penzolare dallo specchietto retrovisore, arcobaleni inutili e pacchiani. Perché se uno era brutto, il grappolo che penzola come le salsicce dal bancone del macellaio raggiungeva i limiti invalicabili per la tolleranza.
Quindi, quando anche questo è diventato troppo, le info di base sono state spostate sul culo dell'auto. In bellavista come le aragoste sul vassoio, posso sapere con uno sguardo: numero di figli in fasce con tanto di nomi, calcolare l'età di questi da quanto vecchi sono gli adesivi, composizioni di famiglie intere rappresentate con figure di cartoni animati, cane compreso, credenze religiose, teorie filosofiche, mele che ci fanno sapere che marca di telefoni/computer si usano, chi sono gli spacciatori di erbevita...
Nell'era della vita vissuta in pubblico attraverso internet, le info sugli sconosciuti che ci sfiorano durante il giorno passano anche da qui.
Che poi già l'auto in sé è veicolo di una bella quantità di messaggi. Ma se il mezzo meccanico non è così imponente, mentre la necessità di comunicare la propria convinzione cerca sfogo verso il fuori, allora si passa alla decorazione del baule.
Ed ecco che mentre sto in coda al semaforo tu mi metti a conoscenza dei fatti tuoi. Pensare che ho campato benissimo fino ad ora senza saperlo manco ti sfiora.
Fate, fate pure, la macchina è vostra ed io posso sempre guardare altrove.
Quello che vorrei dire a tutti coloro che si sentono in diritto di "farci sapere" è che forse non è così necessario. Non mi cambia la vita sapere che sei vegano o "arrostista", me la può cambiare solo se guidi bene e se non sei un pericolo per me. Poi, puoi pure generare o pregare chi ti pare. Sii solo un po' coerente, rendi il tuo modo di comportanti in macchina conforme a quanto segnalato dietro.
Se hai figli guida meglio tu per primo.
Se credi in un Dio buono non guidare come un nazista.
E se hai una macchina così figa da lampeggiarmi da dietro perché ti faccia spazio, almeno lavala con frequenza.
Inviato da iPhone di Giampiero Pancini
2 commenti:
...non dimentichiamo l'era dei dadi di peluche attaccati allo specchietto; quella dei pupazzetti di cani e gatti con la testa che dondolava con il movimento della macchina facendo si e no; quella delle palle di plexiglass personalizzate che sostituivano quella in dotazione all'asta del cambio e infine i cuscini con i volant fatti all'uncinetto, in colori sgargianti tipo arancio bianco e celeste, o altro orrore simile. Più recentemente ci sono le tendine parasole per i passeggeri posteriori con personaggi di Walt Disney... e sono sicura altri orrori simili.
Fatto è cara Meli che la gente considera la macchina un'estensione... del pene, sì ma anche della propria vita. Una seconda casa, da lavare e lucidare il finesettimana e personalizzare per rendere propria. Gli adesivi a mio avviso sono la cosa più sobria nella storia di questo fenomeno, e quello di rallentare per il bimbo a bordo secondo me è come dire dire- hai visto che il mio sperma (o il mio utero, o che altro si utilizza all'uopo) ce l'ha fatta? - senza sembrare eccessivamente stronfi nel farlo...
Davvero un catalogo ragionato il tuo. Alcuni orrori, tipo i dati, li avevo rimossi. Gli altri, pur avendoli presenti non servivano perché volevo solo arrivare il più velocemente possibile alle etichette che contraddistinguono atteggiamenti opposti a quelli che predicano. Un altro degli atteggiamenti tipici di questa società.
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